Salvatore Carrubba all’incontro per l’Unesco Catania
Per parlare agli studenti di degenerazione della democrazia in populismo e delle conseguenze della comunicazione digitale Salvatore Carrubba – vicepresidente della Fondazione IULM, presidente del Piccolo teatro di Milano, presidente della Fondazione Collegio delle Università milanesi e già direttore del Sole24Ore – prende spunto da un dramma di Ibsen in cui in viene messa in scena una situazione che ormai è di straordinaria attualità: la degenerazione in populismo della democrazia. «La democrazia ha bisogno di una forte opinione pubblica perché non prenda il sopravvento il “governo degli imbecilli”, come lo definisce Ibsen, ossia le correnti più populiste», dice Carrubba durante l’incontro organizzato da Diplomatici in collaborazione con il CLUB per l’UNESCO di Catania, che si è tenuto venerdì pomeriggio presso la sede di Associazione Diplomatici, dal titolo “La crisi della Democrazia Liberale e Hate Speech”, inserito nel ciclo “Words of tomorrow” che prepara gli studenti al Change the World Model UN di New York che si svolgerà dal 26 marzo al 1° aprile.
«La democrazia – continua il professore Carrubba, affiancato dal presidente di AD Claudio Corbino e dalla presidente del Club per l’UNESCO Catania Ofelia Guadagnino – ha bisogno di pesi e di contrappesi, del rispetto delle competenze, del principio della rappresentanza, del rispetto delle libertà delle tutele umane, del riconoscimento del fatto che ciascuno ha delle proprie competenze che vanno rispettate». Principi che oggi, secondo Salvatore Carrubba, vengono messi pesantemente in discussione.
«Questo avviene soprattutto per il meccanismo dell’informazione che si è consolidato con i social media. Bisogna quindi ritornare a difendere i principi della democrazia liberale, basata sul principio di rappresentanza, sull’idea di politica come professione nobile, sul fatto che non c’è una divisione tra casta e popolo, che spesso rinuncia a governare affidandosi a persone che decidono per tutti».
«La degenerazione della democrazia in populismo e le conseguenze del nuovo modo di fare comunicazione digitale, dunque, sono i pilastri sui quali dobbiamo discutere in questi anni e in futuro per evitare che la democrazia degeneri e che si arrivi, poi, a dei regimi veramente autoritari. Non soltanto a quelli che non riconoscono la democrazia, ma purtroppo anche a regimi considerati democratici. Preoccupazioni – conclude Carrubba – che sono già molto diffuse, per esempio, negli Stati Uniti».
Foto di Francesco Lauria