“Post fata resurgo”
Sono le 8.45 dell’11 settembre 2001. Sul cielo di New York si abbatte il terrore: il volo dell’America Air Lines AA11, partito da Boston, si schianta contro la Torre Nord del World Trade Center. Si pensa a un incidente, ma solo 17 minuti più tardi, quando anche un secondo aereo, il volo United Airlines UA175 anch’esso proveniente da Boston, esplode in diretta televisiva contro la seconda delle Torri Gemelle, il mondo capisce che gli Stati Uniti sono sotto attacco. Da quel momento la storia americana e del mondo occidentale cambia. Questa una breve cronaca di ciò che accadde quel maledetto 11 settembre.
L’11 marzo del 2020 il Presidente del Consiglio dei ministri italiano, dichiara, con un messaggio accorato al paese che, a causa dell’emergenza Covid-19, di aver adottato misure stringenti per il contenimento della pandemia.
Due momenti importati, cruciali per l’umanità: l’attacco alle Torri Gemelle di New York e la diffusione del Covid-19 partito dalla Cina. Due eventi che, gioco forza, hanno cambiato il nostro modo di esistere e soprattutto di vivere. Dopo l’11 settembre 2001, primo evento che ha dato uno svolta ai nostri comportamenti, abbiamo cominciato ad essere assaliti dal terrore, il terrore del diverso, da colui il quale non vestiva all’occidentale; a quanti sarà capitato di guardare in cagnesco un islamico, sicuramente innocuo, pensando che potesse essere legato indissolubilmente ad Al Qaeda? E di come il modo di spostarsi sia cambiato radicalmente; controlli serrati negli aeroporti, impossibilità di trasportare liquidi non oltre i 100 ml. Il vivido ricordo ancora impresso nella mia mente è quello delle cabine di pilotaggio che rimanevano chiuse soltanto durante le fasi di decollo ed atterraggio, mentre, nella fasi di crociera venivano aperte ed i passeggeri potevano, non solo scrutare curiosi cosa avveniva all’interno, ma anche, chiedendo il dovuto permesso, entrare in cabina e scambiare due chiacchiere con i piloti… tempi passati. Così come sostiene un mio fraterno amico e direttore della testata che dal qualche giorno ospita le mie riflessioni: IL MEGLIO E’ PASSATO. Ho preso spunta dal libro che lui ha scritto analizzando la situazione politica dal 1988 al 2018.
Si potrebbe affermare per la seconda volta in un decennio il meglio è passato?
Quanto tutto tornerà alla normalità, chi scrive se lo augura presto anzi prestissimo, saremmo in grado di riprenderci i nostri spazi con gli amici, parteciperemo nuovamente a momenti di aggregazione, (ri)torneremo ad abbracciarci e baciarci, come si faceva prima del COVID-19? Oppure questa pandemia cambierà radicalmente il nostro modo di relazionarci con gli altri. Mi auguro di si, che così come successo dopo gli attentati dell’11 settembre piano piano ritorneremo a quelle normalità ed a quella libertà che, in questi periodi di quarantena ci manca essendone stati privati per un bene supremo.
E per rispondere alla velata domanda se il meglio è passato, da inguaribile ottimista, PENSO DI NO. Ritorneremo ad abbracciarci, ritorneremo a vivere i momenti belli e, soprattutto ritorneremo alla nostra vita di sempre… “Post fata resurgo”.