Grafica, il tributo a Max Huber nell’empireo del Novecento
Inaugurata la grande mostra per ricordare questo protagonista internazionale che seppe disegnare il boom italiano. Esposti fino a domani sera nel Palazzo Vanasco, sede dell’Accademia di Belle Arti di Catania, non solo cento artefatti progettati dal 1940 al 1990 e provenienti da tutto il mondo, ma anche video e installazioni. Anna Steiner, “Max sarebbe stato felice”. La moglie Aoi Huber Kono, “Grazie, grazie, grazie”
“Questa mostra rende evidente, qualora ce ne fosse bisogno, che Max Huber, scomparso a Mendrisio nel novembre del 1992 all’età di 73 anni, è da considerare nell’empireo dei grafici del Novecento”.
Lo ha detto il direttore dell’Accademia di Belle Arti di Catania Vincenzo Tromba inaugurando nella sede di Palazzo Vanasco la mostra dedicata al grande grafico svizzero nel centenario della nascita.
“I nostri studenti – ha spiegato Tromba – del biennio specialistico del Design della Comunicazione visiva, che hanno allestito la mostra in collaborazione con l’Archivio Max Huber di Novazzano, hanno lavorato senza risparmiarsi per settimane per esporre cento artefatti progettati dal 1940 al 1990 e provenienti da tutto il mondo. Ma questo tributo a Huber comprende anche due video, uno della televisione svizzera, e un altro realizzato dai nostri studenti con il coordinamento del docente Gianni Latino, motore di quest’iniziativa che ho immediatamente sostenuto”.
Per spiegare l’importanza di Huber al grande pubblico, basterà presentarlo come l’uomo che disegnò il boom economico italiano, realizzando marchi e logotipi come laRinascente, Coin, Supermarket, DeAgostini solo per citarne alcuni.
“Avendo conosciuto e anche lavorato con Max – ha detto Anna Steiner, una delle maggiori architetto italiane e figlia di Albe, celebre designer e partigiano – penso che sarebbe stato contentissimo di quest’iniziativa. Contentissimo di vedere le sue copertine rielaborate con tanta fantasia da giovani lontani da lui ma vicinissimi nello spirito, nel pensiero, nell’immaginazione. E pensavo che anche Albe Steiner, mio padre, sarebbe stato contento di vedere così valorizzato il lavoro di Max, che stimava e amava tanto. Anche Aoi mi ha detto la stessa cosa”.
La moglie di Huber, l’artista Aoi Kono, che ha fornito molti dei pezzi esposti, conservati nella sua abitazione-atelier di Novazzano, in Svizzera, era felice di come l’Accademia fosse riuscita a rappresentare il lavoro del marito.
“Grazie – ha detto – per tutto quel che avete organizzato per Max. Chissà come sarà contento, da lassù. Sono molto commossa. Grazie per il vostro cuore. Grazie”.
Purtroppo, per questioni legate alla necessità di lasciare il Palazzo Vanasco, la mostra chiuderà I battenti domani sera. Rimarrà però il catalogo ragionato edito dalle Tyche edizioni e curato da Gianni Latino con la collaborazione di Stefano Galli, dell’Archivio Huber, Giorgia Di Carlo e Ludovica Privitera.
“Questa pubblicazione – ha spiegato Latino – comprende contributi di persone che sono innanzitutto amici e colleghi di Max Huber. Da Antonio Boggeri al quale, appena arrivato dalla Svizzera, consegnò il suo primo biglietto da visita composto a mano, a Bruno Monguzzi, Heinz Waibl , Anna Steiner e Franco Origoni che sono tutti intervenuti alla nostra inaugurazione per rendere omaggio a Max Huber e al suo straordinario insegnamento grafico”.