Politica

Disastro Lega

Il piatto piange, lo dicono i sondaggi: per la Lega il declino è costante. Nando Pagnoncelli sul “Corriere” lo scrive chiaro, chiaro: “Matteo Salvini è al 24%, così invincibile sembrava, tanto da perdere addirittura 10 punti dalle europee, le ultime. Il partito democratico incalza e, intanto, Giorgia Meloni balza al 16%; tra i post fascisti, tale è Fratelli d’Italia, Giorgia non fa mistero di scalzare Matteo alla guida del centrodestra (o destra centro)”.
Il piatto piange, dunque, lo dicono i sondaggi, e dove la crisi della Lega assume i connotati del disastro è la Sicilia. Corteggiata fino a ieri da Musumeci, il colonNello e, come spesso accade, a far la corte a Matteo schiere di deputati regionali e schiere di amministratori locali; tutti in fila per saltare sul “carroccio” che fu, ma oggi, quelli stessi, si guardano attorno, si defilano.
Un disastro insomma, perché disastrosa è stata la “crisi” regionale.
La Lega, dopo mesi di tira e molla – entra in giunta o non entra in giunta – tuoni, fulmini e saette da Stefano Candiani, commissario leghista in Sicilia, ecco che entra… in giunta. E, del resto, dopo aver preteso l’assessorato all’agricoltura… Stefano Candiani a un certo punto rinuncia. In effetti, sarebbe sembrato male nei confronti di Gianfranco Micciché, “l’apologeta” di Salvini, che lo ebbe a definire “stronzo”, erano i tempi della “Diciotti”, nave ferma a Catania.
Dall’agricoltura ai beni culturali il passo è breve: Candiani ha tentato di piazzare i suoi “ragazzi”, uno su tutti il sindaco di Furci Siculo, Matteo Francilia, per poi nominare un uomo della destra-destra, Giuseppe Samonà, che mai si priverà di Carmelo Briguglio.
Sì, Carmelo Briguglio, capo della segreteria particolare del medesimo assessorato (ma di fatto vero assessore?), che sia “fedelissimo” di Musumeci, il colonNello, non è un mistero: da Alleanza Nazionale a Futuro e Libertà.
In fondo, dicevamo, in Sicilia è un disastro. Giovanni Bulla è fuoriuscito, approdando all’Udc (pare e si mormora su input di Micciché); mentre il gruppetto dei rimasti rumoreggia. Il motivo è uno: la Lega alle prossime regionali per poter superare lo sbarramento al 5% avrà un obbligo, l’allearsi con il più prossimo. Quindi lista unica con Fratelli d’Italia, quindi postfascisti che distruggeranno i neoleghisti… malcapitati, davvero.

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