Catania, partecipate comunali: sindacati contro il sindaco
Sospendere con urgenza il contratto “Catania rete partecipate”. Lo hanno chiesto, con una nota inviata al sindaco Salvo Pogliese, all’assessore al ramo Roberto Bonaccorsi ed all’intero Consiglio comunale, le sigle sindacali Cgil, Cisl e Ugl. Un accordo, quello siglato tra Catania Multiservizi, Catania rete gas, Sidra e Sostare, che ha cominciato a muovere di recente i suoi primi passi con l’emanazione dei primi atti di interpello e che i segretari Giacomo Rota, Maurizio Attanasio e Giovanni Musumeci ritengono del tutto incompleto e molto “pericoloso”. “Gli spostamenti da una società all’altra, a cui abbiamo assistito in questi mesi, e le modalità di distacco del personale da un’azienda all’altra, senza un minimo di confronto sindacale preventivo, sono solo una parte dei forti dubbi, dal punto di vista del diritto del lavoro e della normale gestione societaria, che ci lasciano perplessi e stupiti. Questo strumento appare più qualcosa di similare al “calcio mercato”, con dei “prestiti” temporanei, che non invece una efficace buona pratica di razionalizzazione delle risorse umane in un contesto in cui, a quanto sembra, ci sono partecipate che lamentano esuberi ed altre che sono a corto di personale. Lo diciamo con il beneficio dell’incertezza, poiché ancora oggi non si conosce l’assetto di queste società in ordine all’organizzazione di funzioni e servizi, con la relativa approvazione delle piante organiche e la conseguente certificazione del fabbisogno del personale – fanno notare i tre segretari sindacali. Peraltro, nel “contratto di rete” le regole che disciplinano il transito dei lavoratori da una partecipata ad un’altra non sono affatto chiare, considerato che non si tiene neanche conto del contratto collettivo nazionale di lavoro, della qualifica ottenuta all’atto dell’assunzione, dei livelli e degli scatti di anzianità accumulati nel corso del tempo, della mansione ricevuta e dell’esperienza maturata e dalle declaratorie contrattuali dei contratti collettivi applicati o da applicare. Questo, oltre a generare “confusione” sulla effettiva utilizzazione di partenza e di arrivo dei lavoratori, oltre “distonie” contrattuali (anche retributive), espone la stessa intesa al possibile riconoscimento di danni erariali, ma soprattutto alla rivendicazione di status contrattuali o ad eventuali violazioni di legge in materia di diritto del lavoro. Non condividiamo l’utilizzo distorto del contratto e per questo – concludono Rota, Attanasio e Musumeci, pur essendo favorevoli ad un ragionamento sulla necessità di razionalizzazione all’interno delle società partecipate, invochiamo un deciso intervento dell’Amministrazione comunale per ricondurre al tavolo della concertazione una materia, come quella dell’accordo di rete, parecchio delicata.”