Sindacato

La Cisl: “Partecipate comunali: siamo ai limiti dell’arbitrio”

Avanzamenti di carriera, differenze di stipendi, spostamenti di personale con figure non essenziali, elargizioni di bonus: quanto sta succedendo nelle società partecipate del Comune di Catania richiede un urgente incontro col sindaco Salvo Pogliese, per evitare possibili danni alle casse delle stesse Società e a quelle comunali oltre a penalizzare lavoratori e cittadini utenti dei servizi.
È la denuncia della Cisl di Catania e delle Federazioni di categoria Fisascat, Fit e Femca emersa ieri nel corso di un incontro per analizzare quanto sta accadendo dentro le partecipate e la municipalizzata AMT, a seguito dell’applicazione, distonica e unilaterale, del “contratto di rete” e di non meglio precisati “incentivi contrattuali” elargiti a pochi e mai discussi in sede di contrattazione decentrata.
La Cisl di Catania e le Federazioni di categoria Fisascat, Fit e Femca hanno così stabilito di affrontare tutta la delicata questione della riorganizzazione delle società partecipate comunali con il coinvolgimento del primo cittadino, considerato anche che il Comune è l’organo del “Controllo Analogo” delle Partecipate.
«È inammissibile quanto stiamo registrando dall’Amt, a Sostare, alla Catania Rete Gas, alla Sidra, Sostare, e alla Multiservizi – affermano il segretario generale della Cisl etnea Maurizio Attanasio con i segretari generali di federazione Rita Ponzo (Fisascat), Mauro Torrisi (Fit) e Giuseppe Coco (Femca) – siamo ai limiti dell’arbitrio».
«Le domande che ci siamo posti – aggiungono – scaturiscono dalla considerazione di come manchi un progetto di “futuro” in questi enti che, ricordiamo, attraverso le loro attività, incassano soldi dei cittadini. Ci siamo chiesti se prima di avviare gli atti d’interpello si sia pensato a definire le proprie dotazioni organiche con la giusta riqualificazione del proprio personale. E, una volta certificata la carenza, solo in quel caso ricorrere allo spostamento da una partecipata all’altra. È stato fatto? Da quanto ci risulta, no»
«Trattandosi poi di temi legati alla organizzazione del personale – continuano i segretari della Cisl – con chi sono stato concordati passaggi e cambi di livelli? Chi sono i funzionari che avallano tutti questi riconoscimenti economici, concessi senza prima aver consumato i giusti passaggi previsti dai CCNL di riferimento e dagli accordi territoriali? Possibile che tutto ciò stia accadendo senza che ci sia stato un confronto con quelle rappresentanze dei lavoratori che, ricordiamo, sono firmatarie del contratto e su cui ci sono precisi obblighi di legge?»
Per Attanasio, Ponzo, Torrisi e Coco «è ora di aprire un dibattito serio, anche in presenza del presidente del consiglio comunale, dei capigruppo consiliari, e delle commissioni che esitarono le procedure che portarono alla delibera del Contratto di rete.
«Occorre rivedere la delibera del 27 dicembre 2018 – sottolineano – perché riteniamo sia carente di regole chiare che regolamentino i passaggi del personale da una società all’altra. Passaggi che vanno, appunto, regolati stabilendo i livelli, le declaratorie contrattuali di provenienza e di riassegnazione, l’inquadramento nel passaggio, i premi e tutti gli emolumenti aggiuntivi dei contratti che riguardano i lavoratori coinvolti.
«L’inosservanza di tali regole – avvisano i quattro segretari della Cisl – porta danni non solo all’organizzazione della società partecipata come tale, ma anche alle casse comunali e quindi ai cittadini, sia come utenti sia come gravati dai tributi. Auspichiamo di non rivedere vecchie logiche del passato, dove quando c’erano utili di bilancio si spendeva e si spandeva e quando si andava in perdita, spesso e volentieri, si aumentavano tariffe e costo dei servizi a discapito dei cittadini».
«Anche per tale motivo – concludono Attanasio, Ponzo, Torrisi e Coco – abbiamo richiesto l’accesso agli atti in diverse Società partecipate così da avere contezza di tutti i procedimenti fatti rispetto a un tema contrattuale che doveva obbligatoriamente passare dalla contrattazione aziendale. Ribadiamo, comunque, necessario e non più rinviabile un confronto con il primo cittadino che riteniamo sia molto sensibile al tema e concordi con noi che razionalizzazione della spesa ed efficienza dei servizi debbano avere un unico comune denominatore: il buon governo».

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