Una tragi/commedia in salsa pirandelliana: “Maurizio IV” al “Brancati”
È in scena al Teatro della Città “Vitaliano Brancati” il “Maurizio IV” di Edoardo Erba con Cosimo Coltraro ed Emanuele Puglia; regia: Federico Magnano San Lio; scene e costumi: Jacopo Manni; effetti sonori: Marco Genovese. Produzione: Teatro della Città, Centro di Produzione Teatrale – “Maga Emàstema”.
Edoardo Erba (Pavia, 1954), laureato in Lettere moderne, diplomato alla scuola del Piccolo Teatro di Milano, docente di Scrittura per la Scena all’Università di Pavia, di Teatro all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico e di Cultura dello Spettacolo all’Accademia delle Belle Arti di Roma ha composto più di trenta lavori e adattato testi classici e contemporanei ottenendo successi a livello nazionale e internazionale. Oltre ad avere tradotto l’intero repertorio teatrale di Agatha Christie ha creato anche per la RAI fiction e varietà. ‘È considerato tra i talenti più brillanti della sua generazione…Nelle sue trame si intrecciano tutte le sfumature, dal giallo alla vena comica della commedia.’ (Dizionario dello spettacolo del 900 – Baldini e Castoldi, 1998)”.
Cosimo Coltraro che, nato a Catania nel 1966 e formatosi all’Accademia del Teatro Stabile di Catania, ama definirsi ironicamente “un pezzo di Catania” ed Emanuele Puglia, diplomato presso l’Accademia del Dramma Antico, con al suo attivo oltre 200 lavori (tra commedia brillante, operetta, musical, teatro dell’assurdo, drammaturgia contemporanea e classica), hanno animato in grande sinergia l’atmosfera con la loro esilarante, ma anche profonda, interpretazione.
Nell’intervista concessa al nostro giornale i due attori hanno commentato quest’esperienza di un Pirandello pulp con la velleità di ripercorrere le grandi coppie attraverso il testo di Erba che apre l’orizzonte sul modo di intendere il teatro del Novecento. Si è cercato, sotto la guida di Federico Magnano di S. Lio, di ‘svecchiare’ Pirandello (anche dissacrarlo) dal modo con cui i teatranti lo hanno reso a volte cervellotico e forse noioso.
Insistono i due attori sull’importanza di un teatro che faccia ridere ma anche riflettere
Con la regia, infine, del bravo Federico Magnano di S. Lio, che ha fondato a Catania nel 1989 la compagnia ‘Retablo’ insieme a Maria Piera Regoli e Turi Zinna creando spettacoli che coniugano drammaturgia e sperimentazione, il ‘Brancati’ ci ha regalato un divertente e al tempo stesso sofisticato “Maurizio IV”, scritto nel 2019.
All’interno di un teatro (ancora una volta metateatro!) si prepara la scena de “Il Gioco delle Parti” di Pirandello.
Maurizio, il raffinato regista, cerca di far comprendere a Carmine, uno sfaticato sedicente elettricista siciliano di mezza età, la trama dello spettacolo.
Da un fitto e al limite del paradossale scambio di opinioni, tra battute divertenti e qualche volgarità, i due entrano in sintonia, confondono le proprie vite con quelle dei personaggi (la maschera e il volto!) fino ad arrivare ad un vero e proprio scambio di ruoli.
Ne uscirà una regia completamente diversa: un Pirandello rivisitato e stravolto da Carmine, regista, coadiuvato da Maurizio, elettricista e cantante.
In questo gioco tra finzione e realtà escono fuori, lentamente ma ineluttabilmente, allarmanti verità inaspettate.
Quel quasi magico equilibrio che si era creato si spezza…e la commedia, il duello teatrale, finisce in tragedia.
Un successo: merito di tutto il cast e della ricercata drammaturgia.
Colpisce, infatti, per la sua capacità satirica e il ritmo incalzante delle situazioni la scrittura di Erba che “usa le più diverse sintassi, scrive Maria Dolores Pesce, dal ‘noir’ psicologico al grottesco, dal dramma metafisico alla commedia di costume, ma declina questa varietà in una straordinaria coerenza stilistica” … “La drammaturgia di Edoardo Erba, aggiunge Tiberia de Matteis, accarezza con la levità di un guanto di velluto e ferisce a tradimento come un coltello affilato”
Uno spettacolo, in conclusione, godibile e travolgente, raffinato e divertente, surreale e cerebrale. E anche, lo ammettono gli stessi protagonisti, un po’ irriverente nei confronti del grande agrigentino e dei temi a lui cari: il doppio, il vero e il verosimile, la maschera e il volto, la realtà e l’apparenza.
Il tutto, però, ben miscelato in una gustosa ‘salsa pirandelliana’.
Foto e video di Lorenzo Davide Sgroi