Ambiente

Una centrale eolica galleggiante in Sicilia, la prima del Mediterraeo

190 turbine, 2,9 Gigawatt di potenza, 3,4 milioni di famiglie destinatarie dell’energia, 10 Megawatt per ciascuna pala (25 in tutto), 1 miliardo di fatturato all’anno. Sono questi i numeri del parco eolico del Mediterraneo. Si chiama MeDWos (Mediterranean wind off shore) e convoglia sforzi nazionali, internazionali e locali. Il parco sorgerà nel Canale di Sicilia, direzione Tunisia, al largo di Marsala e delle Isole Egadi a trentasette chilometri dalle coste, distanza idonea ad impedire la visibilità da terra, così da non “guastare” il meraviglioso panorama.

Le pale eoliche verranno installate sul fondale marino ad una profondità variabile che va dai 100 ai 150 metri e, allo scopo di ridurre l’impatto ambientale, si farà ricorso ad un sistema avanzato di ancoraggio, e non fissaggio, detto “floating“, dall’inglese “galleggiante“. E, sempre per garantire la salvaguardia dell’ambiente, sono state stilate relazioni tecniche per la valutazione dei rischi della navigazione, dell’impatto acustico nonché di quello marino. Il WWF ITALIA Ente Gestore della Riserva Naturale Orientata Saline di Trapani e Paceco, inoltre, ha espresso le relative osservazioni. È stato poi sentito il Consorzio comunale di Trapani e un contributo è stato offerto Capitaneria di Porto della “Città dei due Mari“.

Telecamere e radar verranno posizionati sulle pale. Entrambi i sistemi saranno utili a tracciare gli spostamenti dei cetacei del Mediterraneo. È, inoltre, prevista una sede idonea a rendere possibile il riposo degli uccelli migratori prima della loro partenza o al ritorno dall’Africa o dall’Europa. Sulla questione Anna Giordano, direttrice della Riserva naturale delle saline di Trapani e Paceco: «La presenza di un ostacolo rappresentato da 25 turbine nel bel mezzo di una rotta migratoria massiccia ma anche estremamente vulnerabile deve essere sottoposta a studi specifici».

D’altro canto, l’idea del primato rende ottimista Toto di Renexia S.p.A., che non nasconde il proprio entusiasmo: «Sarà il primo parco di queste dimensioni – spiega – e il fatto di essere i first mover ci darà un vantaggio competitivo indubbio, il nostro progetto può sicuramente essere definito come il game changer delle rinnovabili». Tra i pro al progetto, utile alla produzione di energia pulita, il costituire un deterrente valido alla pesca a strascico, lesiva dell’ambiente. Il parco, poi, delimiterebbe un’area ottimale per la riproduzione delle specie ittiche.

L’opera è ancora in fase di approvazione. Fondamentale la concessione che fornisce titolo per l’uso di aree del demanio marittimo. Dalla Capitaneria di Porto di Trapani ci comunicano fhe, ad oggi, si attende la conclusione dell’istruttoria, avviata già da circa 3-4 mesi, per la raccolta di tutti i necessari pareri degli enti competenti. A quel punto, si provvederà ad inviare il tutto al Ministero. Stando alle previsioni, l’opera dovrebbe essere pronta nel 2025. Si suppone (e si spera) un completamento entro la prima metà dell’anno. I capitali saranno della Toto holding e della sua controllata Renexia. «Intendiamo al più presto aprire dei tavoli utili al coinvolgimento di società italiane per la parte industriale». A comunicarlo Riccardo Toto, direttore generale di Renexia.

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