Una Caporetto politica
Hobbes affermava che la volontà generale di una moltitudine di uomini uguali, poteva esprimersi come corpo politico attraverso un rappresentante. Una volontà dotata della forza necessaria affinché si potesse conseguire il fine prestabilito da ogni singolo appartenente alla moltitudine.
La rappresentanza politica, un concetto importante e basilare in un sistema che si vuole definire democratico e che ha suscitato parecchie discussioni e contrarietà come Rousseau che fu un sostenitore della rappresentanza diretta dei cittadini, ma al di là delle posizioni discordanti, da ciò si evince che è sempre stato ritenuto un principio essenziale affinché il popolo potesse esprimere la propria volontà.
Ma osservando i dati di queste ultime elezioni politiche, sembra proprio che la maggior parte degli italiani se ne sia dimenticata o peggio non ne abbia compreso l’effettivo significato per cui non si può far altro che essere sopraffatti dallo sconcerto.
Ben 16,6 milioni pari al 36,09 per cento della popolazione non è andato a votare.
Milioni di italiani, ancora una volta, hanno scelto di non esprimere la propria volontà, senza rendersi conto che in questo modo la loro scelta non conterà niente ai fini di una successiva distribuzione degli eletti. I seggi verranno calcolati in base al numero di cittadini che invece hanno deciso di esprimere la loro volontà con il proprio voto.
Ma questa realtà, sempre più incalzante con gli anni, è solo colpa degli italiani? Della loro presunta ignoranza politica?
In questi giorni, susseguenti i risultati elettorali, non si parla d’altro, di questo colpevole astensionismo che ha marchiato questi mancati elettori e la loro riprovevole colpa rimbalza dai social ai mass media che, compiacenti di una certa mentalità politica, danno risalto ai commenti poco lusinghieri di alcuni rappresentanti politici i quali, pur di nascondere che la propria sconfitta è stata determinata dall’incapacità e dalla scorrettezza del proprio operato, si scagliano contro gli elettori, superficiali, ignoranti politicamente e senza alcuna cognizione del valore del voto.
In sostanza se hanno perso le elezioni è solo colpa dei mancati elettori.
Mentre invece è stata una vera e propria Caporetto politica.
A volte sembrano avere un barlume di dignità quando riconoscono che forse la loro condotta meriterebbe qualche minuto di riflessione ma è solo un attimo di debolezza, subito dopo riprendono ad accusare tutto e tutti con l’arroganza di chi è abituato a esibire la propria piccolezza umana e politica.
E nessuno ha il coraggio di ammettere che se l‘elettore non si è presentato alle urne o se ha votato diversamente da quanto ci si aspettava, questo non è dipeso da una sua ignoranza ma dal fatto che tutte le aspettative sono state disattese da un governo che si è mostrato lontano se non indifferente ai bisogni.
Forse questo tanto decantato governo dei “Migliori” non è poi stato così “migliore” se ogni giorno milioni di italiani devono cavarsela da soli tra crisi energetica, inflazione incalzante e una recessione economica non indifferente.
Forse la maggior parte non ha girato la testa dall’altra parte per disinteresse, ma invece perché sono anni, troppi, che si è abbagliati da programmi miracolosi che, però puntualmente, non vengono messi in atto.
Da troppo tempo siamo sopraffatti da un unico sentimento, purtroppo alimentato dai continui fallimenti politici.
Una radicale e profonda sfiducia nei confronti di chi dovrebbe rappresentarci.
Una sfiducia che ha convinto, erroneamente, milioni di elettori a non esprimere il proprio voto.
A questo punto è inevitabile non chiedersi:
L’ignoranza politica e l’incapacità del mancato elettore, se vogliamo usare le parole poco edificanti usate in questi giorni, è frutto di una scelta arbitraria o piuttosto è il riflesso della stessa ignoranza e incapacità dimostrata da chi avrebbe dovuto rappresentarlo?
La volontà generale di cui parlava Hobbes è stata tradita da uomini che invece di amministrare la vita dello Stato hanno fatto scempio delle norme costituzionali ed hanno emanato leggi discutibili.
Gli astenuti, demoralizzati e disgustati da scelte politiche controverse e da uomini politici che, invece di proporre soluzioni e progetti, (durante questa mirabolante campagna elettorale hanno ritenuto prioritario accusarsi e screditarsi a vicenda), hanno creduto, sbagliando, che non ci fosse altra via d’uscita per manifestare il proprio dissenso.
E la nostra classe politica invece di puntare il dito, dovrebbe soffermarsi a riflettere e a non sottovalutare questi milioni di italiani perché con il loro non voto rappresentano una coalizione molto più numerosa e più forte dei loro fragili partiti.
Ma non dovrebbero trascurare nemmeno il dissenso dimostrato da tutti coloro i quali non hanno rinnovato la fiducia a chi fino a questo momento ha amministrato.
Gli argini di questa grande diga politica sono stati rotti. L’acqua putrida che conteneva è fuoriuscita e adesso a chi toccherà riempirla con acqua pulita?
Chi è riuscito ad essere eletto, sarà in grado di esprimere e di concretizzare la volontà collettiva o si rivelerà un altro traditore che continuerà la grande opera di mistificazione?
Il non voto, per quanto sia sbagliato e politicamente inutile, mostra tutta la stanchezza degli italiani, i quali non sono più disposti ad essere raggirati e a tollerare ipocrisie e falsità.
Perché tutti noi elettori, prendendo in prestito le parole di Benedetto Croce:
“Non abbiamo bisogno di chissà quali grandi cose o chissà quali grandi uomini. Abbiamo solo bisogno di più gente onesta”.