Un misterioso tunnel segreto sotto piazza Duomo
Nel mentre stavo conducendo una ricerca volta ad individuare l’esistenza di antichi monumenti e la topografia del sito delimitato dall’odierna Piazza Duomo e da Piazza Università a Catania, mi imbattevo in alcuni documenti ed in una mappa, depositati presso l’Archivio di Stato di Catania, che descrivevano un corridoio sotterraneo di cui non si aveva notizia, in parte collocato nel sottosuolo tra l’odierno Palazzo Degli Elefanti e Palazzo Dei Chierici in piazza Duomo, che collegava in passato i due siti. La mappa relativa a questo corridoio sotterraneo, unitamente alla didascalia descrittiva dei singoli punti e ad altre indicazione connesse alle motivazioni per cui fu redatta tale mappa, vengo di seguito riprodotte e riportate. (1)
Rilevata l’esistenza dei documenti sopra riportati che certificavano in modo inoppugnabile l’esistenza di questo percorso sotterraneo, prima descritto, procedevo ad ampliare e circoscrivere una ulteriore ricerca mirante a reperire documenti, note storiche o scritti che testimoniassero eventuali notizie o testimonianze di tale percorso sotterraneo. Per avere una prima visione d’insieme delle possibili fonti ove ricercare notizie fornite dagli storici e studiosi dei secoli precedenti al XIX, abbiamo inizialmente consultato il testo di Guido Libertini “ L’indagine archeologica a Catania nel secolo XVI e l’opera di Lorenzo Bolano”, pubblicata in ASSO 1921, edito nel 1922. Dalla lettura di tale testo non sono emerse notizie specifiche, relative alle notizie pubblicate in quel secolo, che fossero direttamente collegabili al sottosuolo dell’odierna Piazza Duomo di Catania; un’indicazione generica è riferita agli studi dell’Arezzo.
Seguendo una sequenzialità cronologica delle notizie trovate nel corso di tale ricerca, abbiamo trovato una prima notizia che ci proviene da un testo di Vincenzo Bondice, che scrive nel 1860, riportiamo: “ Ebbe altresì Catania innalzato un tempio alla dea Proserpina Luna. Era l’anno 1772 e scavavansi le fondamenta del Senatorio Palagio [ di Catania], quando per quel sito, che tramontana guarda, gli avanzi di un tempio si scoprivano e numerose colonne di marmo colle basi e moltissime pietre intagliate. Di faccia al portico dell’anzidetto Palagio a settentrione circa 30 palmi siciliane distanti, si scopersero di più alcuni sotterranei viali capaci a comunicarvi comodamente un uomo; che questi viali siano stati acquedotti, si scorgea dalla disposizione delle fabbriche che givano a terminare senza che terminassero i viali. Pare dunque indubitato, che questo luogo sia stato di quei penetrali, destinati agli oracoli, che comunicavansi dai sacerdoti Gentili ai popoli, per ministero di un foro, che avevano le statue degli dei dalla parte deretata sino al labbro di esse simili a quelle, che osservai l’anno 1842 negli antichi templi della elegantissima città di Pompei. Volevasi dal principe di Biscari che se ne fosse continuato lo scavo, ma fu impedito dal proseguimento della grandiosa fabbrica del sunnomato Senatorio Palagio. Il Bolano, l’Arcangelo, Carrera, ed Amico portavano opinione che in questo luogo fosse il tempio o Foro della Luna, o Proserpina per cui sin l’età dei medesimi questa piazza, o Piano della Luna è chiamato. – Noi diciamo Piano del Lunedì o di Luni poiché ogni giorno di lunedì hassi in questa piazza un abbondante mercato. (2) Dalle notizie forniteci dal Bondice dovremmo, quindi, concludere che il percorso sotterraneo descritto nei documenti trovati all’Archivio di Stato di Catania iniziasse dal sottosuolo di quello che un temo fu il tempio dedicato alla dea Proserpina.
Altri elementi descrittivi dell’odierna Piazza Duomo e dei monumenti che un tempo vi esistevano, che ci aiutano a capire la topografia complessiva del sito, possiamo trarli da un testo di Giovanni Florio Castelli, che scrive nel 1866, riportiamo: “Le Terme nominate Achillee formavano la magnificenza in Catania ai tempi dei Romani. Vasto era l’edificio ed ammirabile. Rovinate le camere, distrutti i muri, spezzate le iscrizioni le colonne, ed altri ornamenti furono per molti secoli abbandonati (22). Si eresse la gran chiesa della Vergine e Protomartire catanese S. Agata per opera del Conte Ruggeri nell’anno 1091 su di alcune rovine delle Terme Achillee, e non ostante la distruzione, e le fabbriche della chiesa sotto la stessa esistono ancora diverse camere nelle quali si scende dal cimitero. Il Seminario dei Chierici pure fu eretto su altre rovine delle Terme, e così il gran palazzo della Loggia, oggi Casa Comunale della quale si è fatto cenno, parlando del Tempio della Dea Luna, nelle note. [ … ] Era l’anno 1772 e scavavansi le fondamenta del Senatorio Palagio, quando per quel sito, che tramontana guarda, gli avanzi di un tempio si scoprivano e numerose colonne di marmo colle basi e moltissime pietre intagliate. Di faccia al portico dell’anzidetto palagio a settentrione cira 30 palmi siciliane distante, si scopersero di più alcuni sotterranei viali capaci a comunicarvi tranquillamente un uomo; che questi viali siano stati acquedotti, si scorgea dalla disposizione delle fabbriche che givano a terminare senza che terminassero i viali. Pare dunque indubitato, che questo luogo sia stato di quei penetrali, destinati agli oracoli, che comunicavansi dai sacerdoti Gentili ai popoli, per ministero di un foro, che aveano le statue degli dei dalla parte deretata fino al labbro di esse simili a quelle, che osservai l’anno 1842 negli antichi templi della elegantissima città di Pompei. [ … ]”. (3)
Anche Guglielmo Policastro ci fornisce altri elementi conoscitivi del sito di Piazza Duomo a Catania: “La Santa [Sant’Agata] usciva dalla porta maggiore della cattedrale: posta sul fercolo, si partiva dalla grande piazza – Platea magna – e per la via sacra ( aperta nel 1622, con la demolizione di un’antichissima muraglia tra il palazzo Senatorio, allora di fronte alla Cattedrale, e quello vescovile, attaccato al Duomo e che si distendeva sino alla metà dell’ex Seminari dei Chierici) entrava per la Porta dei Canali e di Carlo V, situata sotto il balovardo di S. Agata[…].”.(4)
Ed ancora da un manoscritto di Girolamo Pistorio ricaviamo notizie riferite ad alcuni condotti sotterranei esistenti a Piazza Duomo a Catania: “ Rispetto al Portico di esso nuovo Senatorio Palazzo a settentrione non più di quattro canne lontane si scopreano alcuni sotterranei viali, capaci a camminarvi comodamente un uomo – che non erano per acque si vedea dalla disposizione delle fabbriche, che givano a terminare – io avrei battezzato questo luogo per uno di quegli antri designati agli oracoli, de’ quali tratta il celebre Candela. Sia come si voglia, che Proserpina, da altri Luna chiamata siasi venerata da Catanesi Gentili si a dalle medaglie istesse di Catania – Ma chi saria curioso d’osservare esattamente questa rimasuglia di antichità, bisognerebbe, che faccia riscavare il terreno riempito di terra.”. (5)
L’area di piazza Duomo a Catania è stata interessata dall’indagine archeologica realizzata tra il 1975 ed il 1978 dall’Istituto di Archeologia dell’Università di Catania, guidata dal Prof. Giovanni Rizza, con articoli del Prof. Filippo Giudice e dell’Architetto Francesco Tomasello, che furono pubblicati nel n. 18 del 1979 di “Cronache di Archeologia”. In particolare Francesco Tomasello nel suo articolo “Catania, Piazza Duomo. Contributo per la restituzione dell’impianto urbano della città settecentesca”, pubblica la mappa planimetrica sotto riportata in cui sembrerebbe chiaramente evidenziato il tratto finale del sotterraneo che collegava il sito dell’odierno Palazzo Degli Elefanti con il sito dell’odierno Palazzo Dei Chierici, in prossimità di quest’ultimo. (6) L’indagine archeologica venne avviata in seguito all’affioramento dei resti di imponenti strutture murarie, emerse a seguito degli scavi effettuati a piazza Duomo per realizzare il completamento della rete fognante, realizzando il collegamento con i collettori fognari provenienti da Porta Uzeda, via Vittorio Emanuele e via Etnea. L’indagine archeologica non poté, però, proseguire autonomamente, dovendo espletarsi nell’ambito degli scavi effettuati per completare la rete fognaria, come testimoniato dal Prof. Giovanni Rizza: Purtroppo le difficili condizioni del terreno non permisero un adeguato ampliamento dell’indagine, che forse avrebbe potuto dare qualche preziosa indicazione sui sottostanti livelli di età romana, e su eventuali strutture da mettere in rapporto con gli impianti termali che si conservano sotto la cattedrale. Fino circa a tre metri di profondità lo scavo infatti incontrò ancora strati di età medioevale [ … ]”. (7)
BIBLIOGRAFIA
- Archivio di Stato Catania – Tribunale Civile Catania – Planimetrie, Piante Topografiche allegate alle perizie 1820-1889 – Busta n. 20 – fasc. n. 4 – p. 19 – Pianta Topografica ad acquerello del sotterraneo tra il Seminario dei Chierici ed il Comune di Catania ( Platania Musumeci Corsaro Giovanni – Nicotra Gaspare ) anno 1837.
- Vincenzo Bondice – Gli antichi monumenti di Catania – Estratto dal giornale “ Il mondo del culto” 1859 e 1860 – Palermo 1860 – pp. 14-15.
- Giovanni Florio Castelli – Memorie storiche intorno la distruzione dei vetusti monumenti di Catania – Stabilimenti tipografico Caronda – Catania 1866 – pp. 21-22 .
- Guglielmo Policastro – Catania prima del 1693 – S.E.Internazionale – Catania 1952 –p. 12.
- Girolamo Pistorio – Manoscrito presso la Biblioteca Ursino Recupero di Catania – p. 2.
- Francesco Tomasello – Catania, Piazza Duomo. Contributo per la restituzione dell’impianto urbano della città settecentesca – in Cronache di Archeologia, n. 18, 1979, p. 121.
- Giovanni Rizza – Catania. Scavi e scoperte negli anni 1975-1978 – in Cronache di Archeologia – n. 18, 1979, p.104.