Un libro a Natale: il resto dell’anno meglio i social
Un libro a Natale!
Questo è lo slogan che ci guida, come un mantra, durante i giorni precedenti le festività natalizie e che ci catapulta dentro librerie affollatissime, come furetti nevrotici.
Tra gli improbabili e assurdi regali che abbiamo comprato, in cima ai nostri acquisti ci saranno libri su libri.
Di cucina, un thriller, un fantasy e anche di barzellette, non importa l’argomento trattato o le preferenze del destinatario, l’importante è che sia un libro, perché a Natale l’importante è fare un regalo cool o forse semplicemente perché il più delle volte non si sa che cosa regalare e un libro qualunque, messo in bella vista sugli scaffali, risolve ogni problema.
Ma nessuna illusione, non è che a Natale ci trasformiamo tutti in lettori appassionati, Il più delle volte li sfogliamo distrattamente e poi li accantoniamo in un angolino.
Il destino dei libri di Natale è desolante così come è desolante e vuota la nostra voglia di leggere e di immergerci in una dimensione più profonda che ci spinga a una maggiore consapevolezza della realtà che ci circonda e di noi stessi.
“Puoi leggere, leggere, leggere….e piano piano ti sentirai arricchire dentro, sentirai formarsi dentro di te quell’esperienza speciale che è la cultura” scriveva Pier Paolo Pasolini.
Perché un libro non è un oggetto e basta che serve solo a riempire uno spazio vuoto nella nostra libreria di casa.
Un libro “se lo apri diventa un mondo” affermava Leonardo Sciascia
E invece noi, sempre più fagocitati dai luccicchii del mondo digitale, leggiamo sempre meno.
Secondo L’Associazione Aie (Associazione italiana editori) nel nostro paese gli italiani dedicano alla lettura in media circa 2 ore alla settimana e che il 30% legge in modo frammentario solo qualche volta al mese o addirittura una volta l’anno.
E questo mancato approccio con i libri è più marcato al Sud rispetto al Nord. Noi meridionali leggiamo veramente poco, una mancanza culturale che si somma alla nostra perenne e cronica crisi sociale ed economica, nonostante le “belle” promesse dei governi, indipendentemente dal colore politico, che si sono succeduti negli anni.
Un riflesso evidente di questa grave lacuna si evidenzia nella scarsa presenza sul territorio di librerie.
Sempre secondo l’Aie il Sud registra un 30°% in meno rispetto alla media nazionale.
Che sia Sud o Nord nel nostro Paese si legge ogni anno sempre meno, la Tv e soprattutto i social mantengono il primato e fagocitano nel loro illusorio universo sempre più proseliti.
Non è una questione di età, contrariamente a quanto si pensi, non sono solo i giovani, ma anche la vecchia generazione a non comprendere più l’importanza della lettura.
Siamo tutti inconsapevoli proseliti della nuova religione digitale che, con la sua arroganza dittatoriale, detta le nuove regole e ci imbriglia nella fitta rete dell’apparenza e della superficialità.
Il potere dell’immagine è oramai radicato in ogni nostro pensiero e ha annientato il valore della parola scritta.
Noi siamo la società della comunicazione orale, siamo rimasti in pochi ad avere nostalgia del profumo della carta stampata, perché la carta un profumo ce l’ha e quando la si stringe tra le dita sprigiona un aroma tra dolce e l’acre che ci ricorda che le parole trasmettono emozioni e pensieri.
Oggi, leggere è diventato un atto inutile, la presunta verità è solo quella propinata ad arte sulle piattaforme digitali.
Accecati da questo imperativo, nessuno è più in grado di avere pensieri propri e di sviluppare quel necessario senso critico per poter ragionare in modo individuale.
Un popolo che non legge è un popolo che non pensa e un popolo che non pensa è facilmente gestibile e più propenso ad accettare le ideologie dominanti come proprie.
Ecco perché a Natale non dobbiamo regalare libri solo per moda o per toglierci un pensiero, ma facciamolo consapevolmente e non releghiamoli da qualche parte in casa, ma dedichiamo del tempo a leggerli, consci che non è tempo sprecato ma tempo dedicato a noi stessi.
Questa è l’unica via che dobbiamo percorrere se vogliamo allentare la tirannia dei social e della televisione e se soprattutto vogliamo una società in cui l’opinione pubblica sia libera e indipendente.
Un libro è capace di renderci individui critici e pensanti.
A questo proposito è doveroso citare Ray Bradbury, che spero abbiate letto, e di certo ricorderete questa frase emblematica scritta da lui in Fahrenheit 451
“Un libro è un fucile carico, diamolo alle fiamme,! Rendiamo inutile l’arma, Castriamo la mente dell’uomo”.