Umberto Galimberti, in Sicilia l’amore in jazz tra musica e parole
Il battito del cuore ha un ritmo sincopato. Ritmo che si acuisce con le emozioni. Ritmo che ricorda i suoni jazz. Il ritmo incalzante e ibrido che partendo dai ceti popolari ha conquistato trasversalmente tutto il mondo e tutti ceti. Un genere musicale che racconta la gioia e il dolore, la ribellione e la pace, il sogno e la realtà, con la magia della musica e la forza delle parole.
Tra musica e parole si muoverà “L’amore in Jazz” un evento che permetterà di vivere ed entrare in relazione con il mondo circostante osservandolo da una prospettiva diversa dove pensiero e suono si fondono per creare un momento di profonda riflessione e piacere estetico.
Il Professor Umberto Galimberti esplorerà il tema dell’amore attraverso diverse prospettive filosofiche in uno straordinario incontro tra musica e parola, accompagnato dai seducenti virtuosismi di Piero Delle Monache e Dino Rubino.
Musica e parole possono incontrarsi, arricchirsi oltre i confini del tempo, della quotidianità e della familiarità.
“Nasce dall’idealizzazione, per un incantesimo della fantasia. Si nutre di novità, di mistero, di pericolo. Ha come suoi nemici il tempo, la quotidianità, la familiarità. È la misura del senso della vita” si legge nel comunicato stampa.
Il Professor Umberto Galimberti, filosofo e psicoanalista italiano, nato a Monza nel 1942, pone al centro dei suoi studi la figura dell’uomo che, in una realtà dominata dalla tecnica, si sente un “mezzo” nell’“universo dei mezzi”, alla continua ricerca di un senso al suo esistere, pervenendo alla conclusione che soltanto attraverso una “pratica filosofica” l’uomo possa orientarsi nel mondo della tecnica in cui si trova inserito, gettato e trovare sollievo al disagio. Nelle proprie opere sull’amore, Umberto Galimberti illustra come l’acutezza del pensiero penetri i meandri del sentimento e del desiderio, registrando i mutamenti intervenuti nelle dinamiche dell’attrazione, nel patto con l’amato/a, nei percorsi del piacere (dall’onanismo alla perversione). Sullo sfondo si muove, come un fantasma, continuamente evocato e rimosso, quello che propriamente o impropriamente gli uomini non smettono di chiamare amore.
Secondo l’autore, da un lato l’amore sembra esser diventato “l’unico spazio in cui l’individuo può esprimere davvero sé stesso, al di fuori dei ruoli che è costretto ad assumere in una società tecnicamente organizzata”; dall’altro lato, questo stesso spazio è diventato il luogo della radicalizzazione dell’individualismo, dove le persone cercano spesso nell’altro il proprio “Io”, e portano avanti relazioni più per realizzare il proprio Sé che il rapporto con l’altro.
Definito “uno dei dieci jazzisti del futuro” da GQ Magazine e riconosciuto “eccellenza nazionale”, Piero Delle Monache è un sassofonista e compositore che gira il mondo grazie alla musica. Classe 1982, ha suonato ai quattro angoli del pianeta, dalla Turchia al Giappone, dagli Stati Uniti alle principali capitali europee (tra queste Parigi, Bruxelles, Roma).In Africa ha tenuto una tournée organizzata da “Fondazione Musica per Roma” e il Ministero degli Esteri, toccando, con il suo quartetto, Addis Abeba, Nairobi, Maputo, Harare, Cape Town, Johannesburg e Libreville, spesso coinvolgendo musicisti del posto.
Jazzista catanese, inizia a studiare pianoforte classico presso il Conservatorio “V. Bellini” di Catania. Nel ’94, dopo aver visto suonare Tom Harrell, decide di iniziare a studiare la tromba abbandonando così lo studio del pianoforte classico. Nel febbraio 2012 consegue la laurea in jazz al Conservatorio “A. Corelli” di Messina. Nel corso degli anni, ha suonato in moltissimi festival: Londra, Shangai, Portogallo, Belgrado, Venezuela, New York, Toronto, Sud America. Da diversi anni, Dino Rubino instaura una fruttuosa collaborazione con Paolo Fresu e la Tuk Music, etichetta del trombettista sardo, diventa quella con cui il pianista pubblica con continuità.