Tindari, una lunga giornata all’insegna della legalità
Tindari oggi 22 maggio è il fulcro di una lunga giornata all’insegna della legalità nel ricordo di importantissime figure di uomini uccisi dalla mafia, alla vigilia della strage di Capaci compiuta il 23 maggio 1992 in cui morirono il magistrato antimafia Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta Vito Scifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro e a conclusione della rassegna teatrale “TeatrOff Patti d’Autore” diretta artisticamente dal regista e direttore artistico Mario Incudine, svoltasi a Patti, in provincia di Messina. L’evento di oggi intitolato “Scommetti sul tuo futuro” è organizzato dall’associazione Banca della Speranza con la collaborazione della Regione Sicilia e del Parco Archeologico di Tindari e vedrà tra i personaggi più importanti, l’incontro con il presidente Pietro Grasso e Mario Incudine per ricordare i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, alla presenza del prefetto di Messina Cosima Di Stani, dell’assessore regionale alla famiglia Nuccia Albano, di tanti sindaci, di un migliaio di studenti delle scuole primarie della provincia di Messina presso il Teatro Greco di Tindari. Nel pomeriggio e di sera andranno in scena due piece teatrali, “Anime” e “Barbablù”.
Ma andiamo per ordine. La giornata, presentata dal giornalista Giovanni Remigare, nella mattinata vedrà il presidente Pietro Grasso ricordare agli studenti le figure di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, che per il loro impegno contro la mafia e con il loro sacrificio sono passati in eterno alla storia. Verrà premiato l’istituto che avrà presentato il miglior progetto con un assegno di 1000 euro. Nel pomeriggio andrà in scena lo spettacolo “Anime” scritto da Antonella Morreale, dedicato alla memoria delle vittime di mafia. “Anime” da “Anime che si chiamano” è un progetto artistico innovativo che vuole dare forza e speranza a chi, inermi, rassegnati o indifferenti al fenomeno della mafia in Sicilia, apparentemente inarrestabile e invincibile, cercano una dimensione temporale e spaziale entro cui rifugiarsi per rigenerarsi dalla disperazione empaticamente. Sul palcoscenico, in un’atmosfera surreale, i personaggi, vittime di mafia e i loro familiari, con un susseguirsi di parole ed emozioni, tenteranno di scuotere le coscienze degli spettatori, proiettandoli in una dimensione “altra” parallela alla realtà sensibile. Le parole della colonna sonora, le cui musiche sono di Sodano e Finistrella, esprimono una vera dichiarazione d’amore e di speranza verso la nostra terra di Sicilia e i suoi uomini migliori. I personaggi di questa rappresentazione sono le vittime di mafia e alcuni loro familiari: Emanuela Sansone, prima donna innocente di mafia, Francesca Morvillo in Falcone, Emanuela Setti Carraro, Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, Emanuela Loi, Agnese Borsellino, Felicia Bartolotta in Impastato, Graziella Campagna, Ida Agostino, Augusta Schiera, Rosalia Corbo in Livatino, Giudice Rosario Livatino, Antonio Montinaro, Giuseppe Di Matteo, Stefano Pompeo. Il coro dell’Istituto Comprensivo Lombardo Radice di Patti si esibirà e verrà premiato in quanto vincitrice del Sanremo GEF.
Di sera, lo spettacolo “Barbablù” scritto da Costanza DiQuattro”, con Mario Incudine, diretto da Moni Ovadia e musiche dal vivo di Antonio Vasta andrà in scena concludendo l’ importante rassegna teatrale “TeatrOff Patti d’Autore”. Si tratta di un monologo intenso nel quale Incudine racconta la storia del cattivo per eccellenza, dalla personalità contorta, dei suoi setti amori vissuti, fino a distruggerli, una ad una. E di Barbablù, che all’inizio si muove in un’atmosfera gotica, in uno spettacolo di prosa in italiano e assume una collocazione temporale che ci riporta ai giorni nostri, denunciando un dramma mostruoso, i femminicidi che vengono commessi da uomini senza scrupoli. Le voci fuori campo delle donne uccise da Barbablù sono quelle di sette attrici: Marianella Bargilli, Roberta Caronia, Lella Costa, Elisa Di Dio, Mirella Mastronardi, Elisabetta Pozzi, Amanda Sandrelli, Silvia Siravo e Pamela Villoresi.