Spettacoli

Teatro, un’apoteosi per Oceanomare nella riduzione di Giuseppe Ferlito

Il fil rouge nel mare taumaturgico di Oceanomare, nella riduzione drammaturgica di Giuseppe Ferlito, tratta dal romanzo “Oceano Mare” (capitolo terzo “La Locanda Almayer”) di Alessandro Baricco, con la regia di Franco Giorgio rappresentato dagli attori Giuseppe Ferlito e Maria Rita Sgarlato, ha registrato il sold out a Santa Teresa di Riva nel Nuovo Teatro Val D’Agrò per la prima d’inaugurazione della stagione 2023/24 “Si alzi il sipario”, con la direzione artistica di Cettina Sciacca.
Uno spettacolo onirico-surreale, scritto durante la pandemia da Covid-19, immerso tra le note di Ezio Bosso ed impersonato dai due attori nei volti di Madame Deverià ed i suoi desideri, Elisewin che è vivere che vuole, Dira col suo argento vivo addosso, il professor Bartleboom che sa dove inizia e finisce il mare, il barone Carewall che non ha mai visto il mare, il Dottor Atterdel che del mare sa curare, Padre Pluche in viaggio dai dogmi ai misteri, Plasson che dipinge il mare con il mare ed Adams che dal mare risale.
1 ora e 40 minuti di spettacolo, 15 minuti d’applausi nello scorrere de la locanda Almayer, in Oceanomare. Lo spettatore, stupito, rapito nel silenzio è attento e attonito. È preso dalla bellezza della solitudine ormai perduta, nel tempo inesorabile e loro, qualcuno, attanti potrebbero fermarlo – e trovarlo -. Perché davanti la vita è al mare che dobbiamo trovare un qualcosa per non morire, poi, in silenzio. E dal silenzio s’innalza il potere salvifico dello sconfinato blu, laddove l’uomo col proprio vedere segna il limite è proprio lí che si apre il miracolo del divenire, dal classico, ogni giorno noi.
E così in Oceanomare, Produzione Centro Teatro Studi, il respiro rallenta.
È un abbraccio soave al di fuori della premessa tra la mimica, la dizione, il tempo, le battute, le pause, i toni, i sospiri, la gestualità: perfetti.
L’attore rapisce lo sguardo e la mente fa silenzio nell’intimità scenica.
Interpretazione magistrale, iconica ed ironica. Uno spettacolo che meriterebbe 3 mesi di palinsesto in sold out perché entra nella mente la tonalità costante del narratore così come l’infinito del mare nel soffermarvici lo sguardo immemore.
Esalta la poetica della lirica come un lume di candela illumina esattamente e delinea dettagli, risalendo attraverso l’oscurità.
Qualcosa come due cose che si toccano tra lo sguardo e l’oggetto che è nel ricevere negli occhi il mondo lo riempie d’immensità.
E s’intravede nella regia la scenografia, negli atti e nei costumi la follia e la speranza de La zattera della Medusa di Géricault.
La stagione 2023/24 “Si alzi il sipario” del Nuovo Teatro Val D’Agrò che porterà in scena 10 spettacoli si chiuderà domenica 26 maggio con “Centomila, uno, nessuno – La curiosa storia di Luigi Pirandello”.

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