Teatro del Canovaccio: in scena Deacadence tratta dal testo di Steven Berkoff
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Torna al teatro del Canovaccio, fuori abbonamento, uno spettacolo amato dal pubblico catanese. Il 22 febbraio alle ore 21,00 e il 23 alle ore 17,30 verrà messo in scena Deacadenze. Performance tratta dal testo di Steven Berkoff, traduzione di Giuseppe Monfridi e Carlotta Clerici. Con Alice Sgroi e Francesco Bernava, regia e adattamento di Giovanni Arezzo, assistente alla regia Anastasia Zuccarello, costumi di Grazia cassetti, musiche originali Orazio Magrì, produzione Mezzaria teatro. Vincitore del premio “Catania premia Catania” 2020 del Teatro Stabile di Catania.
Una storia moderna (il testo è del 1981), che mette a fuoco le debolezze (infinite) dell’umanità, le fragilità della coppia, le crisi delle coscienze, le isterie dell’individuo, l’enorme difficoltà delle relazioni interpersonali.
Quattro personaggi sono disegnati dalla penna di Berkoff, ma egli stesso indicò che dovessero essere interpretati da due soli attori, in uno scambio di ruoli che si alternano fra donne, mogli, mariti e amanti. Amanti famelici di sesso, droga e alcool, che si cannibalizzano a vicenda. Si amano famelicamente e si odiano in una spirale abissale che porta i due doppi verso le loro infime decadenze.
Grandi performer sono Alice Sgroi e Francesco Bernava nello spettacolo. Sono naturali nella loro forzatura, delicati nella loro isteria. Si muovono, mimano, ballano, creano, gesticolano e proiettano attorno a sé ambienti e circostanze oggettivamente non presenti sulla scena ma evocati dalla loro presenza. Si percepisce la grande fatica fisica e mentale che un testo di questa portata richiede agli interpreti e si percepisce uno studio e una ricerca approfondita per entrare e uscire dai personaggi doppi, per declamare versi che non lasciano spazio al respiro, per incarnare una femminilità e una mascolinità esasperati, molto caratterizzati, ma autentici.
Operazione molto difficile, con una struttura drammatica che è una vera e propria raffica d’artiglieria di racconto e dialogo, una metrica velocissima e martellante, un testo rock carico di assonanze e suggestioni foniche, rese magistralmente anche dai traduttori.
La performance parla di noi, il testo, che andrebbe ascoltato più volte per coglierne ogni sfumatura, parla a noi e parla oggi più che mai “della necessità del Teatro che è l’unico luogo all’interno del quale possiamo riuscire a guardarci allo specchio” (note di regia)
Info e prenotazioni al 3482344930
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