Arte

Taormina, prorogata al 25 aprile la mostra “Teatròs” di Pedro Cano

Incoraggiati dal grande successo di visitatori e critica, la mostra di Pedro Cano “Teatròs” in corso a Palazzo Ciampoli di Taormina è prorogata per tutto il periodo di Pasqua e fino al 25 aprile incluso.
Lo annuncia la direttrice del Parco Naxos Taormina, l’archeologa Gabriella Tigano, che spiega come la decisione di allungare il periodo espositivo vada incontro anche al progressivo aumento di presenze turistiche e di scolaresche in gita: un contributo per integrare e arricchire l’esperienza di conoscenza dei visitatori attesi a Taormina e nel comprensorio per le vacanze di Pasqua e i primi ponti primaverili.
La mostra, a cura di Giorgio Pellegrini, è promossa dal Parco Naxos Taormina e organizzata dalla Fundaciòn Pedro Cano, su progetto di Giorgio Pellegrini. Il percorso espositivo è un viaggio fra i più bei teatri di pietra del Mediterraneo: da quello di Petra, in Giordania, a quello di Cartagena, in Spagna. E poi l’Odeon di Alessandria in Egitto e i teatri in Siria, Turchia, Grecia, Libia. E infine l’Italia con Ostia Antica, Villa Adriana e Taormina.
Visite tutti i giorni fino a martedì 25 aprile 2023 con ingresso libero. Gli orari di visita sono uguali a quelli dei siti del Teatro Antico di Taormina e del Museo e area archeologica di Naxos: fino al 15 marzo 9-17; dal 16 al 31 marzo ore 9-17.30; dall’1 al 30 aprile 9-18.
Ad accogliere i visitatori, al piano terra di Palazzo Ciampoli, sono anche una trentina di acquerelli realizzati dagli allievi del corso tenuto dal maestro Pedro Cano al Teatro Antico di Taormina, nel mese di gennaio, in concomitanza con l’inaugurazione della mostra e al quale hanno preso parte anche artisti italiani e stranieri.

NOTIZIE SULLA MOSTRA “Teatròs” di Pedro Cano

“Il Mediterraneo è stato lo scenario nel quale ho trascorso gran parte della mia vita, e ho dedicato alle sue terre e alle sue città migliaia di opere su carta, tele e soprattutto moltissimi quaderni che mi hanno accompagnato nei miei viaggi.”
Così Pedro Cano introduce la sua mostra, sedici acquerelli di grande formato che raccontano per immagini altrettanti teatri dell’antichità classica che l’artista spagnolo ha visitato in oltre trenta anni di viaggi. Una sorta di odissea artistica attraverso alcuni tra i più significativi siti greci e romani affacciati sul Mediterraneo, dal quello della città nascosta dei Nabatei, Petra, nella attuale Giordania a quello monumentale di Taormina in Sicilia dove la mostra, reduce dai successi riscossi a Cartagena, Milano e Fabriano, approda nel gennaio 2023.
La mostra “Teatros” di Pedro Cano, a cura di Giorgio Pellegrini, ci invita a un viaggio alla scoperta di questa preziosa eredità testimone della forte crescita culturale che esercitò una grande influenza in tutta Europa, nel Nord Africa e nel Medio Oriente; un viaggio da compiersi attraverso le sensazioni prima registrate dall’Artista nei suoi taccuini di viaggio (alcuni presenti in mostra) e poi riemerse in tutte le loro straordinarie atmosfere nei dipinti esposti, quasi come se fosse ancora possibile percepire il vissuto di quei luoghi, ascoltarne i clamori e l’intensa umanità.
“Sin dalla sua giovinezza – scrive Giorgio Pellegrini nelle note che accompagnano il progetto espositivo – il Teatro ha destato in Pedro Cano un forte interesse culturale così, quando nel 1988 il regista Maurizio Scaparro gli chiede di realizzare le scenografie de La Vita di Galileo di Bertolt Brecht per il Teatro di Roma, coglie con entusiasmo l’occasione per immergersi in quel mondo. Il felice sodalizio con Scaparro si consolida l’anno successivo per la messa in scena delle Memorie di Adriano di Margarite Yourcenar, protagonista Giorgio Albertazzi. Questa volta Pedro Cano non si limita a disegnare le fogge ma interviene anche sui tessuti affinché i costumi di scena risultino perfettamente integrati nel “Teatro Marittimo” di Villa Adriana a Tivoli. Con ‘Teatròs’ i visitatori di Taormina vivranno l’esperienza di un reportage sentimentale intorno all’immenso specchio azzurro del Mediterraneo i cui confini non devono intendersi solo meramente geografici ma anche concettuali e propri di uno spazio che è stato ed è un crocevia di ideologie, culture, religioni e arti”.

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