Tanasi (Codacons): “Costo del credito troppo alto, misure per sostenere le famiglie”

Un possibile taglio dei tassi d’interesse da parte della Banca Centrale Europea (BCE) dello 0,25% porterebbe a una riduzione della rata mensile per i mutui a tasso variabile più diffusi in Italia, con un risparmio che oscillerebbe tra i 13 e i 30 euro al mese. Tuttavia, secondo il Codacons, l’impatto di questa riduzione sarebbe ancora insufficiente a dare un sollievo significativo alle famiglie, molte delle quali restano schiacciate da rate elevate e da un costo del credito che, nonostante il calo dell’ultimo anno, continua a pesare sui bilanci domestici.
Secondo le stime del Codacons, per un mutuo a 20 anni di importo tra i 100mila e i 200mila euro, il risparmio mensile sarebbe compreso tra i 13 e i 27 euro, pari a un alleggerimento della spesa annua tra i 156 e i 324 euro. Per i mutui a 30 anni, la riduzione della rata varierebbe tra i 15 e i 30 euro al mese, con un beneficio annuo tra i 180 e i 360 euro. Su un mutuo di 125mila euro con durata di 25 anni, il taglio dello 0,25% implicherebbe un risparmio di circa 17 euro mensili, pari a circa 204 euro annui.
L’ultimo report della Banca d’Italia ha confermato che nel 2024 i tassi effettivi applicati ai mutui in Italia sono scesi dell’1,37%, passando dal 4,92% di novembre 2023 al 3,55% di dicembre 2024. Tuttavia, il costo del credito nel nostro Paese rimane elevato rispetto ad altri Stati europei, penalizzando famiglie e imprese.
“Se da un lato la riduzione dei tassi può rappresentare un segnale positivo, dall’altro il problema del costo del credito in Italia resta serio e ben lontano dall’essere risolto – spiega il Prof. Francesco Tanasi, Segretario Nazionale del Codacons –. Il calo dell’1,37% nei tassi praticati sui mutui rispetto al 2023 è ancora insufficiente a riequilibrare la situazione economica di milioni di famiglie che hanno visto raddoppiare o addirittura triplicare le proprie rate a causa dell’impennata dei tassi di interesse avvenuta negli ultimi anni. Il rischio concreto è che molte famiglie in difficoltà non riescano a sostenere il peso dei finanziamenti e si trovino costrette a vendere la propria abitazione o a rinunciare a investimenti essenziali.”
Secondo Tanasi, il taglio dei tassi non basta: “Occorre un intervento strutturale da parte delle istituzioni per sostenere i nuclei familiari maggiormente colpiti dalla crisi. Servono misure di supporto concreto, come un fondo di garanzia per le famiglie a rischio di insolvenza, agevolazioni fiscali più incisive sui mutui e un monitoraggio più stretto delle politiche bancarie per evitare che la riduzione dei tassi non si traduca in benefici reali per i cittadini.”
Il Codacons sottolinea come, nonostante il calo dei tassi ufficiali, le banche italiane continuino ad applicare spread elevati, mantenendo il costo del denaro più alto rispetto ad altri Paesi europei. Inoltre, il tasso d’interesse sui mutui rimane superiore al 3,5%, un livello ancora oneroso per le famiglie, specialmente in un contesto di inflazione persistente e aumento generale del costo della vita.