Sulla natura dello SpazioTempo e della materia
Quello che abbiamo definito come spazio euclideo (a tre dimensioni x, y, z) non è altro che una rappresentazione della nostra mente, un modello geometrico per cercare di descrivere la realtà che ci circonda. L’evoluzione di questo modello è lo spaziotempo relativistico di Einstein (a quattro dimensioni x, y, z, tempo). Ulteriori evoluzioni si hanno con il modello di spazio multi-dimensionale (più di quattro dimensioni), come ipotizzato dalla teoria delle stringhe. L’idea di uno spazio vuoto ideale che fa da palcoscenico per la nostra esistenza e l’esistenza dell’universo è divenuta ridicola, confutata dalla stessa fisica osservata e sperimentata. In queste condizioni si può ben affermare che lo spazio, come lo abbiamo da sempre intuito, non esiste, ma che dobbiamo fare i conti con un’altra realtà. In primo luogo dobbiamo del tutto scardinare il concetto di spazio come “entità astratta”, geometrica, ideale. Lo spazio non è per nulla astratto, ne un concetto geometrico, ne tantomeno ideale. Lo spazio è divenuto concreto, esistente, reale e in continua evoluzione. Ma cerchiamo di capire cosa sia lo spazio, che per adesso continueremo a chiamare “spaziotempo” solo per comodità, nell’attesa di definirlo con un altro nome. Sarebbe a mio avviso più appropriato definirlo “spazioenergia” o, meglio, semplicemente “energia”. Non esiste uno spazio vuoto che, come un contenitore, contiene energia, bensì è l’energia stessa che definisce e crea lo spazio. Infatti, l’energia muovendosi, cambiando e spostandosi, pone in esistenza quello che abbiamo chiamato “spaziotempo”, per questa ragione la massa può deformare, curvare e interagire con lo spaziotempo, perché lo spaziotempo è energia in moto e anche la massa è energia. Cosicchè lo spaziotempo si espande accelerando, mirabile frutto di una energia sconosciuta di natura espansiva, lenta e debole come il soffio di una delicata brezza della sera.
Keywords: Equazione di campo gravitazionale, energia oscura, materia oscura, massa, energia, spettro elettromagnetico, lunghezza d’onda, materia barionica, tassellatura dello spazio, dodecaedri rombici, flusso primario, flusso secondario, flusso terziario, flusso quaternario, antimateria, carica elettrica, carica di colore, spin
1. Introduction
1.1 Una nuova interpretazione dell’equazione di campo di Einstein.
La forma di questa equazione di campo gravitazionale, così come concepita da Albert Einstein in seno alla sua teoria della relatività generale, come estensione della relatività ristretta nel tentativo di spiegare e inglobare la gravità, è:
- originale Rµυ-1/2 gµυR = 8πG/c4 Tµυ
- successiva Rµυ-1/2 gµυR + Λgµυ = 8πG/c4 Tµυ
Questa equazione ci dice che lo spaziotempo è estremamente rigido e che necessitano quantità immense di massa/energia per causare piccolissime variazioni della sua geometria (vedasi il fenomeno delle onde gravitazionali). Il membro di sinistra, contenente un tensore di ordine due e uno scalare, ci da informazioni sulla natura “geometrica” della gravità (e una delle proprietà geometriche intrinseche dello spazio-tempo è proprio la curvatura), mentre il membro di destra altro non è che la sorgente della gravità stessa. L’equazione racchiude in sé il legame indissolubile materia/energia – gravità: la geometria dice alla materia come muoversi e quest’ultima dice alla geometria come curvarsi. Le equazioni del campo gravitazionale quindi contengono in esse anche le equazioni della materia stessa (le equazioni del moto) che genera il campo gravitazionale. La massa e l’energia sono, dunque, le sorgenti del campo gravitazionale. Per poter definire una nuova teoria del tutto dobbiamo adesso introdurre una ipotesi fondamentale che nasce da una considerazione, proprio su quest’ultimo concetto. Supponiamo infatti che non siano la massa e l’energia le sorgenti del campo gravitazionale, bensì proprio il contrario: che il campo gravitazionale sia la sorgente della massa/energia.
Questo assunto sembrerebbe irrazionale, perchè a questo punto servirebbe un’altra sorgente che generi il campo gravitazionale stesso. Tuttavia non è assolutamente più irrazionale del considerare il viceversa, poichè anche qui si dovrebbe ammettere l’esistenza della sorgente della massa/energia. Decidiamo, dunque, di sondare questo nuovo e sconosciuto mondo teorico che nasce e prende corpo da queste ipotesi. Nasce così una seconda ipotesi: la sorgente del campo gravitazionale è una forma di energia sconosciuta; l’energia che chiameremo oscura. Quindi riassumiamo le due ipotesi fondamentali:
- La gravità è la sorgente della massa/energia
- L’energia oscura è la sorgente della gravità
La rigidità estrema dello spaziotempo, non è generata da forze di intensità inconcepibilmente grande, bensì, per il principio Newtoniano di azione-reazione, da forze straordinariamente piccole, di intensità infinitesimale, così piccole che la materia barionica ordinaria non ne risente nemmeno e non interagisce con esse direttamente. Sorge spontanea una domanda: come può essere l’energia oscura la sorgente della massa/energia se non può interagire con la materia barionica, ne viceversa la materia risenta di questa energia? E la risposta è che c’è necessariamente bisogno di un intermediario di trasferimento interazione. Questo intermediario, che sorge dall’energia oscura e che è sorgente della massa/energia della materia barionica, lo chiamiamo materia oscura, perchè trattasi di una forma di massa/energia ancora sconosciuta. Quindi postuliamo una terza ipotesi:
- La materia oscura è l’intermediario di trasferimento interazione tra energia oscura e massa/energia barionica.
Attualmente, le osservazioni cosmologiche, astrofisiche e astronomiche ci confermano che l’universo è in espansione accelerata e che il valore della costante cosmologica non è costante nel tempo, ma è variata rispetto alle origini. Inoltre si stima che l’energia oscura sia il 75% di tutta l’energia del cosmo, la materia oscura per il 21% e la materia barionica per il 4% circa. L’universo non è affatto statico, bensì dinamico e si espande accelerando. Ovviamente, poichè il fenomeno della gravità è quello Einsteiniano e non più quello Newtoniano, nel seguito della trattazione, si identificherà il campo gravitazionale con lo spaziotempo e viceversa, in quanto, geometricamente, queste due entità coincidono, e vedremo nel seguito, che coincidono anche fisicamente, ossia, il campo gravitazionale è energia oscura e, lo spaziotempo è generato e creato dall’energia oscura che si espande. Il principio di azione e reazione della meccanica di Newton è fondamentale, poichè anche forze infinitesime, perfettamente contrapposte, infine si annullano. Questo ci permetterà nel proseguo di definire una nuova geometria dello spaziotempo. Terminiamo questo paragrafo con l’espressione di un concetto che si trova a metà strada tra il filosofico e il metafisico, o che li include entrambi, ma che ci aiuterà a comprendere meglio il proseguo della trattazione:
- Dalla Quiete del Tutto al Moto del Tutto.
D’ora in avanti questo concetto, lo chiameremo e richiameremo “Concetto Primario 1”.
Riporto anche qui un assunto fondamentale:
- Lo spaziotempo è isotropo e omogeneo.
Ques’assunto lo chiameremo nel seguito “Assunto Primario 1”.
1.2 Geometria dello spazio-tempo.
Dal Concetto Primario 1, abbiamo un Tutto che da uno stato di quiete, a un certo istante t = 0, si mette in movimento espansivo e radiale. E’ questa la nascita del tempo e dello spazio, intimamente legati nello spaziotempo. Secondo le regole dell’Assunto Primario 1, lo spaziotempo è generato, dunque, da un Tutto al medesimo istante t = 0. Ciò equivale a dire che, nel medesimo istante, elementi discreti del Tutto si espandono con radiazione sferica, isotropicamente e omogeneamente. La discretizzazione del Moto del Tutto è fondamentale, proprio per consentire l’esplicarsi del principio di azione e reazione di Newton, contemporaneamente all’espansione del tessuto spaziotemporale che così viene in essere. Perchè se il moto avvenisse in un continuo allo stesso istante t = 0 (da ogni punto del Tutto), il principio di Newton e l’esistenza dello spaziotempo non potrebbero co-esplicarsi (coesistere), a meno che non si ammettesse che qualche punto si espanda di moto più accelerato o decelerato degli altri, e questo negherebbe l’Assunto Primario 1, dell’isotropia e dell’omogeneità. Dal moto sferico discreto ne consegue che, a un istante successivo t = t1 si sono generate sfere di energia oscura che continueranno a espandersi fino a interferire tra loro premendosi con la medesima pressione in tutte le direzioni dello spazio, iniziando a deformarsi come le bolle in una schiuma. Ogni sfera di energia oscura viene così in contatto con dodici sfere identiche e dal comportamento identico e la superfice che prima era sferica si deformerà fino a che l’equilibrio delle forze opposte non raggiungono un certo limite al tempo t = t2. All’equilibrio limite la sfera centrale, inviluppata dalle altre dodici, si sarà trasformata in un dodecaedro rombico, così come tutte le sfere del Tutto che si erano messe in moto. Infine, quindi lo spaziotempo si è tassellato e assume un tessuto rigido composto da dodecaedri rombici. Ovviamente non stiamo parlando di un qualcosa di statico, l’energia oscura descrive dodecaedri rombici nel tempo e al trascorrere del tempo con il suo proprio movimento. Questo moto espansivo sferico è costretto a rallentare in prossimità delle facce del dodecaedro e si ripiega per fluire verso gli spigoli e da lì ai vertici, per abbandonare poi il dodecaedro d’origine e trasferirsi fluendo lungo spigoli e vertici di altri dodecaedri, unendosi agli altri flussi in un moto continuo che si espande in eterno e ovunque. Si sono pertanto instaurati quattro flussi energetici che sono caratterizzati da velocità di moto differenti. Un flusso primario, un flusso secondario, un flusso terziario e un flusso quaternario. Il primario è il flusso che dal centro della sfera/dodecaedro rombico giunge alle facce. Il secondario è quello che dalle facce fluisce e raggiunge gli spigoli. Il terziario è il flusso che si muove seguendo gli spigoli verso i vertici, e infine, il flusso quaternario è il flusso extra-dodecaedrico, un flusso unificato che si muove nello spaziotempo con un suo moto proprio.
Fig. 1 – Interferenza delle 13 sfere di energia oscura e tassellazione dello spaziotempo in dodecaedri rombici. (immagine tratta dal Web)
1.3 Dinamica dello spaziotempo.
Abbiamo già brevemente accennato ai flussi di energia, ai loro moti specifici. In questo paragravo cercheremo di descrivere più in dettaglio questi flussi o meglio sarebbe dire questo unico flusso che si modifica cambiando velocità e direzione (il tessuto dello spaziotempo non si può strappare). Ma prima dobbiamo dare altri due assunti primari (rispettivamente il 2 e il 3):
- Assunto Primario 2: lo spaziotempo non si può strappare.
- Assunto Primario 3: il flusso di energia oscura è inarrestabile e continuo.
Riportiamo la fig. 2, dalla quale si può vedere il dodecaedro rombico energetico generato dal fluire dell’energia oscura con la differenziazione del moto del flusso (i quattro flussi appunto).
Fig.2: flussi di energia oscura che generano I dodecaedri rombici che tassellano lo spaziotempo.
1.4 Dinamica dei flussi e origine della materia oscura.
La materia oscura ha origine in prossimità degli spigoli ove il rallentamento del flusso di energia oscura è tale da quasi fermarsi. In queste condizioni il flusso deve letteralmente attorcigliarsi (arrotolarsi, aggrovigliarsi) e vibrare, nascono il moto di rotazione e vibratorio, mentre già sopraggiunge il flusso energetico che con continuità si rinnova dal centro del dodecaedro rombico.
Il flusso primario, infatti che sgorga dal centro della originaria sfera possiede una sua naturale e intrinseca velocità di propagazione, quando giunge in prossimità delle facce (altri dodecaedri di fatto che contrappongono i loro flussi identici tra loro), è costretto a ripiegarsi, variando la sua velocità e direzione, spingendosi verso gli spigoli della faccia rombica. Sullo spigolo si generano le condizioni idonee all’ulteriore e drammatico rallentamento dei flussi energetici e c’è la comparsa di massa. E’ questa la massa appartenente alla materia oscura appunto. Ma dobbiamo adesso scendere più nel dettaglio. Ci sono zone all’interno degli spigoli ove è massima la probabilità che questi arrotolamenti avvengano, ossia proprio dove le forze che scaturiscono naturalmente dai flussi. Infatti, proprio dove le forze, seppur piccolissime in modulo, sono esattamente o quasi opposte, I flussi dovranno ripiegare e arrotolarsi a destra o a sinistra della direzione della forza opposta, iniziando a ruotare in modo destrorso o sinistrorso. Ci sono quattro combinazioni di moti di rotazione possibili, aventi eguale percentuale di probabilità, il 25% dunque.
- Flusso destrorso – flusso contrapposto destrorso (25%);
- Flusso destrorso – flusso contrapposto sinistrorso (25%);
- Flusso sinistrorso – flusso contrapposto destrorso (25%);
- Flusso sinistrorso – flusso contrapposto sinistrorso (25%);
Tuttavia le componenti di forza degli altri flussi vicini e dei flussi sopraggiungenti, nel favorire da un lato l’arrotolamento locale dello spaziotempo, non permettono più la sua naturale tendenza all’espansione, di conseguenza si sviluppano moti di vibrazione intrinseca locale; i grovigli elementari di spaziotempo assumono comportamento e natura massica vibrante e sono dotati di spin di rotazione destrorso o sinistrorso. Gli Elementari di spaziotempo si comportano come particelle.
Fig.3: Gli Elementari spaziotemporali.
2. La materia oscura.
Il vuoto non esiste. Esiste energia oscura che rallenta e che acquista massa, ma soltanto in una certa percentuale. E questa massa che si comporta come particelle rotanti e vibranti è la materia oscura. Lo spaziotempo è un pieno costituito da energia oscura e materia oscura. Vedremo che anche la luce, non si propaga nel vuoto (che non esiste), bensì si propaga nella materia oscura. Al momento cerchiamo meglio di chiarirci le idee su questa nuova entità sconosciuta. La materia oscura è composta da Elementari spaziotemporali aventi ciascuno una massa elementare critica specifica data da un accumulo locale di energia oscura lenta, uno spin di rotazione e una frequenza propria di vibrazione stazionaria. Cosicchè si può immaginare un Elementare di materia oscura come una rotellina dentata di un ingranaggio meccanico, invischiata e trasportata indefinitamente dai flussi di energia oscura liberi e naturali. Per queste ragioni, fiumi e mari di materia oscura viaggiano per il cosmo, sospinti dallo spaziotempo che si espande, l’energia oscura. Lo spin potrà essere destrorso che chiameremo positivo, e sinistrorso che chiameremo negativo. Ma vediamo subito come interagiscono tra loro due o più Elementari di materia oscura a seconda dello spin. Due Elementari che hanno lo stesso segno di spin rimangono uniti e bloccati, mentre se hanno segno opposto svaniscono esattamente in un flusso di energia oscura (flusso di srotolamento o di ripristino).
Valgono quindi le quattro regole principali:
- (+,+)= 2+
- (-,-) = 2–
- (+,-) = 0
- (-,+) = 0
Per capire meglio l’origine della natura puramente dinamica della materia oscura, consideriamo, ad esempio un ingrandimento parziale della figura 3.
Gli Elementari di materia oscura sono tutti identici fra loro, non possiedono una propria carica elettrica, ne di colore, niente di tutto questo. Vibrano esattamente allo stesso modo, l’unica cosa che possono fare è ruotare in senso orario, antiorario, traslare e vibrare. Non esiste il concetto di opposti che si attraggono, ne tantomeno di uguali che si respingono. Come si può vedere in fig.4, l’energia oscura che è costretta a rallentare ulteriormente fino quasi a fermarsi si aggroviglia, generando la comparsa degli Elementari di materia oscura.
Fig. 4: Grovigli spaziotemporali di energia oscura
3. Genesi della materia barionica.
Per comprendere come diviene in essere la materia ordinaria, di cui tutti noi siamo fatti, di cui sono fatte le stelle, pianeti, galassie, gas cosmici e tutto ciò che compone circa il 4% dell’universo conosciuto, dobbiamo dunque partire dagli Elementari di materia oscura e dal tessuto spaziotemporale (geometria e dinamica dei dodecaedri rombici e tassellazione dello spaziotempo. Per far ciò osserviamo la fig. 5 di seguito riportata.
Fig. 5: Elementari di materia oscura, positivo e negativo, con indicazione dei moti intrinseci e delle forze agenti.
Dalla figura 5 si può vedere chiaramente che i grovigli spaziotemporali sono costretti a vibrare, attorno a una ipotetica configurazione di equilibrio, data la natura espansiva dell’energia oscura. La natura della vibrazione è stazionaria. Gli Elementari si costituiscono con un processo continuo e vengono naturalmente trasportati con moti traslazionali dai flussi di energia oscura. Questi flussi sono intimamente connaturati con gli Elementari e determinano la loro sussistenza in essere nel tempo, impediscono la loro disgregazione e ne influenzano i moti intrinseci. Siamo dunque in presenza di un plasma dinamico, di natura espansiva, costituito da energia oscura che si propaga a varie velocità ed Elementari di materia oscura (energia oscura estremamente rallentata). Questo oceano spaziotemporale non è governato dal caos, ma segue precise leggi scaturenti direttamente in primis dalle mutue interazioni tra gli Elementari stessi e di quest’ultimi con i flussi di energia oscura. Entriamo nel dettaglio di queste interazioni, vedremo che sono poche e fondamentali.
Fig.6: interazione 1 Fig.7: interazione 2 Fig.8: interazione 3
Le interazioni rappresentate nelle figure 6, 7 e 8 sono le tre interazioni fondamentali della materia oscura con se stessa. Elementari che hanno verso opposto di rotazione (aggrovigliamento), quando si congiungono, si aiutano vicendevolmente a ripristinare il flusso di energia oscura originario, favorendo e promuovendo lo srotolamento dei grovigli e le naturali velocità di propagazione del flusso. Questa interazione dunque ripristina un flusso che è dunque diverso da zero e il moto può continuare. Nel proseguo questa interazione fondamentale la chiameremo “ interazione di ripristino ”. Le interazioni 2 e 3 sono del tutto identiche e avvengono quando si congiungono Elementari che hanno lo stesso verso di rotazione. Il moto vibrazionale permette induce l’incastro degli Elementari e il trasferimento delle forze. Per il principio di azione e reazione di Newton, queste forze identiche in modulo ma di verso opposto si annullano, gli Elementari non possono più ruotare e restando incastrate tra loro si fermano, o comunque rallentano ulteriormente il loro moto angolare fino a quasi fermarsi. Questa interazione a flusso zero la chiameremo nel proseguo “ interazione di aggancio “. Avremo quindi:
- Interazione di ripristino (-,+: flusso ≠ 0) – interazione fondamentale
- Interazione di aggancio (-,- or +,+: flusso = 0) – interazione fondamentale
Il plasma di energia è dunque un continuo ribollire di aggregati di Elementari e l’energia del ribollimento è proprio data dalle continue interazioni di ripristino. Contemporaneamente i flussi di energia oscura muovono il plasma come un cucchiaio di legno nel calderone, generando moti traslazionali e rotatori degli aggregati agganciati. Tutto questo processo avviene spontaneamente e tende naturalmente all’aggregazione di più aggregati (addensamento di materia oscura), proprio come avviene, per analogia, con la schiuma grassa (oleosa) che si raggruma e condensa al centro della superfice di una zuppa che bolle in un pentolone.
Lungo gli spigoli dei dodecaedri rombici, gli aggregati di Elementari vengono trasportati in direzione dei vertici, che sono la confluenza di 3 o di 4 spigoli. Vedremo che nei vertici a 4 spigoli il flusso di energia transitante è sufficientemente rapido ancora per non consentire ulteriori aggregazioni, in pratica non c’è accrescimento ulteriore degli aggregati. Mentre in tutti i vertici a 3 spigoli di convergenza, i flussi di energia sono sufficientemente lenti da consentire e promuovere ulteriori agganci e l’accrescimento degli aggregati. Si formeranno i Quark (durante il transito negli spigoli principalmente) e successivamente i protoni e i neutroni (nei vertici di confluenza 3-direzionale). Fondamentale è questo aspetto dei vertici con tre spigoli di convergenza, poichè spiega la presenza di 3 Quark all’interno dei protoni e neutroni. Ma facciamo per il momento un passo indietro ed andiamo nel dettaglio del meccanismo di formazione dei Quark.
4. Costituzione dei Quark.
Per iniziare la descrizione del fenomeno fisico si osservi dapprima la figura n° 9 che segue.
Fig.9: Processo di formazione sequenziale del Quark.
Nei paragrafi precedenti si è già affermato che due Elementari che hanno lo stesso verso di rotazione angolare (stesso segno; +,+ or -,-) quando si uniscono si fermano, comunque rallentano a tal punto il loro moto da essere di fatto quasi ferme (mentre aumentano il moto oscillatorio-vibrazionale). Nel momento in cui si viene a legare un terzo Elementare dello stesso segno, non c’è più localmente l’equilibrio e questo trasferisce il proprio moto al doppietto quasi-fermo, cosicchè il tripletto formatosi possiede nuovamente un proprio spin. Così via, un quarto Elementare dello stesso segno blocca momentaneamente il tripletto e, dunque il quartetto si ferma. Via via che gli Elementari, che affollano gli spigoli dei dodecaedri rombici, si uniscono stabilmente, aumentano la massa degli aggregati, mantenendo lo spin in configurazione dispari, fin quando si perviene alla massa critica del Quark (vedasi fig.9-G). I quark formatisi negli spigoli, vengono trasportati dal naturale flusso di energia oscura e pervengono ai vertici dei dodecaedri rombici. Se il flusso di energia è sufficientemente lento (questo avviene nei vertici con tre spigoli), tre quark che possiedono lo stesso spin, possono unirsi insieme e dunque, essendo in configurazione dispari, l’entità neoformatasi possiede ancora un suo proprio spin. Sono nati i protoni e i neutroni. Invece, laddove il flusso di energia è ancora rapido (questo avviene nei vertici a quattro spigoli), non si ha sufficiente lentezza per l’accostamentoe e l’unione stabile dei quark, che continueranno il loro viaggio fino a pervenire in altri vertici a tre spigoli. Bisogna, tuttavia sempre considerare che tutti questi processi aggregativi avvengono in regime di equilibrio dinamico, equilibrio in cui gli aggregati vengono aggrediti da Elementari di segno opposto e dunque, per l’interazione di ripristino, tendono a disgregarsi e scomparire, trasformandosi nuovamente in flusso naturale di energia oscura. Infatti quando un Elementare di segno opposto a quello dell’aggregato, viene sospinto dall’energia oscura a unirsi con questo, l’Elementare dell’aggregato si annichila e si ripristina localmente il flusso energetico che si espande con la sua velocità caratteristica. Di fatto la zona di contorno del quark è in equilibrio dinamico con il flusso di Elementari di segno opposto e con quelli di segno uguale che lo circondano e lo assediano da ogni dove. Esiste dunque una zona che circonda il quark, in corrispondenza del contorno che esplode continuamente in energia oscura espansiva, mentre contemporaneamente altri Elementari tornano ad aggregarsi. Questo flusso di energia espansiva che circonda il quark, circonderà egualmente il protone e il neutrone, determinando di fatto il confinamento dei tre quark uniti e, nel contempo allontanando parte degli Elementari che si ammassano verso i tre quark. A una certa distanza dal nucleo di quark, dunque, sarà localizzata una zona di grande fermento dovuto principalmento al maggiore addensamento di Elementari che sono costretti a interagire tra loro, unendosi e annichilendosi, in un nuovo equilibrio dinamico. E’ questa la libertà asintotica ed è questa la descrizione dei costituenti il nucleo atomico, protoni e neutroni. La nuvola di Elementari in equilibrio dinamico tra loro e con i tre quark, costituisce il Gluone. Allo stesso identico modo, la nuvola di Elementari in equilibrio dinamico tra loro e con il nucleo atomico, costituisce l’Elettrone. Con elevatissima probabilità esiste una massa critica posseduta dagli aggregati, che nella figura n° 9 vanno da A a F, per la quale si costituiscono i neutrini delle tre famiglie (elettronico, muonico, tauonico), anche se nel proseguo della nostra trattazione prenderemo soltanto in considerazione il neutrino elettronico, dato che tutta la materia barionica sembra essere costituita principalmente (e per la stragrande maggioranza) dalle particelle elementari che nel Modello Standard fanno parte della prima famiglia (quark Up, quark Down, elettrone e–, neutrino elettronico υe). Nel prossimo paragrafo ci occuperemo più in dettaglio del neutrino. Qui e ora diciamo subito che il neutrino non è un Elementare di materia oscura, ma che anche esso è costituito da una aggregazione di materia oscura, come i quark.
5. Il neutrino elettronico.
Nel Modello Standard il neutrino non ha massa, oltre a non avere carica. Invece il neutrino possiede una massa piccolissima, evidenza questa data dal fenomeno dell’oscillazione del sapore, per il quale un neutrino può mutare all’interno delle tre famiglie di neutrini conosciute (elettronico, muonico, tauonico). Il neutrino elettronico possiede elicità pari a -1 (elicità sinistrorsa) in verso opposto alla quantità di moto, mentre l’antineutrino elettronico ha elicità destrorsa, di verso concorde alla quantità di moto. Esso ha una massa che si attesta intorno a 0,05 eV/c2, vale a dire circa 1.000.000 di volte inferiore a quella dell’elettrone. Cercheremo adesso di dare una spiegazione ai seguenti due fenomeni:
ὐe + p+ → n + e+
Prima di dare una spiegazione ai fenomeni, dobbiamo descrivere la profonda natura della carica elettrica e definire cos’è l’antimateria.
Iniziamo dall’antimateria. Abbiamo affermato che due Elementari che hanno verso di rotazione opposto, quando si avvicinano in modo sufficientemente lento, si annichilano e avviene il fenomeno dell’interazione di ripristino. La materia oscura scompare per dar luogo a un flusso di energia oscura. Allo stesso modo è noto che se un elettrone e un positrone collidono essi si annichilano con emissione di 2 fotoni gamma che conducono una certa energia nota ognuno, pari esattamente a 0,511 MeV. Ma qual’è dunque il processo profondo che sta dietro l’annichilazione? L’antimateria non è altro che sempre la stessa identica materia, soltanto che ruota nel verso opposto. Cosicchè se un elettrone e un positrone collidono con velocità relativamente lente essi si annichilano poichè gli Elementari di materia oscura che li compongono si srotolano e si libera energia oscura, che mette in moto (spingendo materialmente) gli Elementari circostanti, e proprio questa è la natura dei fotoni. Infatti la luce, le onde elettromagnetiche non sono altro che il movimento degli Elementari di materia oscura. Ma torniamo all’antimateria. Quando materia e antimateria entrano in contatto, dato che ruotano in verso opposto si trasformano in energia data proprio dal ripristino del flusso originario, flusso di energia oscura appunto.
Adesso andiamo a comprendere la natura profonda della carica elettrica. Per far ciò anzitutto osserviamo le figure n° 10 – 11 – 12 che seguono sotto, rispettivamente da sinistra a destra.
Nella figura 10 c’è una rappresentazione dell’atomo di idrogeno. La figura 11 al centro è una rappresentazione del protone componente il nucleo dell’atomo, mentre la figura 12 mette in evidenza i tre quark all’interno del protone. A colpo d’occhio, dunque le 3 figure sono come un ingrandimento, un viaggio nel cuore della materia barionica. Possiamo notare i molteplici fenomeni di ripristino del flusso di energia oscura, con il conseguente confinamento dei quark nel protone e del nucleo stesso con la nuvola elettronica che lo ingloba. La libertà asintotica si esplica in tutta la sua bellezza. Da notare che sia i gluoni che gli elettroni, non sono particelle che ruotano, bensì sono costituiti da nuvole di Elementari di materia oscura il cui moto naturale tende sempre all’accentramento. I flussi di ripristino tendono invece all’allontanamento della materia oscura che si trova maggiormente addensata in zone di confine. Sono queste le zone “temporalesche” in cui si instaura ancora una volta un equilibrio dinamico tra flussi e materia oscura entrante nell’atomo. Globalmente l’atomo è neutro, ma non perchè esistono due cariche opposte che si attraggono; quando l’atomo è costituito non esiste nessuna carica, non esiste la carica elettrica. Questa è un fenomeno legato alla scissione dell’atomo, anzì più essenzialmente al moto di condensati di materia oscura collassati. Quando infatti un elettrone viene eccitato oltre l’energia di ionizazione e diciamo che viene strappato dal nucleo, è difatti l’intera nuvola di materia oscura che si allontana in maniera forzata dalla condizione di equilibrio che aveva, e questa nuvola che si sposta con la stessa energia assume le fattezze di un condensato che si muove all’unisono; è questo il collasso particellare. Il moto della nuova particella che si muove controflusso rispetto all’oceano di materia oscura che si dirige verso il nucleo dell’atomo e il flusso di energia oscura che la sospingono, pone in essere il fenomeno “carica elettrica”. In conseguenza a ciò, ossia all’alterazione delle condizioni di equilibrio dinamico, il nucleo rimasto privo momentaneamente della sua quantità di materia oscura, mostrerà anch’esso un fenomeno di carica elettrica. I due fenomeni sono opposti, poichè il nucleo, rotto l’equilibrio, tenderà a essere al centro di un campo di forze generato dal predominio temporaneo dei flussi di ripristino che sono diretti verso l’esterno. Infatti data la mancanza di materia oscura si ha una prevalenza per un tempo brevissimo di flussi di energia oscura uscenti, mentre il fenomeno di collasso dell’elettrone genera un moto di materia oscura che tende ad addensarsi in un punto nel processo di formazione della particella che si sta allontanando dal nucleo, instaurando dunque un campo di forze dirette verso l’interno della neo-particella virtuale. Come già detto, sia il gluone che l’elettrone sono particelle virtuali appunto. Nelle figure 13 e 14 che seguono si possono visualizzare i campi elettrici agenti.
Fig. 13 Fig. 14
Inoltre, l’elettrone eccitato tenderà a perdere energia, farsi trasportare dal flusso e ritornare al nucleo. A questo punto l’equilibrio dinamico si ripristina istantaneamente. Se invece, si fornisce continuamente energia all’elettrone strappato al nucleo, questo continuerà indefinitamente il suo moto controflusso, mantenendo in essere la sua carica elettrica acquistata.
Chiariti questi concetti e fenomeni, adesso possiamo trattare sia della fissione nucleare che avviene con neutroni lenti, sia dare una spiegazione dei due fenomeni sopra riportati. Contrariamente al protone, al di fuori del nucleo il neutrone è instabile e ha una vita media di circa 15 minuti. Il suo decadimento dà luogo a un protone, un elettrone e un antineutrino (decadimento beta). Dobbiamo anteporre il concetto di particelle lente e veloci, e per far ciò osserviamo la figura che segue (fig. 15). In essa è rappresentato un elettrone che ha appena abbandonato il suo nucleo, la nuvola pertanto è in addensamento ed è circondata da un campo di forze entranti verso il suo baricentro. La nuvola che sta collassando deve farsi largo nella marea di materia oscura e andare contro il flusso di energia oscura che spinge naturalmente verso i nuclei degli atomi. L’elettrone può essere lento o veloce a seconda della quantità di moto che possiede. Se la nuvola è lenta aumenta l’interazione con il mare di materia oscura, se è veloce la nuvola collassa sempre più e la sua densità si accresce, le interazioni tendono a zero.
Fig. 15
Vale l’equazione di continuità per un fluido reale, quindi anzichè una portata volumica (fluido ideale), avremo una portata massica, secondo la legge:
ρ1v1S1 = ρ2v2S2
ove ρ è la densità della nuvola, v è la sua velocità e S è la sezione trasversale massima della nuvola. Nella fissione nucleare i neutroni che la innescano devono essere lenti, in modo tale da poter penetrare nel nucleo e spaccarlo, essendo la velocità sufficientemente lenta da permettere l’interazione tra gli Elementari di segno opposto e il conseguente srotolamento e fenomeno di ripristino dei flussi di energia oscura. E’ questa la reale natura del fenomeno e non la sezione d’urto. Una volta che il neutrone è penetrato nel nucleo, si innescano interazioni di ripristino che spaccano letteralmente protoni e neutroni. I neutroni liberati decadono poichè privi della nuvola elettronica che rendeva possibile l’equilibrio dinamico. Senza equilibrio dinamico il neutrone tende a stabilire l’equilibrio dinamico naturale che è quello del protone, liberando gli Elementari di materia oscura in eccesso rispetto alla massa protonica, vale a dire un elettrone e un antineutrino (elicità destrorsa, ossia concorde con il vettore quantità di moto). Nel secondo fenomeno, un antineutrino e un protone collidono. L’antineutrino trascina nel suo moto anche una certa quantità di materia oscura, questa si unisce alla materia oscura che inizia ad assalire il protone. Come risultato della collisione-fusione sorgono un neutrone e una nuvola di materia oscura molto eccitata che collassa in un positrone.
6. Sulla reale natura della luce.
Le onde elettromagnetiche non sono altro che onde meccaniche in un mezzo, il mare di materia oscura appunto, sostenuto e sospinto da un oceano di energia oscura. Quando un’onda meccanica si propaga nella materia oscura, si crea un movimento di Elementari e dunque, per quanto detto al paragrafo precedente, un’alterazione del campo di forze elettrico. Contemporaneamente la materia oscura che si sposta forzatamente, altera il fluire naturale espansivo dell’energia oscura, che come già detto è in ogni punto ortogonale alle facce e agli spigoli dei dodecaedri rombici, quindi si ha anche un’alterazione del campo di forze magnetico, ortogonale a quello elettrico. Quindi dobbiamo fissare le due definizioni seguenti:
- I flussi di energia oscura sono il campo magnetico
- Il moto della materia oscura è il campo elettrico
I due moti sono sempre ortogonali l’uno rispetto all’altro. Un fotone che investe un atomo (che investe la nuvola elettronica orbitante attorno al nucleo di un atomo) è dunque paragonabile a uno Tsunami che irrompe in una spiaggia. Semplici e piccole ondine non hanno l’energia sufficiente a strappare via l’elettrone (energia di ionizzazione), ma uno Tsunami sì. Dobbiamo prendere atto che la materia barionica è immersa in fiumi e mari di materia oscura, creati, alimentati, sostenuti e sospinti da un oceano di energia oscura e che il vuoto non esiste, perciò, quando si afferma che la velocità della luce nel vuoto è pari a circa 300.000 km/s, in realtà questa è la velocità di propagazione dell’onda meccanica nel mare di materia oscura. Cosicchè, se si osserva la figura seguente, che rappresenta la ionizzazione di un atomo di idrogeno, eccitandolo con fotoni, si può comprendere meglio il fenomeno.
Fig.16
Oppure guardando la figura 17, qui sotto, si può comprendere realmente cosa succede quando una scarica elettrica rompe il legame molecolare dell’idrogeno.
Fig.17: scarica elettrica che rompe il legame molecolare dell’idrogeno (H2) ed eccita gli elettroni. Gli elettroni poi ritornano nell’orbita di minima energia emettendo luce (fotoni) nello spettro visibile.
7. Implicazioni cosmologiche.
All’istante t = 0, la Quiete si è messa in moto, l’Ovunque ha iniziato il suo moto, non in modo esplosivo, ad energie infinite, con forze incommensurabili, niente di tutto ciò. Come un soffio impercettibile, come una brezza leggera di una serena serata estiva, l’Ovunque è divenuto moto discreto, costante, incessante, invariabile, inesorabile; lo spaziotempo è venuto in essere come moto espansivo quantizzato. Ad un certo istante successivo si è tassellato in dodecaedri rombici, e il moto è divenuto variabile, in velocità, verso e tipologia, ma tutto questo indotto sempre da un esile e gentile soffio espansivo. Per il principio di azione e reazione, le opposte piccole forze lo hanno deviato, ripiegato e arrotolato, lo spaziotempo ha cominciato, oltre all’espansione, a ruotare, vibrare e traslare all’interno di se stesso. L’unico flusso primordiale, rallentando e accelerando nuovamente, si è diversificato in varie tipologie di flusso caratterizzate da diverse velocità. Il rallentamento del moto genera massa e l’accumularsi, l’addensarsi di massa genera la materia. Massa e materia che essendo frutto di accumulo e addensamento di quantità infinitesime di energia, divengono contenitori potenziali di energie infinitamente grandi. Sorge la materia barionica, mentre continua l’espansione del cosmo e l’ammassamento della materia così generata, fin quando, a un certo istante… l’intero cosmo si accende in un immenso flash… il Big Flash. La mappa della radiazione cosmica di fondo a microonde ne è testimonianza (vedere figura 18). Non c’è stato quindi nessun punto, infinitamente denso e caldo e non c’è stata nessuna Era inflazionaria, niente di tutto ciò. L’Ovunque, il Tutto, si ritrovò a un certo istante t = x, perfettamente tassellato, espanso, con densità di massa e materia critiche e in possesso dell’energia perfettamente necessaria e sufficente a generare l’universo come oggi lo conosciamo, universo che si espande accelerando e che contiene super ammassi di galassie, ammassi di galassie, galassie, buchi neri, stelle, pianeti, nubi di gas, e tutto questo soltanto per il 4% circa; tutto il resto dell’energia che possiede è sotto forma di materia oscura per il 26% circa ed energia oscura per il restante 70%. Il flusso continuo di energia oscura entrante nello spaziotempo, generante lo spaziotempo stesso, con un processo inarrestabile e invariante continua inesorabilmente anche oggi e adesso, consentendo l’espansione accelerata del cosmo. Si stima che in passato la costante di Hubble fosse stata diversa e che quindi la grandezza dimensionale e il contenuto di energia oscura e di materia oscura dei dodecaedri rombici fosse originariamente e per le prime fasi di espansione dell’universo diversa da quella attuale. Oggi noi stimiamo che lo spigolo dei dodecaedri rombici, sia approssimativamente circa 10 mm (fino a un massimo di 13 mm circa). Nel proseguo della trattazione spiegheremo perchè.
Fig.18: Mappa della radiazione cosmica di fondo a microonde. Le variazioni di colore sono infinitesime variazioni di temperatura. I singoli punti sono ammassi di galassie e galassie. Le zone blu scuro sono le più calde, mentre le zone rosse le più fredde. (immagine tratta dal Web)
La continua espansione accelerata del cosmo, allontana tra loro le galassie, gli ammassi e i super ammassi, ma non come potrebbe pensarsi, ai puntini fatti col pennarello su un palloncino che si gonfia, bensì seguendo le regole di una fitta rete composta dai movimenti (diradamenti e addensamenti) della materia oscura e del flusso cosmico di energia oscura (flusso quaternario dei dodecaedri rombici). Sono state eseguite delle rappresentazioni con i simulatori di questa “ragnatela” di materia oscura in porzioni di universo osservato; la figura n° 19 sotto riportata (tratta dal Web), è una di queste simulazioni.
8. Conclusioni.
Non è la massa la sorgente della gravità, bensì è la gravità la sorgente della massa. Non esiste il vuoto, lo spazio tempo non è un’entità astratta e ideale, bensì energia che si propaga ed si espande. Questa energia è un movimento leggero che genera forze deboli. Lo spaziotempo si deforma seguendo il principio di azione e reazione Newtoniano e varia la velocità di questo moto. La massa è proprio questo rallentamento, fin quesi all’arresto totale del moto. Quindi, in definitiva, dalla Quiete l’energia oscura, dall’energia oscura la materia oscura, dalla materia oscura la materia ordinaria (barionica). Lo spaziotempo è tassellato con orditura iper-regolare di dodecaedri rombici aventi spigolo di circa 10/13 mm. L’orditura, poi impone la geometria e la conseguente dinamica dei flussi di energia, nonchè gli spostamenti e gli accumuli di materia oscura e propagazione delle onde elettromagnetiche. Il continuo movimento intrinseco dello spaziotempo, con i suoi flussi di energia oscura e di materia oscura, determina in essere un campo elettromagnetico cosmico generalizzato, che viene alterato a ogni movimento meccanico della materia oscura (onde elettromagnetiche). I neutrini sono anch’essi composti da aggregazione di Elementari di materia oscura aventi lo stesso spin.
Acknowledgments – Ringraziamenti.
Rigrazio mia moglie Antonina e i miei due figli, Roberto e Lucrezia per avermi supportato sempre. Mia madre Rosalia e i miei fratelli, Manlio e Francesca per aver sempre creduto in me, e infine, ringrazio mio padre Roberto, per avermi permesso di studiare e avermi spronato sempre ad approfondire le mie conoscenze.
Marco Gnoffo – 2021