Successo dell’Infoday all in, il gioco per la legalità organizzato dal Codacons
Oltre un migliaio i catanesi che hanno partecipato all’infoday organizzato dal Codacons dedicato alla comprensione del gioco d’azzardo, un’occasione di condivisione e azione per affrontare questa sfida sociale, che ha visto la presenza di Francesco Tanasi professore dell’Università San Raffaele. Continua, quindi, l’impegno del Codacons per sostenere e aiutare le persone affette dalla ludopatia patologica e coloro che si trovano in situazioni di difficoltà perché vittime di usura. Sostiene anche i familiari e chi si trova in contatto con persone che hanno bisogno di un sostegno concreto per uscire da queste situazioni drammatiche.
Per tale motivo, attraverso il progetto ALL IN – IN GIOCO PER LA LEGALITÀ, il Codacons ha attivato una serie di attività che possano essere d’aiuto nel combattere il gioco d’azzardo patologico.
“Il progetto ALL IN – IN GIOCO PER LA LEGALITÀ – spiega il Codacons – ha l’obiettivo di sensibilizzare i destinatari per quanto riguarda i temi del gioco d’azzardo e dell’usura. Si tratta di un progetto educativo, informativo e di ricerca finalizzato al contrasto del gioco d’azzardo patologico e dei fenomeni di sovraindebitamento e usura ad esso collegati. Il progetto è stato sviluppato attraverso una rete informativa e di supporto sul territorio e consiste in una campagna non solo di sensibilizzazione ma altresì in un piano per combattere il DGA (Disturbo da Gioco d’Azzardo), che affligge più persone di quanto si pensi in Italia”.
“Il nostro progetto – continua Codacons – crea una rete su tutto il territorio italiano, da nord a sud, con l’attivazione di sportelli informativi territoriali in tutte le regioni italiane e in diverse località. Il gioco d’azzardo patologico rappresenta una dipendenza in rapida crescita tra giovani e adulti e consiste in un disturbo che spesso porta a danneggiare non solo chi ne è affetto, soprattutto in relazione alla qualità della vita e alle relazioni sociali, ma anche chi gli sta intorno, tra cui i familiari che spesso subiscono tutte le conseguenze legate al gioco patologico”.