Scontro all’Ars sulla doppia preferenza di genere
Scontro all’Ars sulla doppia preferenza di genere. Il centrosinistra vorrebbe allargare anche alle elezioni regionali la possibilità di votare contemporaneamente un uomo e una donna, il centrodestra vuole abrogare questa norma che è in vigore nelle amministrative locali. La denunzia arriva dalla Presidentessa dell’Assemblea Provinciale di Catania per il Partito Democratico, Ersilia Saverino: “Il centrodestra all’ARS non solo ostacola l’introduzione della doppia preferenza di genere alle prossime elezioni regionali, ma tenta addirittura di abolirla per l’elezione dei Consigli Comunali. Affermare che questo atteggiamento provoca indignazione è riduttivo: è l’espressione di una mentalità retrograda e maschilista che rischia di mettere in discussione la significativa presenza delle donne nelle istituzioni, conquistata in questi anni. Ribadisco che non rendersi conto di quanto sia stata preziosa l’elezione di tante donne, grazie alla doppia preferenza di genere, donne che hanno apportato nuovi contenuti e maggiore concretezza, colmando uno storico deficit di rappresentanza, denota una visione padronale del potere, oggi diventata inaccettabile. Faccio appello alle donne siciliane, anche a quelle del centrodestra, affinché sia forte la voce di chi non vuol tornare indietro, di chi pensa che le istituzioni debbano rispecchiare compiutamente la società, anche nella differenza di genere”.
Anche la Responsabile del Dipartimento regionale Pari Opportunità e Politiche di Genere del PD, Milena Gentile, esprime il proprio disappunto: “Lascia basiti la notizia che il presidente Pellegrino si stia affrettando a presentare al voto dell’ARS un disegno di legge che mira ad abolire la doppia preferenza di genere nella legge elettorale per i comuni. Un tentativo che, oltre ad essere antistorico, rivela una paura folle che qualche donna possa riuscire a strappare un seggio a un predestinato maschio. In un momento in cui all’ordine del giorno della I Commissione c’è un ddl presentato dal PD che vuole inserire la doppia preferenza anche nella legge elettorale per l’Assemblea regionale, l’on.le Stefano Pellegrino tenta questo colpo di mano in vista delle elezioni amministrative di ottobre. Anziché cogliere il momento opportuno per allineare la Sicilia alle altre regioni d’Italia, che oramai hanno adottato tutte la doppia preferenza, registriamo una resistenza che va oltre ogni pudore. Ancora più grave è la manipolazione a proprio uso e consumo delle sentenze della Corte Costituzionale dichiarando che per rispettarne i dettati basta inserire il 50% di donne nelle liste elettorali, anche se si toglie all’elettorato la possibilità di votare due preferenze di genere diverso. Il presidente della I Commissione dimentica che la legge nazionale n. 20/2016 non si limita a prevedere tra i principi la promozione della parità tra uomini e donne nell’accesso alle cariche elettive attraverso la predisposizione di misure che permettano di incentivare l’accesso del genere sotto rappresentato alle cariche elettive, ma indica anche le specifiche misure da adottare, declinandole sulla base dei diversi sistemi elettorali delle regioni, in attuazione degli articoli 51 e 117, comma settimo, della Costituzione. Da queste premesse giuridiche e costituzionali ha preso le mosse il Consiglio dei Ministri nel 2020, quando per superare le resistenze della politica locale, ha esercitato il potere sostitutivo che discende all’art. 120 della Costituzione per inserire la doppia preferenza di genere nella legge elettorale della Puglia. Che parte della politica siciliana voglia usare la specialità del nostro Statuto per negare principi di diritto consolidati da tempo nell’ordinamento nazionale è un dato gravemente preoccupante. Rivolgo un appello alle donne di tutti gli schieramenti perché facciano sentire la loro voce. Non è più tollerabile questa arroganza”.
Anche Claudio Fava, presidente della Commissione regionale antimafia è intervenuto: “La doppia preferenza di genere ha consentito in questi anni di aumentare sensibilmente la presenza delle donne nelle assemblee elettive della Sicilia, superando la vergogna di consigli comunali composti unicamente da maschi. Per questo pensiamo che non solo vada difesa la norma attuale ma che sia arrivato il tempo di estenderla per le elezioni dell’assemblea regionale siciliana. Una regione di uomini e donne deve essere governata da uomini e donne”.
A queste critiche, il forzista Stefano Pellegrino, Presidente della Commissione “Affari Istituzionali” dell’Ars e relatore del disegno di legge che porta il suo nome, risponde: “Proporrò di abrogare del tutto la preferenza di genere. In ossequio ad alcune sentenze della Corte Costituzionale che hanno ritenuto sufficiente a tutelare la parità di genere l’obbligo di comporre le liste in modo da assicurare la metà dei posti alle donne”. Pellegrino aveva già proposto un disegno di legge simile nel 2018 ma fu bocciato in commissione. Tra le altre cose, il testo recitava così: “Sotto la vigenza dell’anzidetta normativa si è rilevato che la parità dei generi non si è affatto affermata nella vita politica. Al contrario, si è avuto un effetto distorsivo alterando, talvolta, la volontà popolare. Ed infatti, in un sistema dove a prevalere deve essere il merito, non è necessaria una legge che crea una corsia preferenziale per le donne; non è così che si garantisce l’uguaglianza. Non basta creare delle norme ad hoc senza poi agire per garantire l’effettiva parità. Tale obiettivo lo si raggiunge attraverso il valore delle persone che va ben al di là del sesso. Peraltro, ciò che si vuole perseguire con tale disegno di legge è il contrasto ad ogni meccanismo di controllo e tracciabilità del voto. Al fine di garantire l’uniformità normativa si interviene sia sulle norme in materia di elezione del Sindaco e del Consiglio comunale sia sulle disposizioni in materia di liberi Consorzi comunali e Città metropolitane.