Sciarada macabra di Giovanni Marchese
Un romanzo di formazione ai confini della realtà, un viaggio affascinante verso un mondo misterioso.
“Se pensate che la coscienza possa concludere il proprio viaggio con la morte, è possibile che non abbiate mai lavorato in un cimitero. Alcuni soggetti dotati di particolari capacità, in determinate circostanze, sono in grado di percepire segnali dall’aldilà ed entrare in contatto con gli spiriti dei morti”.
È l’incipit del nuovo libro di Giovanni Marchese, “Sciarada macabra”, prefato da Danilo Arona, edito da Algra nella collana di letteratura horror e fantastica Demoni meridiani, diretta da Giuseppe Maresca e Luca Raimondi – acquistabile in tutte le librerie e online su https://www.algraeditore.it/narrativa/sciarada-macabra/.
Il plot: Italia, prima metà degli anni Novanta. Gioele sembrerebbe un ragazzo come tanti altri, ma in realtà nasconde un macabro segreto. Alla nascita ha ricevuto un dono, un potere medianico, che però decide di tenere nascosto a tutti, poiché teme di non essere accettato. Un giorno, tuttavia, qualcosa cambierà e Gioele dovrà scegliere tra il mondo dei vivi e quello dei morti. Spiritismo, percezioni extra-sensoriali, ex criminali nazisti, esperienze di pre-morte, mesmerismo e apparizioni spettrali fanno da sfondo a un romanzo di formazione ai confini della realtà.
Per un ulteriore approfondimento, riportiamo di seguito l’intervista inedita allo scrittore Giovanni Marchese.
Quando è nata l’idea di questo libro? C’è un aneddoto, qualcosa di non detto, che possiamo raccontare ai nostri lettori?
“La prima stesura di Sciarada macabra risale al 2017-18, l’idea di raccontare una storia di fantasmi però mi stuzzicava da sempre. Successivamente, fui coinvolto da Giuseppe Maresca e Luca Raimondi, curatori dell’antologia L’isola delle tenebre, edita da Algra, il cui successo portò l’editore a varare la collana Demoni meridiani, dedicata al fantastico e all’orrore, a cura di Maresca e Raimondi. Fu in quel frangente che proposi loro Sciarada macabra, considerato che iniziavano a selezionare dattiloscritti inediti per la nuova collana. Il testo fu accettato e nel frattempo fui coinvolto anche nella successiva antologia Gotico siciliano”.
Dove (anche metaforicamente) è nato e in che modo è cresciuto il suo ‘testo’? E, ancora, come nasce la preferenza per questo genere?
“La prima stesura di Sciarada macabra è stata scritta nell’arco di tre mesi, in una soffitta, dove avevo sistemato temporaneamente lo scrittoio in vista di un trasloco. Scrivendo più che altro a notte fonda e alle prime luci dell’alba. In silenzio e solitudine. Il dattiloscritto è stato ripreso e sviluppato in seguito in fase di editing, dopo essere stato selezionato dai curatori, chiaramente. Frequento da lettore il genere fantastico e dell’orrore da una vita, ho sempre avuto una predilezione particolare per le storie situate ai confini della realtà. Il mistero è presente nelle storie che scrivo ogni volta, ne sono attratto, e in questo romanzo infine ho avuto l’occasione di trattare pure lo spiritismo, il mesmerismo e la medianicità in chiave narrativa”.
Perché questo libro? Perché questo titolo? Lo sveliamo per i lettori?
“Principalmente perché questo tipo di storie mi ha sempre appassionato, sin da ragazzo leggevo storie di fantasmi, dai classici racconti di Montague R. James al popolarissimo Stephen King passando per il Dylan Dog di Tiziano Sclavi. E andando avanti negli anni ho avuto modo di approfondire il genere fantastico, attraverso le opere di Henry James, Shirley Jackson oppure Dino Buzzati, tra i tanti. Senza trascurare i grandi classici del genere al cinema. L’auspicio è che il testo possa appassionare il lettore come ha fatto con me mentre scrivevo, che riesca a trascinarlo in un viaggio affascinante verso un mondo misterioso. Il titolo Sciarada macabra invece ha un legame preciso con il romanzo, che il lettore scoprirà leggendolo. Entrambi i termini hanno origine dal francese, e giustapposti indicano che nel romanzo c’è in atto anche un gioco di parole, un enigma, un rompicapo che ha a che fare con la morte, il mondo dei morti, a cui prestare attenzione”.
Giovanni Marchese è autore del romanzo L’uomo di Schrödinger (VerbaVolant, 2014). Suoi racconti sono apparsi sulle riviste Nuova Prosa, Alibi, DoppioZero, Verde, L’Inquieto, MareNero, Cariddi, Basito, nell’antologia de La Semana Negra di Gijon ’09 e in raccolte quali Storytellers, Teorie e tecniche di indipendenza, I racconti della metro e, per i nostri tipi, L’isola delle tenebre e Gotico siciliano. Autore della monografia Leggere Hugo Pratt (Tunué, 2006) e di brevi saggi sul fumetto usciti su testate specializzate, ha anche scritto soggetto e sceneggiatura dei romanzi a fumetti Ti sto cercando (2008), Nessun ricordo (2009) e Invito al massacro (2012), tutti pubblicati da Tunué, del graphic novel Surrealismo (2021), edito da Centauria, e di alcuni fumetti brevi presenti su diverse pubblicazioni.
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