“Rino Nicolosi, il Presidente dei Siciliani”, parla il regista Marcello Trovato
A Acireale si proietta il film documentario “Rino Nicolosi, il Presidente dei Siciliani”, per la regia di Marcello Trovato. La pellicola è una biografia celebrativa dell’uomo e della figura politica di Rino Nicolosi, proposto come esempio di fervore, passione e amore per la propria terra. Il film documentario presenta un dialogo intimo tra la Sicilia e l’organizzazione criminale mafiosa, retta da quell’omertà e quella violenza che il Presidente Rino Nicolosi ha combattuto durante tutto il suo mandato.
Come nasce l’idea di dedicare un film a Rino Nicolosi?
Credo che cortese l’obbligo ricordare il meglio che abbiamo avuto nella politica siciliana negli anni ’80 a cavallo con gli anni ’90, in un periodo difficile per un governo regionale complesso. Un periodo nel quale l’infiltrazione mafiosa era presente in tutti gli ambiti. Non dimentichiamo le stragi, quella di Capaci, l’uccisione di Borsellino e ancora prima quella del giudice Livatino. Rino si è trovato a fronteggiare queste “problematiche” che scorrono nel sangue della nostra Sicilia. Un Presidente che eredità un’assemblea regionale in cui la legislazione della presidenza avveniva non per votazione popolare. Facendo riferimento alle presidenze precedenti, possiamo sicuramente affermare che la presidenza Nicolosi, durata più di sei anni, si afferma come una delle più longeve, per il periodo storico. Certamente Rino è riuscito a trovare un equilibrio e un sistema amministrativo capace di fronteggiare quelle che sono le problematiche di ieri e che continuano ad essere, purtroppo, le problematiche di oggi.
Nella pellicola, infatti, sono presenti interventi di personalità di spicco, del mondo politico, di quello religioso e anche del mondo laico…
Il mio intendo non ero quelli di romanticizzare la pellicola o di scrivere una sceneggiatura prettamente registica frutto di fantasia e invenzione. Ho piuttosto voluto raccogliere testimonianze di persone che hanno conosciuto Rino, che lo hanno avvicinato e con il quale hanno lavorato, tra i quali Burtone e Castagnetti di democrazia nazionale. E ancora Bruno, un competitor della regione Lombardia, ma comunque vicini nelle intese amministrative di due regioni molto diverse. Non dimentichiamo l’aspetto giuridico che viene raccontato da Sebastiano Ardita, il magistrato che allora si trovò a fronteggiare quella che fu chiamata “tangentopoli a Catania”. Un periodo difficile per la magistratura, durante il quale i magistrati che si trovarono a fronteggiare l’organizzazione mafiosa e tutto il confine amministrativo mafioso, hanno espresso già da giovani un interesse politico, iniziando la propria gavetta sulle strade e per le strade. Dunque chi meglio di loro poteva raccontare queste dinamiche e soprattutto raccontare Rino. Altro incontro importante è quello con il Ministro Nello Musumeci, con un intervento concernente le problematiche dell’essere Presidente alla Regione ieri come oggi. Per ciò che concerne l’aspetto religioso, nel film viene narrato da Pierluigi Castagnetti, un aspetto trascendentale, una profondità religiosa, che rappresenta l’aspetto più intimo di Rino. A raccontarlo un uomo di chiesa di altissimo livello teologico, il Vescovo Antonino Raspanti che dialogherà con Castagnetti in un percorso che ci accompagna al finale del film. A Roma abbiamo avuto l’occasione di intervistare Anna Finocchiaro che ci ha rilasciato una bellissima dichiarazione.
Il film documentario non è solo una biografia celebrativa, vive in effetti di un particolare dialogo che vede protagonisti la Sicilia e la Mafia. Quale messaggio si vuole trasmettere.
Nella ricostruzione si vuole dare fisicità a quella che è la mafia, credo sia la prima volta che in una produzione cinematografica si dia corpo all’argomento: la mafia sono io, ma lo stesso vale per la Sicilia, la madre terra sono io. La rappresentazione di una sorta di Olimpo trascendentale dei quattro elementi (terra, acqua, fuoco e aria) che fronteggiano il male della terra, che è insito nella nostra isola. Un modo metafisico quasi onirico per fare dialogare fisicamente i due soggetti, Sicilia e Mafia.
Il docufilm si fregia di momenti aulici, di squarci letterari fatti soprattutto di poesia.
Abbiamo recuperato due testi, due poesie scritte dal professore Caudullo, una delle penne più importanti nel panorama letterario: rispettivamente, una dedicata a Rino Nicolosi e alla sua morte dal titolo “Amici” e l’altra alla Mafia. La personificazione della madre terra recita questa poesia, scagliando un’ultima accusa a quello che è il flagello della Sicilia.
Il film si arricchisce di una sorta di cartolina della Sicilia tramite particolari riprese dall’alto.
Si tratta di una sorta di volo d’angelo sulle bellezze architettoniche e paesaggistiche del territorio siciliano, con immagini volutamente inserite come quelle relative all’ area perimetrale di Agrigento, area delineata dall’intervento di Rino Nicolosi. Abbiamo fatto dei piani di volo per riprendere i templi di Agrigento, i centri storici di Palermo, di Catania e di Acireale, tutte aree protette dall’Enap che non permette di volare senza autorizzazione. In merito a ciò, a sostenerci è stato Giovanni Orlando che, credendo nel progetto, ha profuso il suo impegno gratuitamente. Affiancate a queste immagini le espressioni poetiche pirandelliane a sottolineare il significato del bello come forza salvifica.
Acireale sarà la sede sia dell’anteprima che della visione del film. In quali altre città si potrà assistere alla proiezione?
Noi abbiamo una partita aperta che riguarda la sala D’Ercole a Palermo; per ciò che riguarda Catania, aspettiamo che si concluda il periodo di elezioni amministrative e infine stiamo valutando l’idea di farlo proiettare a Bruxelles, dato che nel film si propongono immagini di questa città, legata alla figura di Rino nel progetto geopolitico di Sicilia come bacino del Mediterraneo e porto dell’Europa. Abbiamo voluto narrare, con una voce fuori campo, questo testo scritto di pugno da Rino Nicolosi. Abbiamo infatti contattato l’europarlamentare Francesca Donati al fine di proiettare il film nella sede della Regione Siciliana.
L’8 maggio si è tenuta la Conferenza stampa di presentazione, proprio in Acireale. Presenti personalità politiche vicine a Rino Nicolosi.
Personalità politiche che lo hanno conosciuto, lo hanno stimato come l’assessore regionale Andrea Messina che insieme al Comune di Acireale ha contribuito alla realizzazione e alla promozione dell’evento. A causa degli ingenti costi e delle difficoltà economiche, i contributi sono giunti anche privatamente. L’avvocato Seby Leonardi, presente nel film con dichiarazione molto belle e l’ex Sindaco di Acireale, Rosario Sciuto, facente parte dello stesso partito di Rino Nicolosi, sono loro le uniche due persone che ci hanno sostenuto privatamente.
Una chicca, un aneddoto, qualcosa da raccontare solo ai nostri microfoni…
Una chicca vorrei proprio delinearla: per mia scelta registica non mi piacciono i film di ricostruzione di personaggi con attori similmente somiglianti al personaggio-protagonista. Ma nella ricostruzione di Sebastiano Ardita, il magistrato descrive il loro ultimo incontro, un incontro forte e drammatico, abbiamo voluto fare coincidere questa somiglianza fisica molto forte con Rosario Rigano. Si tratta di una ripresa di spalle, mentre Rino si allontana ed è il momento che chiude il film e che dà l’idea che Sebastiano Ardita faccia parte della sceneggiatura.
Vogliamo ricordare il cast e i giorni della proiezione…
Il cast è formato da Agostino Zumbo (la Mafia), Rossella Caramma (la Sicilia), Rosa Maravigna (la maestra elementare di Rino Nicolosi), e il nipote di Rino Nicolosi, il piccolo Gabriele che interpreta Rino Nicolosi alle elementari. Il 13 maggio si terrà l’anteprima presso il Cinema Margherita di Acireale e proseguirà il dal 14 al 17 maggio.
Il trailer: