Rete Civica della Salute, approvato il codice etico
È stato approvato ed è “esecutivo ed applicabile a tutti gli effetti” il Codice etico della Conferenza e dei Comitati consultivi delle Aziende sanitarie della Regione Sicilia. “Si gettano le basi – ha dichiarato il presidente della Conferenza dei Comitati, avv. Pierfrancesco Rizza – per lavorare assieme con regole giuste e chiare per tutti”.
Per un verso, infatti, un sistema di regole consente di affrontare al meglio il ruolo delicato che la legge di riforma del Servizio sanitario regionale (Legge regionale n. 5 del 2009) affida ai Comitati consultivi, i quali tra segnalazioni, sensibilizzazione, comunicazione e vigilanza, rappresentano il “luogo” in cui viene dato valore e riconoscimento ai bisogni e ai suggerimenti provenienti dai cittadini.
Per altro verso si tratta di uniformare le condotte all’interno di organismi dalla composizione complessa, che vede insieme Enti del Terzo Settore e professioni della Sanità.
I 18 Comitati consultivi siciliani – che hanno ciascuno un numero di componenti compreso tra 20 e 40 e sono insediati nelle 9 ASP e nelle aziende Policlinico-San Marco, Cannizzaro e Garibaldi di Catania, Policlinico G. Martino e Azienda Papardo di Messina, Ospedali Riuniti Villa Sofia-Cervello, Civico, Policlinico “Paolo Giaccone” e Ismett di Palermo – sono organismi di valenza istituzionale, con compiti precipui, e la loro attività si sviluppa in termini di vigilanza e controllo, ma anche, come previsto dalle norme, di sussidiareità, cioè di supporto per il miglioramento del Sistema Sanitario. Non per caso negli anni, nei Comitati Consultivi, al fianco del mondo del volontariato (74%), tende a crescere costantemente la partecipazione delle organizzazioni e delle associazioni di rappresentanza degli operatori sanitari e socio-sanitari, oggi al 12% del totale con un aumento di 2 punti percentuali rispetto al precedente triennio. Aumenta anche la partecipazione delle associazioni dei consumatori, oggi all’8% (era il 5%), mentre altre organizzazioni rappresentano il restante 6%.
Il Codice etico – che si integra con i regolamenti dettati dalla Regione – è “strumento di garanzia di collegialità ed autonomia basata sul principio di autodisciplina”. Ne sono destinatari i componenti della Conferenza, quelli dei Comitati Consultivi e i loro consulenti esterni. Il Codice prevede che alla base di ogni azione ci siano dialogo e confronto (con il Servizio sanitario e tra tutti i componenti), l’opposizione a forme qualsiasi di “collateralismo, scambio, clientelismo”, eliminazione dei conflitti di interesse, trasparenza e correttezza verso tutti, partecipazione attiva e riconoscimento del rapporto tra persone come elemento base irrinunciabile, pluralismo e autonomia. Come sanzione si prevede la decadenza per chiunque venga meno “anche ad un solo principio” del Codice etico.