Press tour della Sicilia Occidentale: tra bagli, cantine storiche e feudi
Palermo: La Doc di Monreale (Baglio di Pianetto, Feudo Disisa).
Piccola ma destinata a crescere. Di nicchia e unica, per le caratteristiche microclimatiche e dei suoli. La Doc Monreale è stata istituita nel 2001 e racchiude un’area a vigneto di circa 12. mila ettari. Fanno parte della Doc i territori di Monreale e Piana degli Albanesi, nonché i territori dei comuni di Camporeale, San Giuseppe Jato, San Cipirello, Santa Cristina Gela, Corleone e Roccamena. Quella della Doc di Monreale è una viticoltura di alta collina ( tra i 300-600 m slm), con allevamento prevalentemente a spalliera, suoli argilloso-sabbiosi e un microclima ventilato che ripara i vini dall’umidità.”.
Della Doc di Monreale rientrano varietà autoctone come il Catarratto, taglio Insolia, il Perricone, taglio Nero d’Avola. L’unica varietà alloctona ammessa è il Syrah, che ha trovato piena espressione, e identità in questo territorio.
Il territorio della Doc di Monreale
Vallate verdeggianti costellate da poggi, promontori, colline, circondano un territorio, quello dell’Alto Belìce, che offre escursioni naturalistiche, trekking e visite al Parco archeologico di Monte Jato. Un fascino naturalistico che convive in perfetta simbiosi con la vocazione agricola e vinicola.
La Sicilia dei Bagli
I bagli siciliani: presìdi della storia contadina di un tempo
Il baglio, una sorta di fattoria fortificata da solide mura con un ampio cortile, è indiscutibilmente la tipica architettura siciliana dell’entroterra. Diverse le origini del nome, un mix tra il latino ballium (cortile circondato da edifici o muri alti), dall’arabo balarm (casa fortezza) e bahah (cortile) e dal francese baille (struttura delimitata, aperta, di natura difensiva): un luogo chiuso, dunque.
Inconfondibile, unico nel suo genere, nel trapanese quest’edificio è diffuso da sempre nelle zone più interne ed agresti. Ha una storia affascinante, fatta di sudore, sacrificio e lavoro, quello della storia feudale e latifondistica. Quella dei contadini che vi lavoravano per conto di nobili siciliani che del baglio erano i proprietari. Per lo più l’attività lavorativa era incentrata sulla produzione di vino e olio e all’interno del baglio, oltre agli alloggi, erano presenti anche le stalle, gli abbeveratoi, i depositi per le derrate e le zone di sosta per le carrozze padronali. Spesso anche una chiesetta privata o una cappella. Intorno, naturalmente, le solide mura proteggevano da eventuali malintenzionati. Il baglio, naturalmente, sorgeva nei pressi di una zona di approvvigionamento idrico.
Territori dell’agrotrapanese
In Sicilia, l’agro trapanese è considerato una delle aree maggiormente vocate alla viticoltura. Qui, il gioco sinuoso tra terra e mare, sole e vento, trasmette alle piante coltivate una gamma vastissima di valori nutrizionali e minerali che si traducono, in bottiglia, in quelle note e sapori che identificano subito un vino come autenticamente siciliano. Per le bacche rosse, sono Nero d’Avola e Perricone i due grandi protagonisti del territorio di Trapani, mentre, sul versante delle uve a bacca bianca, sono altri tre grandi nomi della tradizione vinicola siciliana: Grillo, Catarratto e Inzolia.
Territori coinvolti nel tour: Provincia di Palermo e Provincia di Trapani
Cantine coinvolte nel press tour di Assovini Sicilia: Donnafugata, Feudo Disisa, Cantine Fina, Baglio di Pianetto, Caruso&Minini, Rapitalà, Gorghi Tondi