Polaretti, Dolfin vince in tribunale contro Cerealitalia. Via gli Icepops dal mercato
Nuova vittoria di Dolfin in tribunale in difesa dei Polaretti, popolarissimo brand della storica azienda dolciaria della famiglia Finocchiaro con sede a Riposto (Ct) che proprio lo scorso anno ha festeggiato i primi 30 anni degli originali ghiaccioli da gelare a base di succo di frutta, amatissimi dai bambini di tutto il mondo.
Più di recente i Polaretti – esportati in circa 50 Paesi – sono curiosamente entrati nel linguaggio comune grazie a citazioni in tv (Littizzetto), storie su Instagram (Fedez, Ferragni e Belen), nei testi di due canzoni (Carl Brave/Francesca Michielin/Fabri Fibra e in quella del Profeta) e in spassosi meme diffusi sui social network.
La sezione Imprese del Tribunale di Catania ha infatti accolto il ricorso di Dolfin contro Cerealitalia – Dolci Preziosi, azienda pugliese competitor del colosso siciliano nel settore dei prodotti di cioccolato per le ricorrenze come Pasqua e Natale accusata di aver messo sul mercato dei ghiaccioli da gelare, gli Icepops, abbinati ai personaggi Minions per i quali aveva ottenuto una regolare licenza internazionale. Un prodotto che, nel packaging in vaschetta e nell’immagine esterna, evocano in maniera assai evidente le confezioni dei celebri Polaretti. Ad aggravare il contesto – e dunque, come riconosciuto dal Tribunale, a generare confusione negli acquirenti – oltre alle dimensioni e ai colori della confezione, sono anche i gadget inseriti da Cerealitalia – Dolci Preziosi all’interno del prodotto: non solo la vaschetta in cartone con i disegni da colorare, ma anche la presenza dei tatuaggi-gioco destinati ai bambini. Sorpresa ambitissima e oggetto di scambio per tutti i piccoli consumatori di Polaretti che in estate, complice la bella stagione, esibiscono al mare i “Polar-tattoo” con i famosi pinguini testimonial dei ghiaccioli Dolfin. A nulla è valso evidenziare che i tatuaggi Icepops riportano i personaggi dei Minions: per il giudice “la prevalenza dei colori; le identiche dimensioni del packaging; l’indicazione del gadget; le immagini del ghiaccio e lo sfondo disegnato e colorabile (…)” non sono sufficienti a escludere il rischio di confondere l’acquirente.
Ma c’è di più. Secondo il giudice, infatti, Cerealitalia – Dolci Preziosi si sarebbe anche appropriata del successo di Dolfin e della rinomanza dei Polaretti producendo e commercializzando gli IcePops che palesemente imitano un prodotto leader di mercato e dunque sfruttando conoscenza e visibilità conquistate anno dopo anno dall’azienda siciliana. Per Cerealitalia – Dolci Preziosi il giudice ha disposto il ritiro immediato del prodotto con multa di mille euro per ogni giorno di ritardo e, contestualmente, al divieto di produzione anche tramite terzi.
Per Dolfin non è la prima vittoria in tribunale che ha per protagonisti i Polaretti: nel 2017 era successo con Walcor chiamata in giudizio – e condannata – per aver lanciato sul mercato i Birulì Ice, ghiaccioli aromatizzati alla frutta (anche loro da gelare e senza stecco) che avevano come testimonial proprio dei pinguini, quelli del cartoon “Madagascar”. Anche allora il Tribunale diede ragione a Dolfin imponendo a Walcor l’immediato ritiro dal mercato.
Seconda azienda in Italia per le uova pasquali dedicate al segmento kids (dati IRI, Pasqua 2022) Dolfin, nata nel 1914, si è sempre distinta per l’innovazione di prodotto grazie al settore R&S (i Polaretti, i sorbetti, le granite da gelare e più di recente gli snack alla frutta, bio e senza zucchero, che da tre anni hanno conquistato il mercato statunitense grazie alla commessa con la canadese Deebee’s) e per investimenti strategici in automazione industriale, energia rinnovabile e riduzione della plastica nel packaging. Senza dimenticare che i Polaretti – ghiaccioli da gelare che interrompono la catena del freddo e dunque riducono i costi al consumatore – sono stati inventati nel 1992 proprio dalla Dolfin dei Finocchiaro che sul “magico mondo dei Polaretti” divenuto ormai un brand – e certamente anche una divertente metafora per situazioni di freddo intenso – ha avviato nel tempo numerose attività di marketing: strisce a fumetti sul magazine Topolino, parchi divertimenti (Rainbow Magicland); abbigliamento per bambini; pelouche; pupazzi 3D; matite, quaderni e accessori per la scuola. Mentre, a fine anno a Riposto, è in arrivo il “Polaretti Village” uno spazio tematico dove i celebri pinguini accoglieranno bambini e famiglie in aree gioco esterne ed interne, itinerari didattici alla scoperta dei prodotti dolciari, ludoteca, scuola di pasticceria e spazi conviviali.
Esulta Santi Finocchiaro, presidente Dolfin SPA: “Anche stavolta siamo stati costretti a fermare l’ennesimo tentativo di imitazione nei confronti di un prodotto e di un brand quello dei Polaretti che con i miei fratelli abbiamo creato ex novo e che abbiamo volutamente battezzato con un nome italianissimo. Una parola che, oltre a diventare un jingle canticchiato da due generazioni di consumatori, è diventata un neologismo, entrato nel linguaggio comune come dimostrano le citazioni di tanti vip e i testi di canzoni. Da 30 anni investiamo risorse e creatività per migliorare i nostri ghiaccioli da gelare a casa che, oltre a essere realizzati con vero succo di frutta, utilizzano l’acqua di una sorgente naturale sull’Etna, a Milo. Insomma: un prodotto inimitabile e autentico pensato per i bambini ma che piace anche alle mamme per le materie prime e la quantità di succo di frutta. Talmente originale che da qualche anno è stato adocchiato dalla canadese Deebee’s per la quale lo abbiamo ulteriormente sviluppato come merenda alla frutta (bio, senza zucchero e dall’alto profilo salutistico) per il mercato degli States destinato a bambini e adulti”.
Di “vicenda esemplare” parla l’avvocato Santi Delia specializzato sul tema e che con il suo team di legali ha difeso Dolfin in entrambe le cause.
“Siamo riusciti a dimostrare – spiega l’avv. Delia, menzionato da Forbes fra i “100 legal leaders” italiani – che, nonostante Dolci Preziosi fosse legittimamente licenziataria del brand, aver accostato nel packaging quei personaggi ai ghiaccioli al succo di frutta – simili nel formato, nei gusti, nella confezione – avrebbe indotto in errore l’ignaro acquirente arrecando un danno diretto a Dolfin. È stato possibile rappresentare una concorrenza parassitaria, dunque, anche innanzi a scelte imprenditoriali astrattamente lecite come quella di un brand nel mondo del licensing e la commercializzazione di un prodotto, come i ghiaccioli senza stecco. Il giudice ha riconosciuto la bontà delle motivazioni documentate da Dolfin dichiarando “imitazione servile e concorrenza sleale” quella del competitor”.