Papa Francesco e i cannoli siciliani
Papa Francesco mostra in foto i cannoli siciliani: si tratta dell’immagine scelta dal prestigioso quotidiano newyorkese Wall Street Journal per la pagina di apertura del martedì 23 maggio. Il Pontefice ha ricevuto in dono i dolci tipici della Sicilia dai membri della società delle Divine vocazioni, che promuove le vocazioni religiose, in occasione dell’udienza di martedì, primo anniversario della canonizzazione di san Giustino Russolillo, il fondatore vocazionista. Non è la prima volta che Papa Francesco viene ritratto con accanto un dono goloso come un vassoio di cannoli: l’ultima volta risale al 23 dicembre 2019, quando il Pontefice è stato immortalato, nel giorno dell’83esimo compleanno, insieme ai fratelli pasticcieri Paolo, Salvatore e Filippo Alessi, da Mazzarino. Questi ultimi, avevano preparato un migliaio di cannoli e li avevano distribuiti agli oltre 700 poveri di Roma invitati a partecipare alla “festa” nella sala Nervi. I cannoli, preparati con ingredienti rigorosamente siculi, quali la ricotta di pecora, chicchi di cioccolato e granella di pistacchio, vennero serviti su un “vassoio” in ceramica di Caltagirone. Tra i cannoli anche uno del peso di 30 chili. Il Papa, in quell’occasione, aveva detto: “Siete voi le frecce del Sud dell’Italia”. Il Pontefice giorni prima aveva ricevuto un altro omaggio siciliano: una miscela di caffè da preparare con la moka da parte della torrefazione Stagnitta di Discesa dei Giudici, a Palermo. Rosario Marchese, proprietario della torrefazione, ha inviato anche miele, scorze di arancia candita e pistacchio. Grande la sua sorpresa, quando ha ricevuto un biglietto di ringraziamento dal Papa. Tra le curiosità culinarie, che in pochi ricordano, legate alla tradizione enogastronomica della nostra isola e al nostro Papa, si annovera “il menù” della prima cena proposto a Jorge Bergoglio, la sera di investimento al ministero petrino. Per l’occasione infatti furono introdotti, tra gli amati piatti argentini, pietanze e prelibatezze tipicamente sicule che, per la loro bontà, “convertirono” il Pontefice alla nostra gustosa cucina.