Orestiadi di Gibellina, tutto pronto per la Quarantesima edizione
Le Orestiadi di Gibellina sono arrivate alla Quarantesima edizione. Dal 9 luglio al 7 agosto gli spettacoli andranno in scena nel Baglio Di Stefano e nel Cretto di Burri. Luoghi tradizionali che ospitano annualmente la rassegna internazionale di teatro, musica, arti visive, con spettacoli, concerti e mostre che negli anni hanno visto la presenza di artisti, attori, registi. Per ricordarne alcuni: Bob Wilson, Peter Stein, Thierry Salmon, Emir Kusturica, Eimuntas Nekrosius, Philip Glass, Goran Bregovic.
L’edizione di quest’anno riporta, con “L’Orestea di Gibellina- Agamennuni”, alla storica apertura di Ludovico Corrao attraverso la riscrittura di Emilio Isgrò del capolavoro di Eschilo, con la performance di Vincenzo Pirrotta e le musiche eseguite dal vivo da Alfio Antico. Il 10 e l’11 ci sarà il “Laboratorio Giufà”, un progetto curato da Francesca Corrao con Ascanio Celestini. “Pezzi da museo”, di e con Silvia Ajelli, è dedicato alle figure femminili dell’arte. Il video di Roberto Andò e Marco Betta, “Il quadro nero”, testo di Andrea Cammilleri, ispirato alla Vucciria di Renato Guttuso. Non manca quest’anno l’impegno civile con “Mafia, singolare femminile” con la regia di Enrico Stassi, il18 luglio, e il 19 con “Io sono Emanuela Loi”, per ricordare il giudice Paolo Borsellino, il 19.
Il Festival si concluderà con due progetti speciali: il 31 luglio nel centesimo anniversario della nascita di Leonardo Sciascia, “La Sicilia, il suo cuore” con Roberto Andò, Umberto Cantone, Dario Palermo e Claudio Gioè; il 5, 6 e 7 agosto l’omaggio a Dante con Sergio Rubini che leggerà brani de “La vita nuova”.
Venticinque secoli fa, Eschilo scrisse il tragico destino di Oreste, quell’uomo che nel cancellare la vita dei progenitori, rifiutò il dispotismo teocratico negatore della ragione e della libertà dell’uomo, affermando, per la prima volta nella storia, lo stato di diritto e un nuovo ordine di democrazia.
E proprio venticinque secoli dopo, all’indomani di un terremoto che ha cancellato 14 città nella Valle del Belìce, si riproponeva nuovamente in Sicilia il tema del riscatto da miserie, antiche e nuove, e da una sorte di emarginazione e violenza.
Per celebrare la rifondazione della città e segnare l’alba di un destino tutto da riscrivere, sulle rovine della distrutta Gibellina, novella Troia e immaginario Palazzo degli Atridi, Ludovico Corrao riproponeva la recita dell’Orestea nel ‘siciliano poetico’ ideato da Emilio Isgrò: un vigoroso messaggio di rinascita culturale per tutti i popoli minacciati dai sismi della storia e dai non meno potenti terremoti di civiltà operati dalla guerra.
L’Orestea segna l’inizio di una profonda germinazione di incontri culturali tra artisti, architetti, musicisti, poeti, contadini, artigiani, operai, donne e giovani che insieme rifondano la città e riscoprono l’ l’eternità di Arte e Bellezza: alla riscoperta delle radici della loro identità e della loro storia per approdare finalmente al genius loci nella nuova terra promessa, edificata dopo quattordici anni di esilio.
“Una storia lunga quaranta edizioni: Il Festival di quest’anno sarà una vera festa. L’obiettivo di questa edizione è infatti rinnovare l’impegno sul territorio e celebrare la storia di un Festival contemporaneo che ha raggiunto un importante traguardo, che all’inizio a tutti sembrava pura utopia, ma che nel corso degli anni è diventato realtà, trasformando la città di Gibellina nella città dell’arte contemporanea, grazie al contributo di grandi registi, artisti, attori, scenografi che hanno creato le loro opere a Gibellina, spesso per Gibellina. Per questo abbiamo immaginato quest’anno un Festival “speciale”un racconto che possa tracciare la storia delle Orestiadi e l’identità artistica della Città di Gibellina dopo la sua ricostruzione urbanistica, partendo dalla ricostruzione culturale, guardando al futuro. Un Festival fatto di progetti speciali e inediti immaginati per le Orestiadi, nei luoghi delle Orestiadi, grazie anche al coinvolgimento di alcuni artisti simbolo del nostro Festival, che ci aiutino a ripercorrere la sua storia e il suo rapporto unico ed inscindibile con il territorio: dai grandi artisti internazionali, alle creazioni uniche tra i ruderi e la città nuova, dal Baglio di Stefano, al Cretto, passando per il Museo delle Trame mediterranee. Dopo 40 edizioni possiamo affermare, con orgoglio, che Gibellina è il suo Festival, e che le Orestiadi si riconoscono nella loro città. Un’avventura unica nel suo genere, un progetto che ha segnato la rinascita di un territorio attraverso l’arte contemporanea, di cui il Festival teatrale ha rappresentato una parte determinante”, Alfio Scuderi – Direttore Artistico.
“La straordinaria avventura dell’annuale festival teatrale di Gibellina è iniziata nel 1982. In quell’anno Ludovico Corrao, dopo aver ottenuto che numerosi artisti arricchissero la città di opere d’arte contemporanea, chiese a importanti protagonisti del teatro anche il loro contributo alla rinascita della Valle del Belìce. Emilio Isgrò, artista siciliano da tempo esponente di punta nel panorama internazionale, ebbe il compito di indicare la direzione e avviare quell’esperienza, che iniziò proprio con la sua opera “Gibella del Martirio”. Il valore del testo, la capacità degli interpreti e la partecipazione corale dei cittadini di Gibellina e di altri centri colpiti dal terremoto del 1968 diedero respiro umano, sociale e naturalmente culturale all’iniziativa. Da allora per quaranta anni, un tempo lungo che già segnala di per sé la capacità della Fondazione di proseguire e rinnovare l’offerta teatrale, a Gibellina si sono succeduti registi e attori di valore internazionale e il festival è diventato un appuntamento di richiamo costante nel panorama siciliano e nazionale. Le Orestiadi, che traggono origine dalla traduzione in dialetto della trilogia di Eschilo dello stesso Emilio Isgrò e che indicano il passaggio dell’umanità dallo stato ferino a quello della civilizzazione, hanno saputo tenere il passo con i tempi anche per il valore dei direttori artistici che si sono succeduti. Da tre anni Alfio Scuderi ha dato un’impronta nuova al festival, mantenedo il livello che gli è stato sempre proprio. Al Cretto di Burri, uno scenario emozionante, vengono messe in scena alcune opere ed altre sono realizzate all’interno del Baglio Di Stefano. Il programma di questa quarantesima edizione coinvolge artisti di grade valore che ancora una volta richiameranno i tanti appassionati di teatro e confermeranno Gibellina come luogo di esperienze culturali sempre nuove e come città dell’arte. La quarantesima edizione, quasi un’analogia con l’iniziale riferimento alla tragedia del terremoto, coincide con l’augurabile ritorno alla normalità dopo la pandemia. Ancora una volta il teatro è chiamato a dare un contributo alla speranza e alla vita delle nostre comunità”, Calogero Pumilia – Presidente Fondazione Orestiadi.
“Le Orestiadi di Gibellina si confermano una certezza nel ricco panorama culturale della Sicilia e una sfida a rinnovare l’impegno per la rinascita del territorio attraverso il teatro e l’arte contemporanea. La 40a edizione di questo Festival, che rappresenta un appuntamento di grande richiamo culturale al livello nazionale e internazionale, è un traguardo prestigioso che permette di tracciare la storia delle Orestiadi e l’identità di Gibellina e della Valle del Belìce dopo la ricostruzione post-terremoto, guardando al futuro. Una sorta di metafora dello spirito di ricostruzione che deve animare l’intera popolazione siciliana in questo anno ancora così caratterizzato dalla crisi causata dall’emergenza pandemica.
In questa fase difficile tutto il mondo della cultura e dello spettacolo ha particolarmente sofferto e l’estate rappresenta la stagione del riscatto e della rinascita.
Le Orestiadi sono un formidabile attrattore di turismo per i nostri conterranei, oltre che naturalmente per chi proviene da fuori Sicilia e vorrà approfittare per conoscere le meraviglie del territorio trapanese, godere di paesaggi mozzafiato e di un patrimonio storico, culturale e ambientale straordinario. Raccontare la Sicilia e le potenzialità di questo territorio attraverso l’arte declinata in tutte le sue sfaccettature e con il coinvolgimento di artisti di primo piano è una scelta entusiasmante e coraggiosa. Il programma di quest’anno ripercorre il valore degli artisti che hanno costruito questa lunga storia, offre attenzione alle giovani generazioni e all’impegno civile e sociale, che passa da un convinto messaggio contro la mafia. Inoltre, offre un doveroso omaggio a due figure immense della letteratura, Leonardo Sciascia, nel centenario della sua nascita, e Dante Alighieri nel settecentesimo anniversario della sua morte, a cui sono dedicati due progetti speciali all’interno del Festival. Generare cultura è il migliore strumento per arricchire il nostro territorio. Per questo, voglio rivolgere un sincero ringraziamento ai vertici della Fondazione, al direttore artistico e a quanti con la loro passione hanno contribuito a rendere le Orestiadi una pietra miliare dell’offerta culturale della Sicilia”, Manlio Messina – Assessore regionale del Turismo, dello Sport e dello Spettacolo.
“40 anni di Orestiadi a Gibellina, 40 di impegno scritto sulle trame dell’arte contemporanea per far rinascere un territorio umiliato e devastato dal terremoto e dal post terremoto. Quest’anno le Orestiadi saranno una festa, un momento di celebrazione e di memoria per declinare il passato attraverso il linguaggio universale dell’arte: dall’Orestea di Emilio Isgrò, riletta attraverso un misto di musica con Alfio Antico e di teatro con Vincenzo Pirrotta, alla chiusura e al gran finale al Cretto di Burri in un contesto di danza, teatro e musica con Sergio Rubini, Vinicio Capossela, Virgilio Sieni: tre artisti d’eccezione per raccontare 40 anni vissuti intensamente nel nome della Cultura. L’Assessorato dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana non poteva mancare e anche quest’anno ha dato il proprio sostegno a un’istituzione prestigiosa che continua nel solco tracciato dal suo fondatore, Ludovico Corrao, con un’offerta culturale di alto livello, che rappresenta l’essenza stessa della Sicilia e del desiderio di rinascita di ciascuno di noi”. Alberto Samonà – Assessore dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana.
Il programma completo:
https://www.fondazioneorestiadi.it/wp-content/uploads/2021/06/cartolina-a5.pdf