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New Life: il nuovo progetto espositivo della Fil Rouge Project

New Life, una mostra che vuole trattare l’arte a 360 gradi. Questo è il leitmotiv del nuovo progetto espositivo promosso da Claudia Cannizzo e Marta Emilia Di Mauro, le due fondatrici della Fil Rouge Project. In occasione dell’inaugurazione della sede fisica della società Fil Rouge Project, Galleria d’Arte | Casa d’Aste | Hub Culturale, verrà presentata al pubblico una mostra d’arte contemporanea che coinvolge più artisti di origini siciliane o attualmente residenti in Sicilia, con lo scopo di veicolare e valorizzare le opere e il lavoro di questi autori.

Il vernissage è previsto per giorno 12 Aprile 2024 dalle ore 18:00, e sarà accompagnato da un aperitivo, un brindisi per festeggiare insieme non solo la mostra ma anche l’apertura dei locali della Fil Rouge Project.

Come preannunciato già dal titolo scelto per l’esposizione New Life, il tema centrale delle opere che si potranno visionare in galleria, sarà proprio “la nuova vita” di alcuni elementi del nostro quotidiano. Il riciclo dei materiali non solo come buona pratica ma, soprattutto, come forma espressiva e critica socio-culturale.

Claudia Cannizzo e Marta Emilia Di Mauro, fondatrici di Fil Rouge Project, spiegano la mostra che si declina attraverso la visione dei diversi artisti: “Gli spazi della galleria sono stati suddivisi per singolo artista e ciascuno di essi, ha concordato con noi – in sede di sopralluogo – la parte più adatta per l’installazione delle proprie opere. Il risultato è quello di uno spazio in cui le opere, seppur realizzate da autori differenti, dialogano e si integrano fra loro, creando un racconto unico, e invitando lo spettatore a soffermarsi, a riflettere sul tema centrale della mostra: l’utilizzo di materiali di scarto o comunque non i classici oggetti accademici, che vengono qui adoperati come mezzo espressivo. Inoltre, ogni opera è stata selezionata con l’intento di creare un percorso più stimolante per i fruitori, che si sentono così coinvolti in virtù delle emozioni generate dall’approccio a diversi linguaggi, dalla pittura, alla scultura, dall’installazione alla video arte”.

Plastica, legno, marmi, vetro, materiali di scarto, oggetti che rappresentano l’antitesi del bello, e che incarnano l’idea di una materia associata al degrado, sono gli elementi con cui gli artisti presenti all’interno della mostra, vogliono raccontare il mondo che ci circonda, gli abusi e i soprusi che l’uomo perpetua sull’ambiente e sulla natura. Attraverso tecniche artistiche sperimentali come l’Ironed Plastic utilizzata dall’artista Emanuela Ravidà, si vuol mostrare come una materia considerata “inutile” possa invece riacquisire valore dopo il suo consueto utilizzo e diventare utile in un’ottica di sensibilizzazione ecologica.

Gli artisti che compongono il percorso espositivo sono tutti accomunati dal desiderio di generare una metamorfosi degli elementi. Simon Troger, Gabel – Gabriele Raimondo, Tamara Marino, Ciccaboom – Chiara Ciccarello, RE – Emanuela Ravidà, scultori, pittori, streetartist, visual artist. Tutti usano l’arte come forma di attivismo e cercano per mezzo di essa, di aumentare la consapevolezza collettiva e far riflettere sullo spreco, sulla corruzione e sull’abusivismo del territorio. Ognuno, a proprio modo, declina tale pensiero, ma non solo, si fa portavoce di un ritorno alla bellezza e alla natura incontaminata, un richiamo a un equilibrio perso tra la natura e il territorio, quasi una denuncia e una voglia di approcciarsi al tutto con maggiore spiritualità e meno prevaricazione, che si evolve fino a tramutarsi in corruzione e contaminazione, come è ben deducibile dalle opere in mostra.

L’opening di giorno 12 aprile, inaugura contestualmente la nuova sede di Fil Rouge Project. “Il nostro obiettivo è dare vita a uno spazio che diventi fulcro di progetti culturali per la città e per i cittadini – sottolineano le due organizzatrici e fondatrici Claudia e Marta, proseguendo – Puntiamo a includere un pubblico sempre più vasto e a renderlo partecipe di quel fermento artistico-culturale che troppo spesso coinvolge solo esperti del settore. Fil Rouge Project vuole uscire dall’ottica di un’arte elitaria per adottare il motto dell’arte per tutti. L’invito che viene fatto quindi, è quello di prendere e seguire quel “fil rouge” che collega ogni forma d’arte e iniziativa culturale, per costruire insieme uno spazio stimolante e produttivo, che dia voce agli artisti più o meno affermati, locali e non, e a chiunque abbia voglia di farsi portavoce di nuove idee e progetti, facendo rete con le altre realtà presenti sul territorio e con i cittadini stessi.

La mostra sarà visitabile tutti i giorni dal 12 Aprile al 31 Maggio 2024.

La galleria rispetterà i seguenti orari di visita: dal lunedì al venerdì dalle ore 9:30 alle ore 13, e dalle ore 16:30 alle ore 19:30; il sabato dalle ore 17 alle ore 19.

Simon Toger, lavora marmi e materiali lapidei, la sua ricerca si sviluppa sull’analisi del rapporto tra uomo e ambiente, idea e concretezza, utopia e distopia. Due delle opere presenti nella mostra sono sculture realizzate in gesso, ferro e legno e fanno riferimento alla cementificazione selvaggia, agli abusi edilizi e alle connessioni con la mafia locale negli appalti pubblici. Le altre due opere fanno parte invece di un progetto scultoreo che mira a indagare il modo di vivere dell’essere umano, e che riduce la vita dell’uomo stesso all’esecuzione di ordini, all’organizzazione di pensieri e azioni alla ricerca della perfezione e all’inseguimento di canoni prestabiliti. Dal 2002 partecipa a numerosi simposi di scultura monumentale in Germania, Austria, Italia aggiudicandosi vari premi e riconoscimenti.

Gabel – Gabriele Raimondo, le sue opere affrontano molte tematiche ma si incentrano soprattutto sul rapporto tra uomo e natura e spiritualità. La sua opera è infatti la personificazione di una divinità che si lega alla natura e alla purezza, e che si manifesta in una figura femminile, proprio a voler sottolineare il nesso con la Terra. Avendo studiato grafica pubblicitaria, fotografia, e successivamente incisione, la sua ricerca inizia quindi a fondere tecniche manuali e digitali. 

Tamara Marino, è un’artista poliedrica, utilizza svariate tecniche e materiali per la realizzazione delle sue opere, che sono principalmente costituite da installazioni site specific, sculture, pitture, performance / happening, documentazioni fotografiche e video. All’interno della mostra declina la sua arte in due videoinstallazioni che rappresentano due momenti differenti di un percorso di consapevolezza e l’approccio a un territorio caratterizzato da un contesto instabile, violento, degradato e di delinquenza.

Chiara Ciccarello – Ciccaboom, la sua ricerca spazia su illustrazione e pittura, muovendosi però su varie tematiche e tecniche, senza tralasciare il concetto di natura e ambiente, per il quale si sente particolarmente sensibile. In questa mostra espone un’installazione video corredata dalle immagini emblematiche di un progetto itinerante avviato a Berlino e poi portato in giro per il mondo, che mira a sensibilizzare le comunità sul tema del riciclo dei materiali, sulla sostenibilità edilizia e ambientale. Il progetto è stato realizzato tra il 2013 e il 2014 e l’ha vista, insieme all’artista giapponese Yukihiro Taguchi, progettare delle case componibili con legno e materiali di scarto in un quartiere della capitale tedesca, fino alla creazione di un vero e proprio villaggio dentro la città.

RE – Emanuela Ravidà, è un’artista multidisciplinare con un background accademico in pittura, si è dedicata alla ricerca sulla conversione dei materiali di scarto e alla sperimentazione di nuove tecniche artistiche. Nel 2021 ha ideato la tecnica Ironed Plastic, che le consente di creare opere e installazioni utilizzando esclusivamente plastica da riciclare e un ferro da stiro, dando origine a opere in antitesi con i materiali chimici di cui sono composte che rappresentano elementi della natura nella sua forma più pura, come alberi, foglie, piante e fiori

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