Cultura

Narrazioni a Natale: aspettando Taobuk

Due autrici, due approcci alla scrittura: la narratrice Costanza Di Quattro e la giornalista Claudia Benassai, che si sono imposte a diverso titolo tra le firme più interessanti delle ultime stagioni. Le due scrittrici, entrambe siciliane, entrambe classe 1986, saranno le protagoniste – rispettivamente il 4 e il 5 gennaio – dei due appuntamenti conclusivi del ciclo “Narrazioni a Natale. Aspettando Taobuk”, promosso dal Comune di Taormina e organizzato dal festival letterario internazionale ideato e diretto da Antonella Ferrara, che introdurrà e modererà gli incontri ospitati nel Palazzo dei Duchi di Santo Stefano.
Martedì 4 gennaio, alle ore 17, Costanza Di Quattro – in dialogo con Antonino Rapisarda – presenterà “Giuditta e il monsù”, edito d bastoldi, romanzo storico ambientato dall’autrice nell’aristocratica cornice della sua Ibla e costruito sul personaggio di una giovane ribelle che nello slancio dell’amore non guarda alle differenze di ceto ma solo alla forza del sentimento.
Mercoledì 5 gennaio, sempre alle ore 17, Claudia Benassai ripercorrerà la carrellata di vite vere raccontate sulla “Gazzetta del Sud” e poi confluite nel libro “100 storie…e un’intervista”, pubblicato dall’editore zancleo Costantino Di Nicolò. Un inno senza retorica alla capacità di tanti messinesi che ce l’hanno fatta, rivelando energie positive e misconosciute della città dello Stretto. Arricchirà il pomeriggio culturale un intervento del Quintetto d’archi del Teatro Massimo Bellini di Catania, l’ente lirico catanese legato a Taobuk da un collaudato e sinergico sodalizio.
Due scritture e due prospettive diverse per narrare la Sicilia di ieri e di oggi.
Costanza Di Quattro è al suo terzo romanzo.
“Giuditta e il monsù” prende il via nel 1884. A Palazzo Chiaramonte, una notte di maggio porta con sé due nascite. Fortunato, abbandonato davanti al portone, e Giuditta, l’ultima ‘fimmina’ di quattro sorelle. Figlia del marchese Romualdo, tutto silenzi, assenze e donne che non si contano più, e di sua moglie Ottavia, dall’aria patibolare e la flemma altera, è proprio lei a segnare l’inizio di questa storia. Lambendo cortili assolati e stanze in penombra, cucine vissute ed estati indolenti, ricette tramandate e passioni ostinate, il romanzo si spinge fin dove il secolo volge, quando i genitori invecchiano e le ‘picciridde’ crescono. C’è chi va in sposa a un parente e chi a Gesù Cristo, ma c’è pure chi l’amore, di quello che soffia sui cuori giovani, lo troverà lì dov’è sempre stato: a casa.
Dopo Donnafugata, Costanza DiQuattro invita a sfogliare un nuovo album di famiglia, fatto di segreti inconfessabili, redenzioni agrodolci e tanta, infinita dolcezza. Un’altra tappa esaltante del percorso della scrittrice ragusana, laureata in Lettere moderne all’Università di Catania e che dal 2008 si occupa attivamente del Teatro Donnafugata, teatro di famiglia restituito alla fruizione del pubblico dopo sei anni di restauri, assumendone nel 2010 la Direzione artistica con la sorella Vicky, per dare inizio a importanti collaborazioni artistiche con prestigiosi teatri nazionali e compagnie teatrali di fama. Parallelamente alle stagioni di prosa, di musica classica e di teatro per bambini, coadiuvata da uno staff tutto al femminile, si apre alla organizzazione di festival e mostre. Ha collaborato con «Il Foglio» e poi con alcune testate online siciliane. Il suo campo di scrittura spazia dalla critica sociale al costume, dal mondo della cultura a quello più strettamente legato al teatro.
Giornalista purosangue è invece Claudia Benassai che il 5 gennaio presentara il suo “100 storie…e un’intervista”, in cui spiccano ad esempio le figure di C’è Valeria Gambino, messinese di nascita, “ambasciatrice di pace”, viaggiando tra Francia, Africa e Iraq, oppure Elisa Sindoni, di Torregrotta, che si è diplomata a Milazzo con il massimo dei voti, superando quei disturbi dell’apprendimento che l’hanno portata a impegnarsi il triplo rispetto agli altri. E ancora Marica e Faburama, lei spadaforese, lui gambiano e siciliano d’adozione, che assieme hanno fondato a Barcellona Pozzo di Gotto una sartoria sociale. Queste sono solo tre delle vite di cento messinesi che ce l’hanno fatta. Tanti sono stati costretti a lasciare la Sicilia affrontando numerosi ostacoli e difficoltà, e si sono imposti in campo nazionale e internazionale. Altri, invece, hanno deciso di restare, o tornare, e investire sulla nostra terra. Sul nostro territorio. Storie normali, ma appassionanti, nomi e volti di una comunità che non si è arresa, e che ha preferito lottare per raggiungere i propri obiettivi. Storie di giovani, e non. Storie di amicizia, integrazione, sacrifici, e rivalsa. Storie ordinarie, che a volte diventano straordinarie.
Claudia Benassai si è laureata in “Editoria e Scrittura” alla Sapienza di Roma, con una tesi sul rapporto tra mafia e informazione, incentrata sulle figure di Beppe Alfano, Mario Francese e Muro De Mauro, i giornalisti siciliani uccisi da “Cosa Nostra”. Ha collaborato con varie testate, approfondendo i temi della lotta alle organizzazioni criminali. Dal 2014 è giornalista pubblicista, e, dal 2016, collabora assiduamente con la “Gazzetta del Sud”. Dal 2018, proprio sul quotidiano peloritano, porta avanti una rubrica settimanale, “Le Storie”. E sono tante anche le storie “di provincia”, nel vero senso della parola.

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