L'Opinione

Mozart e… l’ordine internazionale

Il mare divide l’Europa dall’Asia. Fino a qualche anno prima era un mare di sangue perché i Greci avevano distrutto definitivamente la città di Troia, sterminato i suoi cittadini, stuprato e deportato le loro donne. Eppure una nuova epoca sembra sorgere: Ilia e Idamante si amano. Ilia è la figlia del defunto re Priamo, Idamante è il figlio di Idomeneo Re di Creta. Quel mare si sta trasformando in un mare di pace e di riconciliazione. Un vecchio mondo tramonta, un nuovo mondo sorge. Così si apre l’Idomeneo di Wolfgang Amadeus Mozart composta nel 1781 per essere rappresentata a Monaco per il Grande Elettore e massone Karl Theodor di Wittelsbach (1724-1799). Quest’opera giovanile del genio di Salisburgo è molto interessante sia dal punto di vista musicale sia dal punto di vista della scelta del soggetto.

In una prospettiva musicale, l’Idomeneo è un’opera che segue la scia inaugurata da C. W. Gluck in cui, però, Mozart si esprime con notevole originalità e genialità. Quest’opera non narra semplicemente le vicende di Idomeneo e degli eroi dell’Iliade tratti dalla mitologia greca. Piuttosto, il vero tema è il passaggio da un vecchio mondo fondato sulle lotte dinastiche, la violenza e lo scontro di civiltà tra Occidente e Oriente ad un nuovo mondo fondato sulla solidarietà e la riconciliazione tra gli individui, l’empatia universale, l’incontro tra l’Occidente e l’Oriente, tra l’Europa e l’Asia. Ilia e Idamante sono i due innamorati, i due individui cosmico-storici, che rappresentano questo nuovo mondo. La prima è la figlia delle vittime cadute a Troia, il secondo è il figlio di Idomeneo, uno dei re che hanno distrutto la città di Troia. Questa coppia è severamente contrastata da Elettra, figlia di Agamennone, che ama in modo morboso Idamante e odia Ilia. Vuole sposare Idamante e continuare la vecchia politica matrimoniale dinastica e delle faide intestine alle corti dei vari monarchi. Nella sua visione, il mondo è perennemente in guerra e non è pensabile una riconciliazione con i prigionieri o con i nemici stranieri. Questa è la dinamica dei rapporti sulla terra, a Creta. In mare, infuria una tempesta a causa della quale tutta la flotta di Idomeneo rischia il naufragio e con lui anche il vecchio mondo. Il re e la flotta raggiungono solo dopo l’intervento di Nettuno che allontana la tempesta e salva le navi dalla definitiva distruzione. Giunto sulla spiaggia, Idomeneo è felice perché è ancora sopravvissuto alla tempesta, dall’altro è profondamente angosciato perché prima della partenza da Troia ha fatto un terribile voto: sacrificare al Dio Nettuno la prima persona che gli verrà incontro al suo ritorno in patria.

Proprio mentre riflette sulle terribili conseguenze di un sacrificio umano, sulla spiaggia gli viene incontro il figlio Idamante. I due non si vedono da anni e, in un primo momento, non si riconoscono: sarà Idamante la vittima da sacrificare al Dio Nettuno. Idomeneo respinge il figlio e gli vieta di seguirlo. Non gli dice nulla del terribile voto fatto al Dio Nettuno.

Il mare è ormai calmo e i soldati tornano ad abbracciare le mogli e le figli. Tutti elevano un inno a Nettuno.

Idomeneo riprende il potere a Creta. Si confida con Arbace mettendolo al corrente del fatto che il Dio Nettuno ha fatto di tutto per ostacolare il suo ritorno in patria e ha cambiato i suoi propositi solo dopo che il re cretese ha promesso di sacrificare al Dio la prima persona che avrebbe incontrato al suo ritorno in patria.

Come salvare allora Idamante dalla morte? Idomeneo decide di inviarlo ad Argo dove per porre nuovamente Elettra sul trono e predisporre le future nozze dei due. Nello stesso tempo, si mostra clemente nei confronti della prigioniera Ilia, soprattutto perché si convince che la ragazza provi amore verso di lui. Riceve Elettra e Idamante che stanno per partire per Argo. Elettra è felicissima, Idamante è sconvolto dalla decisione del padre. Mentre stanno per avviarsi alla nave che sta per salpare, scoppia una tempesta e compare un mostro marino all’orizzonte che spaventa tutti e impedisce la partenza.

Nei giorni successivi, Idamante e Ilia si incontrano nuovamente e si giurano eterno amore. Nonostante sia sconvolta per lo sterminio della sua famiglia e la distruzione della sua città natale, la principessa supera le barriere di sesso e nazionalità per lasciarsi travolgere dall’amore per Idamante. I due, però, non hanno pace, perché sono immediatamente scoperti da Elettra e Idomeneo. Ne nasce un drammatico scontro alla fine del quale Idomeneo è costretto a svelare il segreto del voto a Nettuno. I due amanti non hanno paura e vogliono affrontare insieme la morte mostrando grande nobiltà d’animo. Intanto i terribili fatti avvenuti sulla spiaggia hanno scosso la città. Il grande Sacerdote di Nettuno chiede ad Idomeneo di placare l’ira del Dio. E il re si trova costretto a svelare a tutto il popolo le vere ragioni dell’ira di Nettuno e la via per placarlo: sacrificare Idamante!

Il figlio del re è condotto al tempio per essere sacrificato a Nettuno. È lo stesso Idomeneo a condurre il rito e a levare il pugnale contro il figlio. Mentre sta facendo ciò, Ilia si fa avanti per morire insieme all’amato. La statua del Dio Nettuno si scuote e una voce ordina a Idomeneo di abdicare in favore del figlio Idamante e della futura sposa Ilia.

La pace è ristabilita, il vecchio mondo fondato sul sangue e le lotte dinastiche tramonta. L’amore trionfa su tutto. Alla religione dei sacrifici umani si sostituisce una religione dell’amore. L’era della violenza e della guerra viene soppiantata dall’empatia universale e dalla pace.

In quest’opera il librettista Giambattista Varesco affronta in modo molto sottile e prudente alcuni temi di politica internazionale. Dall’analisi del libretto emergono alcuni punti essenziali:

1) l’ordine internazionale è l’immagine ed il frutto dell’azione della Divinità;

2) l’azione della Divinità in alcuni casi educa, in altri punisce;

3) la sovranità cala dall’alto per decisione della Divinità;

4) il Divino agisce nella Storia mediante individui cosmico-storici come Ilia, Idamante, Idomeneo ed Elettra.

Sulla base di queste premesse, l’Idomeneo sottolinea il passaggio da un vecchio mondo ad un nuovo mondo. in termini politici, questo può essere descritto come il passaggio dall’assolutismo al dispotismo illuminato. Infatti, Elettra e Idomeneo sono i rappresentanti di un ordine internazionale fondato sul sangue e sulle guerre dinastiche. Ilia e Idamante sono i rappresentanti di un nuovo ordine mondiale fondato sulla riconciliazione, l’empatia universale e l’amore. Questa trasformazione investe anche il rapporto dell’Umanità con il Divino. Nel vecchio mondo il Divino era violento, nella nuova epoca è un educatore un po’ rigido ma amorevole. Probabilmente questo tema è stato ripreso liberamente dall’Educazione del genere umano del massone G.E. Lessing.

Appare evidente che il librettista voleva invitare il principe Karl Theodor ad abbondonare le dispute territoriali e le guerre dinastiche (guerra di successione bavarese) e ad agire in modo più coerente con gli Ideali della Massoneria e dell’Illuminismo. La “nuova Creta”, il nuovo Impero di Germania dovevano essere ispirati ad una religione fondata sull’amore e la tolleranza e ai dettami del dispotismo illuminato di Voltaire verso il quale il Principe nutriva profonda ammirazione.

Nell’opera, la terra è spesso fonte di divisione e di guerre dinastiche, ma su di essa nasce il nuovo mondo che unisce Europa ed Asia, l’Oriente e l’Occidente. Al contrario, il mare è un regno senza confini spesso insanguinato da guerre e dal passaggio di flotte. Su di esso, il vecchio mondo fa naufragio e deve cedere il passo ad una nuova era di pace, tolleranza, amore e giustizia.

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