Arte

Morto Franco Sarnari, fondatore con Guccione del Gruppo di Scicli

Lutto nel mondo dell’Arte italiana per la scomparsa, a 89 anni, nella sua casa di Gerrantini, una frazione di Scicli, nell’ibleo, del maestro Franco Sarnari, morto circondato dai suoi cari: la compagna Piera, i figli Antonio e Barbara con Simona e Corrado e i nipoti Pietro e Anna.

Nello scorso mese di aprile aveva inaugurato la mostra sulla sua vita che aveva aperto il suo Archivio ufficiale, dopo aver lavorato, con i figli, per circa un anno, alla riorganizzazione della collezione.

Romano di nascita, Sarnari aveva già conquistato una grande notorietà nazionale quando, negli anni Settanta, era giunto in Sicilia e, indossando “occhiali da sole con lenti più scure”, diceva di avere “la sensazione di vedere colori che in città non vedeva”.

Con l’amico Piero Guccione aveva dunque gettato le basi per il progetto del Gruppo di Scicli, diventando in breve uno dei maggiori animatori culturali del Ragusano. Negli ultimi quarant’anni aveva dato infatti un grande impulso anche al Movimento Vitaliano Brancati di Scicli, con le tante attività e manifestazioni per l’ambiente e per sostenere gli artisti emergenti.

Intanto aveva proseguito il suo cammino di “pittore anticonsequenziale” con grande rigore estetico e con costante, puntuale elaborazione delle scelte. Aveva continuato la sua ricerca pittorica, innovando fortemente i propri linguaggi e contribuendo significativamente alla crescita del sistema e dell’economia dell’arte siciliana. Già dalla metà degli anni Settanta, la scelta di vivere con la compagna Piera nella Casa a Gerrantini, la nascita dei figli e una riscoperta della Natura, sono alcuni degli stimoli di una nuova ricerca e danno un grande slancio al lavoro.

Le diverse stagioni del suo lavoro furono così lette e declinate dalla migliore critica d’arte italiana che per mezzo secolo lo ha apprezzato, seguito, e soprattutto riconosciuto come un maestro della pittura contemporanea italiana. Non a caso Marco Goldin lo inserì, nel 2013 a Vicenza, tra i maggiori dell’astrazione mondiale, e David Gariff nella mostra antologica della National Gallery di Washington.

Tra i momenti più significativi del suo lavoro artistico si ricordano: la fondazione del collettivo il Girasole (Roma, 1964), la grande mostra antologica a Palazzo dei Diamanti di Ferrara nel 1970, che lo ha consacrato alla pittura italiana, l’amicizia con Schifano e Guttuso, con cui ha condiviso anni di attività politico-culturale, i diversi premi internazionale per la Cartella Frammenti del 1975, e ancora i tre inviti alla Biennale di Venezia, con la presenza, con una sala personale nel Padiglione Italia a quella del 1988.

Per volontà della famiglia, i funerali si svolgeranno in forma privata.

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