Milenkovich e Venezi: in un concerto da tutto esaurito al Politeama di Palermo
Con l’Orchestra Sinfonica Siciliana il prodigioso violino di Stefan Milenkovich e la magica bacchetta di Venezi, in un concerto da tutto esaurito al Teatro Politeama Garibaldi di Palermo. La grande musica romantica russa scandita dalle corde di Stefan Milenkovich e la direzione di Beatrice Venezi per l’esecuzione delle più celebri opere di Čajkovskij: Concerto in re maggiore op. 35 per violino e orchestra Čajkovskij, Sinfonia n. 5 in mi minore op. 64. Stefan Milenkovich (Belgrado, 1977), il “violinista del secolo”, figura di riferimento nel virtuosismo violinistico mondiale, uno dei più talentuosi, e decisamente uno dei più profondi conoscitori della musica di Čajkovskij, accompagnato dal suo violino Giovanni Battista Guadagnini del 1783, riesce a esprimere sentimento ed eloquenza attraverso un legato e un controllo delle dinamiche “superbe” che gli consentono di sviscerare quello che c’è dietro alle note rendendole vive e palpitanti. Melodie puramente strumentali, nel loro passo incessante e continuamente variato ne Il Concerto in re maggioreper violino e orchestra (Čajkovskij), uno spartito che dimostra con chiarezza come l’abilità tecnica possa diventare, in determinati casi, pura poesia. Čajkovskij compose questo concerto sull’onda dei sentimenti che provava per un giovane violinista, Josif Kotek, che lo aiutò nella stesura, ma che si rifiutò di suonarlo. L’artista serbo infonde un’interpretazione spiccatamente pura e “umana”, una drammatica passionalità del “più russo tra i musicisti russi”, come è stato definito da Stravinski, in un suono limpido e magnetico, in tutte le tonalità del violino. Milenkovich, dopo un passato di enfant prodige ha consolidato una carriera internazionale fatta di concerti nei principali teatri del mondo, dalla Carnegie Hall di New York al Kennedy Center di Washington, dalla Cadogan Hall di Londra alla Suntory di Tokyo, ai maggiori teatri italiani. Talento e carisma accompagnano le eleganti e lunghe note sempre rinnovate in una continua variazione, alternando momenti malinconici e incalzanti in cui la musica emerge con forza trionfale. È questa una pagina di straordinaria vivacità ritmica, nella quale s’insinua un sentimento di tristezza subito messo in fuga dal travolgente ritmo, diretto con raffinata maestria da Beatrice Venezi (5 marzo, Lucca 1990). In elegante completo bianco (il frac non le appartiene) ha diretto magistralmente l’Orchestra Sinfonica Siciliana ne Il Concerto in re maggiore, Sinfonia n. 5 in mi minore op. 64, con grazia e garbo, fermezza ed empatia di fronte a un pubblico rapito, per una forte empatia. Il Direttore Venezi, non ama essere chiamato direttrice perché, sostiene, “è una qualifica conquistata con impegno e lavoro e questo è il suo nome, non altro”. Pianista e compositrice, ha collaborato con interpreti di fama internazionale come Placido Domingo, Vittorio Grigolo, Marcelo Alvarez, Maria José Siri, Aida Garifullina, Bruno Canino, Stefan Milenkovich, Valentina Lisitsa, Andrea Griminelli, Eleonora Abbagnato, Carla Fracci e Andrea Bocelli e con istituzioni prestigiose quali l’Orchestra del Teatro La Fenice, National Opera House of Georgia, Opera Holland Park di Londra e altri teatri internazionali. Attualmente Consigliere del Ministro della Cultura per la Musica e Direttore Artistico della Fondazione Taormina Arte presso il Teatro Antico di Taormina. In un’atmosfera distesa e sognante, è riuscita a regalare momenti di intensa musicalità, ritmicità, dinamicità e una vitalità, lasciando il pubblico ammaliato davanti a quell’inesauribile energia.