Cronaca

Messina, l’On. Massimo Romagnoli incontra il vescovo Di Pietro

Un incontro toccante durante il quale il politico ha raccontato la sofferta vicenda giudiziaria che lo ha visto ingiusto protagonista.

L’On. Massimo Romagnoli, siciliano originario di Capo d’Orlando, ex deputato di Forza Italia e oggi presidente della V Commissione Cgie “Promozione del Sistema Italia all’Estero”, ha incontrato Mons. Cesare Di Pietro, vescovo ausiliario dell’Arcidiocesi di Messina – Lipari – Santa Lucia del Mela. Per Romagnoli è stata l’occasione per raccontare al prelato quei terribili 32 mesi trascorsi ingiustamente nelle carceri americane con l’accusa di traffico d’armi.

Poi, il lieto fine: la piena assoluzione. Romagnoli è stato riconosciuto innocente. “Estraneo ai fatti”, recitava il dissipatori della sentenza.

La vicenda aveva avuto inizio nel dicembre 2014, a Podgorica, capitale del Montenegro, dove Romagnoli, nella veste di imprenditore era stato contattato da due broker romeni per un affare riguardante la vendita di braccialetti elettronici per detenuti. Quello che era apparso come un grande affare, si rivelò una trappola. Venne arrestato e rapidamente estradato negli Usa. Da lì, un calvario vissuto nelle prigioni di massima sicurezza, da New York alla Pennsylvania.

“Sono stati mesi durissimi, pieni di disperazione e di desolazione –, ha confessato il politico al vescovo – ma anche di profonde riflessioni sulla vita, sulla famiglia, sulla fede, sulla possibilità di cambiare se stessi”.

Nonostante l’ingiustizia subìta, l’ex deputato ha scoperto un’umanità sorprendente e qualità eccezionali tra le mura delle celle troppo spesso “coperte di stigma e pregiudizio”.

A dargli coraggio anche le parole pronunciate dai pontefici Giovanni XXIII, Paolo VI, Giovanni Paolo II e Francesco durante le loro visite ai carcerati.

Alcuni dicono: “Sono colpevoli”, ricordava l’allora cardinale Bergoglio. “Io rispondo con la parola di Gesù: chi non è colpevole scagli la prima pietra. Guardiamoci dentro e cerchiamo di vedere le nostre colpe. Allora, il cuore diventerà più umano”. E divenuto Papa ripetè: “Non incarcerate la dignità”. Dopo 32 lunghissimi mesi, l’8 settembre 2017 la riapertura del processo gli rese giustizia grazie al duro lavoro svolto professionalmente dal suo legale Alessandra De Blasio.

La storia è raccontata in un libro dal titolo “Un innocente in trappola”. “Quando sono stato prosciolto da ogni addebito –, ha raccontato al religioso – ho sentito il bisogno di scrivere e liberare le migliori energie”. Una testimonianza forte e toccante sul valore della libertà e della dignità umana, capace di brillare anche nelle situazioni più buie e disperate.

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