Maya De Leo: “Queer. Storia culturale della comunità LGBT”
Il libro Queer. Storia culturale della comunità LGBT+ raccoglie una gran parte dei contenuti sviluppati dalla professoressa Maya De Leo nel suo corso di Storia dell’omosessualità che tiene presso l’Università di Torino. È una storia ben documentata del percorso che ha portato prima alla definizione moderna di omosessualità e poi man mano alla formazione del linguaggio e di tutte le distinzioni che ci sono all’interno delle comunità LGBTQ.
Nell’introduzione scrive: “adottando una prospettiva queer, ho scelto di mostrare non solo il carattere culturalmente costruito delle categorizzazioni in materia di genere e sessualità ma anche e soprattutto quanto esse abbiano a che fare con le “distribuzioni di potere”, con l’«organizzazione dell’eguaglianza e della diseguaglianza»”.
L’emersione di questa comunità è relativamente recente in quanto in Occidente il Cristianesimo ha condannato l’omosessualità e tutte le pratiche sessuali periferiche inquadrandole all’interno del peccato di sodomia. Inoltre, non va dimenticato che successivamente anche gli scienziati hanno contribuito con le loro classificazioni e la loro formazione a relegare e ghettizzare la comunità LGBTQ.
Il lungo cammino dell’emancipazione dell’omosessualità è cominciato in modo esplicito solo nel XIX secolo con Karl Heinrich Urlichs (1825-1895). Successivamente la percezione e la definizione della sessualità umana è stata profondamente rinnovata dall’opera di Magnus Hirschfeld (1868-1935), a cui si deve anche la prima definizione di transessualismo nel 1923 e al primo intervento di cambiamento del sesso su Lili Elbe.
Maya De Leo si sofferma moltissimo sulle esperienze delle varie comunità nei grandi centri come Londra, Berlino, New York, Parigi.
Il libro contiene un capitolo molto interessante sulla sessualità in relazione al concetto di razza. I colonizzatori spesso intrecciavano rapporti omosessuali con individui di razze differenti sia approfittando del minore controllo da parte delle autorità pubbliche sia abusando della propria posizione ed imponendo rapporti non consenzienti alle loro vittime.
L’autrice passa ad esaminare il celebre Rapporto Mckinsey del 1948 e le prime forme di associazionismo della comunità omosessuale nel secondo dopoguerra che poi hanno portato alla rivolta di Stonewall, come protesta ad una retata della polizia in un locale gay a Greenwich Village presso New York. Svolge un’attenta analisi dell’attivismo politico omosessuale che ha avuto un enorme impatto negli anni Settanta con figure come Paolo Mieli in Italia e Harvey Milk negli Stati Uniti. A nostra avviso è anche di particolare pregio la parte del libro in cui si parla dell’AIDS e di come per un certo periodo fosse considerato una “peste gay”, una malattia sessualmente trasmissibile soprattutto attraverso relazioni omosessuali.
Questi variegati percorsi si sono incontrati e fusi e hanno portato alla comunità LGTBQ attuale che è molto cresciuta ed è molto visibile sui media e sui social. Ha anche raggiunto un notevole grado di pluralismo di voci al proprio interno e ad una più chiara definizione delle varie forme di sessualità dal lesbismo, al transessualismo, all’intersessualità, al bisessualismo, al pan-genderismo e all’a-genderismo.
L’opera della Prof. De Leo è molto interessante e dà un’ottima visione di insieme della comunità LGBTQ e delle problematiche che ha sviluppato nel corso degli ultimi 250 anni.