Cronaca

Mafia, arrestato a Palermo il superlatitante Matteo Messina Denaro

Ecco l’immagine dell’arresto, a trent’anni dalla cattura di Totò Riina, del superlatitante della mafia, Matteo Messina Denaro, 61 anni, capomafia di Castelvetrano (Trapani).

L’uomo è stato catturato dai carabinieri del Ros mentre si trovava nella clinica privata Maddalena di Palermo in regime di day hospital per essere sottoposto, sotto falso nome, ad alcune terapie oncologiche.

“Sono Matteo Messina Denaro” ha confermato ai Carabinieri ed è stato condotto via in manette mentre la folla lo riprendeva con i cellulari.

L’operazione è stata condotta dai militari dell’arma e coordinata dal procuratore di Palermo Maurizio de Lucia e dal procuratore aggiunto Paolo Guido.

Vedremo così finalmente il volto dell’uomo che, per trent’anni, è stato noto soltanto attraverso le ricostruzioni degli identikit.

Messina Denaro, 51 anni, detto anche ‘U siccu e Diabolik, è stato considerato dal 1993 in poi per quasi trent’anni tra i latitanti più pericolosi e ricercati al mondo.

Capo del “mandamento” di Castelvetrano era fino a poco tempo fa considerato uno dei boss più potenti di Cosa nostra. Per quanto tradizionalmente il potere assoluto sull’intera organizzazione non possa essere concentrato nelle mani di un padrino estraneo a Palermo e, sebbene dopo la morte di Riina non vi siano più state prove di un’organizzazione piramidale di Cosa nostra, alcuni inquirenti si sono esplicitamente riferiti al latitante castelvetranese come all’attuale capo della commissione interprovinciale di Cosa Nostra.

Il capomafia era stato condannato all’ergastolo per decine di omicidi, tra i quali quello del piccolo Giuseppe Di Matteo, il figlio del pentito strangolato e sciolto nell’acido dopo quasi due anni di prigionia, per le stragi del ’92, costate la vita ai giudici Falcone e Borsellino, e per gli attentati del ’93 a Milano, Firenze e Roma.

Messina Denaro era l’ultimo boss mafioso di “prima grandezza” ancora ricercato. 



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