Spettacoli

Lo Shakespeare “siciliano” dell’Ardizzone Gioeni

Le allegre comari di Windsor è una commedia divertentissima resa ancor più spiritosa, agile e snella dall’adattamento del regista, Giovanni Anfuso”.

Lo ha detto Valentina Ferrante, una delle protagoniste della pièce shakespeariana che debutterà il nove luglio nell’Istituto per ciechi di Catania, commentando la notizia che è cominciata con successo la prevendita dei biglietti sia on line e sia nei punti vendita convenzionati del circuito BoxOffice Sicilia – www.ctbox.itPer qualunque tipo di informazione, il numero di Buongiorno Sicilia, il 347 6380512, sarà attivo tutti i giorni dalle nove alle ventuno per ricevere sia telefonate sia messaggi Whatsapp.

L’attrice interpreta comare Ford, “una donna simpatica, capace di usare l’arma della seduzione per colpire i difetti di uomini come il proprio marito e Falstaff” in questa commedia che, ha detto, “strapperà molti sorrisi e molte risate. E ne abbiamo bisogno”.

“Così come abbiamo bisogno – ha concluso – di far tornare il pubblico in quel teatro, che, come Shakespeare sapeva bene, fa innamorare: della vita e delle persone”.

Tra gli attori, intanto, il gioco è quello di individuare la “sicilianità” del testo del Bardo di Stratford on Avon: c’è chi ha notato persino un’anticipazione del Gallismo brancatiano.

“Per via della commedia Molto rumore per nulla ambientata a Messina – ha spiegato Angelo D’Agosta, che in scena interpreta proprio Shakespeare – si era ipotizzato che il poeta e commediografo fosse siciliano, proprio della Città dello Stretto. Beh, invece, se volessimo fare un po’ di campanilismo, a giudicare dall’humor non proprio britannico che emerge prepotente nelle Allegre comari di Windsor, potremmo immaginare che William Shakespeare fosse nato a Catania, per via della nostra proverbiale liscìa”.

Forse per questo gli attori finiscono con l’essere i primi a divertirsi, come ha sottolineato Plinio Milazzo, che in scena interpreta Mastro Page. Così, Milazzo si è posto una scherzosa domanda: “Ma siamo davvero sicuri che Windsor, dove accadono cose così strane, non sia un quartiere di Catania?”.

“Che so – ha aggiunto, buttandosi sul surreale – tra Ognina e il Centro storico, potrebbe darsi che ci sia un rione Windsor e non ce ne siamo accorti.  Così come non ci eravamo accorti di questo spazio teatrale così affascinante posto proprio in via Etnea, l’Ardizzone Gioeni”. Che qualcuno ha definito un Globe theatre catanese.

“E qui – ha aggiunto – sta provando per voi una grandissima compagnia, con diciassette attori. Per dimostrare che il teatro è finalmente ripartito”.

E l’istituto Ardizzone Gioeni, come ha spiegato il suo Commissario, Giampiero Panvini, “torna a essere a Catania in punto di riferimento per le attività culturali e in particolare per l’integrazione tra i non vedenti e gli ipovedenti e il resto della cittadinanza”.

“Il cartellone – ha aggiunto – sarà ricco di eventi e il clou di queste manifestazioni è sicuramente rappresentato dalle Allegre comari di Windsor, diretto da Giovanni Anfuso e con un cast di altissimo livello”.

Gli interpreti dello spettacolo sono infatti, in ordine alfabetico, Angelo D’Agosta, Valentina Ferrante, Barbara Gallo, Plinio Milazzo, Luigi Nicotra, Salvo Piro, Liliana Randi, Davide Sbrogiò e poi Pietro Casano, Gabriele D’Astoli, Corrado Drago, Luciano Fioretto, Giulia Messina, Davide Pandolfo, Francesco Rizzo, Fabrizio Scuderi, Mattia Valenti. Costumi ed elementi scenici sono di Riccardo Cappello, le musiche sono firmate da Paolo Daniele e le coreografie da Fia Distefano. L’aiuto regista è Agnese Failla.

A sostenere l’iniziativa, tra le Istituzioni vanno citate la Regione Siciliana, la Carat, Camera di Commercio della Sicilia orientale, il Comune di Catania. Tra gli sponsor privati,  Isolabella Gioielli e Cisauto concessionaria ufficiale Peugeot a Catania. Per seguire l’evolversi delle prove e formulare domande agli artisti ci si può collegare con la pagina Facebook de Le Allegre comari di Windsor, visitabile all’indirizzo https://www.facebook.com/LeAllegreComariDiWindsor/.

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