Musica

Live di Crowdfunding per il film “Uzeda Do It Yourself”

Si è concluso ieri con un sold out presso Zō Centro Culture Contemporanee – Come out for Uzeda – live di crowdfunding per il film documentario “Do it yorself”, anima del progetto a sostegno per la raccolta fondi per il termine del film realizzato dalla regista catanese Maria Arena, che ha scelto di raccontare storicizzando la vita della storica band catanese Uzeda, che fa musica da più di 30 anni, ricordando che si è sempre contraddistinta per la propria indipendenza senza cambiare il proprio stile musicale se non per le proprie esigenze sperimentali, riuscendo a sbarcare anche in America, tanti concerti e partecipazioni anche alle mitiche Peel Session alla BBC ospiti di John Peel e al festival ATP. Tanti amici e musicisti hanno fatto parte a questo importante progetto a sostegno della band come: Colapesce, Roy Paci, Lautari, Stash Raiders, The Cockroaches e Clustersun.

Per chi vuole continuare a sostenere questo progetto ricordiamo che potrà continuare a farlo cliccando sul sito : 

https://www.produzionidalbasso.com/project/uzeda-do-it-yourself-un-film-di-maria-arena-sulla-band-underground/

all’interno troverà tutta la descrizione del progetto e supportare il crowdfunding.

Per questo importante progetto abbiamo intervistato Sacha Tilotta, figlio d’arte della coppia Uzeda.

Benvenuto Sacha!! Come out for Uzeda, tanti musicisti riuniti a sostegno per questo importante progetto, c’è ne vuoi parlare?

È stata una serata bellissima, con artisti di diversa provenienza musicale, ma tutti accomunati da un senso di appartenenza per il rock sperimentale che hanno sempre portato avanti gli Uzeda in 35 anni di carriera. E così da Colapesce a  Roy Paci, dai Lautari ai Clustersun e music for Cockroaches, e noi Stash Raiders, tutti abbiamo donato la nostra testimonianza di come in modi diversi la loro musica ha influenzato i nostri cammini musicali a supporto del lavoro di Maria Arena che da anni lavora su questo documentario che spiega cosa voglia dire fare musica senza compromessi. Bellissimo.

Gli Uzeda rappresentano un gruppo storico catanese un pò fuori dalle “righe”, sono stati una grande risorsa per la musica etnea e non solo, quanto ha inciso tutto questo sui musicisti della tua generazione?

Credo che appunto il messaggio più forte che è arrivato a noi è stato questo forte imput a perseverare sulle proprie idee al fine di trasmettere le proprie emozioni in musica, senza filtri. Chiaro e diretto, come la vita stessa.

Come la definisci la vostra musica? Cosa volete raccontare con i vostri testi?

La nostra musica è una sorta di post punk psichedelico con elementi prog e anche pop. Mettiamo dentro tutto quello che nella musica ci piace, in salsa psichedelica. I nostri testi mischiano elementi di critica sociale con temi appartenenti più alla letteratura nerd dei manga e della fantascienza classica.

Quali saranno i progetti futuri degli Stash Raiders?

Adesso lavoriamo a nuovi brani, tra un concerto e l’altro. Venerdì prossimo suoneremo appunto allo Scketch di Acireale. Venite.

In serata abbiamo avuto il piacere di intervistare telefonicamente anche Giovanna Cacciola, leader e voce degli Uzeda.

Ciao Giovanna e benvenuta. Più di 30 anni di carriera raccontata in un film “Uzeda- Do It Yourself” vuoi raccontarci un po’ questo importante progetto che racchiude anni di musica di una band che ha sempre mantenuto la propria indipendenza?

Il progetto di Maria su gli Uzeda è nato diversi anni fa. Dal 2016 Maria ci ha seguiti in diversi concerti e poi è andata a ritroso nel tempo per ricostruire la nostra esperienza. L’intervento ovviamente non è celebrativo, piuttosto vuole essere la testimonianza di quanto la volontà e la costanza possano aiutare tutti a realizzare i propri intenti, soprattutto se si vive lontano da tutto e tutti e in una terra che non è esattamente famosa per organizzazione e mezzi, più che mai a cavallo tra gli anni 80 e 90.

Per anni avete fatto musica rock alternativa di matrice anglofona fuori dai confini, come si vede la band dopo tutti questi anni trascorsi?

Ci vediamo ancora senza confini, forse ancora più che in passato perché siamo molto adulti e quindi ancora più slegati da logiche di tornaconto o di mercato.  Facciamo quello che sentiamo sia il caso di fare coerentemente con la nostra vita e il tempo di cui siamo parte.

Il vostro viaggio musicale continua ancora con questo documentario, cosa spinge gli Uzeda a portare ancora tanta voglia ed ispirazione nella sua musica?

Forse abbiamo soltanto ancora voglia di comunicare con i nostri simili e il modo più consono per farlo insieme è quello di esprimerci con strumenti amplificati.

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