L’inflazione in Italia ha ripreso a crescere
L’inflazione in Italia ha ripreso a crescere. A luglio ha registrato un significativo aumento rispetto al mese precedente, principalmente a causa del rincaro dei prezzi energetici e, in considerazione della stagione estiva, dei servizi legati alle vacanze. Tuttavia, i rialzi a livello europeo si manifestano a una velocità doppia rispetto al nostro paese. Nonostante la Banca Centrale Europea stia monitorando attentamente questa tendenza, gli analisti prevedono che i dati attuali non incideranno sulla politica monetaria della BCE.
Secondo la stima flash di luglio, l’indice dei prezzi al consumo in Italia si attesta all’1,3%, con un aumento di mezzo punto percentuale rispetto allo 0,8% di giugno. Questo valore rappresenta il livello più elevato dall’ottobre dell’anno scorso (1,7%), ma rimane significativamente inferiore al 5,9% registrato nel luglio precedente. Si evidenzia un incremento mensile dei prezzi dello 0,5% tra giugno e luglio, il più alto dal novembre 2022, riducendo il vantaggio accumulato rispetto all’area euro.
In Europa, l’indice IPCA, che esclude il costo dei beni energetici importati ma considera i saldi stagionali, mostra una crescita annuale del 2,6%, in leggero aumento rispetto al 2,5% di giugno, mentre l’Italia segna un +1,7%, anche questo in netto rialzo rispetto al +0,9% precedentemente registrato.
L’inattesa accelerazione dell’inflazione nell’eurozona, nonostante l’inflazione core si mantenga stabile al 2,9% di fronte a previsioni di rallentamento, potrebbe costituire un nuovo motivo di preoccupazione per la Banca Centrale Europea. Tuttavia, la maggior parte degli analisti concorda sul fatto che la strategia di Francoforte rimarrà invariata per il momento. La prossima riunione del Consiglio della BCE è prevista per il 12 settembre, e prima di allora saranno analizzati altri dati macroeconomici, inclusi quelli sull’inflazione di agosto, e si effettuerà il monitoraggio delle successive decisioni della Fed.
Sebbene l’inflazione italiana rimanga considerevolmente sotto la media europea e quella di grandi Paesi dell’UE come Francia e Germania — entrambi segnando un aumento tendenziale dei prezzi del 2,6% — la crescita dei prezzi desta preoccupazione tra consumatori e sindacati, che ribadiscono l’urgenza di rivedere i contratti per compensare la perdita di potere d’acquisto. I consumatori hanno segnalato un incremento soprattutto dei prezzi dei beni e dei servizi energetici, così come dei servizi ricettivi e della ristorazione, con un aumento tendenziale del 4,3% per gli ultimi. Nel mese di luglio, si registra un aumento congiunturale dei prezzi energetici del 3,5% e una flessione tendenziale del 4,1% (rispetto al -8,6% tendenziale di giugno).