Libertà come educazione di noi stessi
Amica/o lettore,
La libertà, come il diritto, sono parole facili da pronunciare ma nascondono un significato talmente complesso che anche i vocabolari hanno dovuto porre dei limiti nell’esplicazione di questi termini.
Nell’argomentare sulla libertà e sul diritto non esordiamo dalla Rivoluzione francese, madre di tutte le rivoluzioni, che ha iniziato il cammino della libertà, uguaglianza, fratellanza, ma iniziamo da qualcosa che a noi italiani è più vicino: la Costituzione della Repubblica Italiana ove le parole libertà diritti, congiunti ai doveri dei cittadini sono elencati in maniera adeguata nei Principi Fondamentali e al Titolo I.
La libertà ed il diritto si associano ai termini “scelta” e “dignità”. Esse si legano all’agire sociale che deve essere sempre corretto per la crescita e per il progresso del Paese. Amico lettore, dobbiamo riprendere in mano la crescita ed progresso affidandoci alla Carta costituzionale, ai principi trascritti da persone che hanno vissuto il buio del fascismo e hanno cercato con enormi sacrifici di rendere liberi tutti i cittadini; anche coloro che sono stati flagellatori della libertà e del diritto.
Vige, in quelle parole, ed in specie al Titolo I della Costituzione, il principio della libertà sotto tutti i suoi aspetti: la libertà individuale, la libertà di domicilio, la libertà di riunione e di associazione, la libertà di culto, la libertà di manifestare (purché rientri nei buoni costumi) la libertà di pensiero attraverso forma scritta o con qualsiasi altro mezzo, la libertà di avere capacità giuridica, la libertà ed il diritto alla difesa, sono libertà, diritti e doveri non scontate ma ottenute con sforzi titanici che non dobbiamo mai dimenticare, ma anzi, dobbiamo divulgare per rimetterci in piedi in questo momento storico, ove la guerra invisibile di stampo sanitario ha recato “danni” alla libertà, al diritto, alla scelta e alla dignità personale ed economica.
Noi siamo “L’Esercito” che deve difendere la libertà nell’accezione massima del suo termine non solo simbolico, ma pratico.
In questa pandemia non abbiamo avuto nessuna negazione di libertà, abbiamo semmai avuto delle linee guida che hanno indicato un percorso che permette all’Italia e al mondo di riprendersi la libertà che il virus ci ha limitato.
Ti invito quindi, amico lettore, a riflettere su quello che Piero Gobetti, storico liberale afferma, nell’introduzione di “Rivoluzione Liberale” :
Il fine più chiaro è di inserirci nella vita politica del nostro Paese,
di migliorarvi i costumi e le idee, intendendone i segreti:
ma non pensiamo di raggiungerlo con un’ opera di pedagogisti e predicatori;
la nostra capacità si esperimenta realisticamente in noi stessi;
educando noi, avremo educato gli altri.
Dal giornale online La Discussione (www.ladiscussione.com) per gentile concessione.