L'Opinione

Le parole del Segretario generale della Nato Jens Stoltenberg devastanti come missili

La guerra tra Ucraina e Russia prosegue nel suo inesorabile cammino di distruzione e di morte e, mentre missili russi colpiscono città e palazzi provocando decine di feriti e di rimando, droni ucraini si sollevano per contrattaccare a loro volta oltre i confini, in un infinito botta e risposta come in un videogame solo che qui è tutto vero e si muore per davvero, coloro che osannano la guerra come unico rimedio per dirimere una controversia tra stati, o forse sarebbe meglio dire gli stolti che si fanno portavoce degli interessi politici ed economici che sempre si celano dietro, non mancano di alimentare le fiamme del conflitto armato. Ci soffiano sopra con le loro dichiarazioni che pongono al primo posto solo strategie politiche e militari sacrificando inevitabilmente l’impietoso costo di vite umane perse.
Secondo questo criterio, condiviso dai più, qualche giorno fa, il Segretario generale della NATO, durante l’intervista al settimanale britannico The Economist, non ha avuto alcun indugio a pronunciare queste parole:
“E’ giunto il tempo che i paesi membri della NATO di considerare se debbano revocare alcune delle restrizioni all’uso delle armi che hanno donato all’Ucraina”
E ha proseguito auspicando la possibilità che l’Ucraina possa e debba per ragioni difensive, estendere l’utilizzo delle armi NATO in territorio russo contro obiettivi militari.
Parole forti, lanciate con la stessa forza devastante degli stessi missili che vengono utilizzati.
Parole che hanno generato forti perplessità in un momento così delicato del conflitto.
Stontelberg nella sua veste di Segretario generale, non avrebbe alcuna facoltà di rilasciare dichiarazioni che coinvolgono l’intero Consiglio Atlantico, quindi il fatto che lo abbia fatto lascia pensare che le sue parole non siano state lasciate al caso ma che invece le abbia pronunciate in favore delle posizioni belliciste di quegli stati membri che sostengono un intervento dell’Ucraina più deciso e invasivo nei confronti della Russia come la Francia il cui presidente Macron, invasato da un novello spirito napoleonico , da mesi auspica il coinvolgimento diretto di truppe francesi. E come la Gran Bretagna che da settimane incoraggia un uso delle armi occidentali sul territorio russo. Ma soprattutto si allineano perfettamente alla recente proposta degli USA circa la possibilità di un utilizzo a più lungo raggio dei missili Scalp EG da loro stessi forniti.
In sostanza anche se le dichiarazioni di Stoltenberg non esprimono la volontà dell’intero Consiglio, che ha deliberato solo aiuti all’Ucraina e non una escalation, esse si pongono come un comodo paravento agli interessi statunitensi che hanno già varato un pacchetto di aiuti in armi da milioni di euro, nonostante il presidente Biden, secondo gli ultimi sondaggi, rischi la sua rielezione alle presidenziali di Novembre. Il popolo americano sempre più chiaramente dimostra di non approvare la sua politica di doppio standard nella conduzione delle due guerre in Russia e in Israele.
Purtroppo le relazioni internazionali tra Stati decidono a tavolino quale guerra avallare e quale no, come se esistesse una sorta di gerarchia, quando invece la guerra provoca sempre la stessa devastazione e lo stesso annientamento della dignità umana in qualunque parte del mondo venga combattuta e qualunque sia il colore della pelle dei civili che vengono uccisi.
Ma sempre più spesso l’ipocrisia che riveste i nostri valori occidentali, riesce a patinare d’oro qualunque intento politico e a farlo luccicare oltre ogni sua storpiatura.
Ipocrisia di cui nemmeno noi italiani siamo esenti.
Mentre continuiamo a mandare armi, i nostri politici si sono subito affrettati a condannare le parole di Stoltenberg e a salire tutti sul carro della pace.
Il ministro della Difesa Guido Crosetto ha criticato le parole del segretario generale in quanto più che placare non fanno altro che aumentare la tensione.
Così come Antonio Tajani, che ha sentito il bisogno di sottolineare che le armi inviate dal nostro paese vengono usate solo all’interno del territorio ucraino.
Peccato che il ministro degli Esteri britannico ha dichiarato che anche l’Italia (Roma non ha smentito ) insieme a Gran Bretagna e Francia, ha inviato a Kiev missili specifici, per la precisione gli Storm Shadow.
Guarda caso si tratta di missili a lunga gittata in grado di arrivare in territorio russo.
A questo punto non si può evitare di pensare che siamo di fronte al solito giochetto ipocrita dei nostri partiti, che in vista delle elezioni europee vogliono assicurarsi più voti possibili da parte di un elettorato che, sempre più numeroso, non sostiene questa loro politica bellicista.
Ma, inutile negarlo, in Italia le parole, anche se non sono corroborate dai fatti, hanno il potere di plasmare la nostra realtà. Per cui si parla e si straparla di pace ma alla fine nella sostanza non si ha il coraggio di discostarsi dallo scacchiere atlantista.
Costi quel che costi!

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