Le fake news su Bettino Craxi
Si dice che le bugie abbiano le gambe corte. Vero o falso che sia questo detto, niente, purtroppo impedisce alle menzogne di svolgere con successo la loro azione devastante contro gli uomini e persino di deviare il corso della storia. Tale fu il ruolo delle fake news in occasione della infame stagione di Tangentopoli che travolse l’intera classe di governo agli inizi degli anni ’90 del secolo scorso e che si accanì in modo particolare contro il leader del PSI Bettino Craxi. La storia, quella che si scrive una volta diradata la nebbia delle falsità, delle passioni e delle polemiche, potrà, in seguito, ristabilire in tutto o in parte la verità e l’onore alle persone ma il danno sopravviverà al fango delle falsità.
Sono considerazioni, agrodolci, che nascono dopo avere letto il bel libro di Nicola Scalzini e Roberto Giuliano, titolato “Le Fake news su Bettino Craxi”, Edizioni Solfanelli, Pagg. 112, 10 euro. Un volume agile che si legge tutto di un fiato, ma che manda in frantumi, con la forza dei numeri, le falsità costruite per oscurare proprio il maggior merito di Craxi: avere salvato dal disastro economico l’Italia con l’opera del suo Governo (1983-1987) e posto le basi per un rilancio ed una crescita, possibili anche per fortunate congiunture internazionali che, purtroppo, i governi successivi non seppero cogliere. I due autori conoscono bene quel periodo e quelle vicende avendoli vissuti intensamente: Scalzini, economista, per avere operato nel team di economisti che affiancarono Craxi alla presidenza del consiglio, quale responsabile delle finanza pubblica; Giuliano, sociologo e sindacalista della CGIL, per avere vissuto in prima fila lo scontro del decreto sul taglio della scala mobile. I numeri citati contro le menzogne che vorrebbero il governo Craxi responsabile dell’aumento del nostro debito pubblico non danno scampo: “Craxi governò in tutto — tra gabinetto I e gabinetto II — circa 4 anni. Nel 1987, quando lasciò Palazzo Chigi, il Paese era in piena riscossa economica: inflazione dal 17,7% al 4,6%; rapporto deficit/PIL dal 16,7% al 12,6; pressione fiscale dal 37,5 al 35%; Pil da 765 miliardi a 890 miliardi.” E ancora: “Alla fine del suo governo Craxi lasciò un debito di 417 miliardi di euro. È difficile sostenere che possa essere il responsabile della creazione dell’attuale debito che ha superato 2400 miliardi.” Ed è il caso di aggiungere che le società di rating assegnarono al nostro Paese la tripla A, raggiungemmo il quinto posto nella graduatoria dei Paesi industrializzati ed entrammo nel gruppo dei sette Paesi più forti, il G7. Del resto, se qualcuno avesse dubbi sui risultati raggiunti, nessuno può fugarli meglio di Eugenio Scalfari, che di Craxi, notoriamente, fu il maggior nemico giurato. Il fondatore di Repubblica non potè fare a meno di tracciare questo bilancio, nell’articolo che apparve sul quotidiano il primo marzo 1987: “L’inflazione è discesa dal 16 al 4% e questo è stato il risultato più apprezzabile e più vistoso dei quattro anni che ci stanno alle spalle. Hanno concorso robustamente a raggiungerlo le condizioni della congiuntura internazionale … Sarebbe nondimeno ingiusto negare che non ci sia stato un qualche contributo specifico da parte italiana: per esempio il livello della spesa pubblica non solo non è aumentato, ma anzi è lievemente diminuito rispetto al Prodotto Interno; nel frattempo la pressione fiscale è rimasta complessivamente invariata”
Se questa è la prima e la maggiore delle fake news che viene demolita, il libro di Scalzini e Giuliano (che si avvale della prefazione di Stefano Parisi e della introduzione di Renato Brunetta) non trascura di evidenziare altre falsità, come quelle che vorrebbero un Craxi sovranista ed antieuropeista. Craxi, al contrario, aveva visto in anticipo i pericoli e gli squilibri che con il tempo avrebbero minato il processo di integrazione e che, ad oggi, rappresentano nodi irrisolti. Pur così scarno ed essenziale “Le fake news su Bettino Craxi” è un volume ricco di spunti. Non solo ristabilisce molte verità su un grande protagonista del socialismo italiano, ma pone interrogativi di grande attualità. “Le bufale – scrive Renato Brunetta nella sua introduzione – hanno sempre avuto un ruolo nel dibattito nostrano, e molto spesso pezzi di giornalismo, alcuni poteri forti, interessate cancellerie straniere, hanno nutrito l’opinione pubblica di falsità indicibili, di accuse infamanti, di fango intollerabile”. E, dunque, la domanda che non cessa di essere attuale e che ci ripropone con forza il libro di Scalzini e Giuliano è la stessa di sempre: se è giusto pretendere trasparenza nella politica, perché molto poco o nulla si sa sulle proprietà e sugli intrecci societari di molti quotidiani, ed oggi di siti e blog che proliferano su internet?
Nicola Cariglia
LE FAKE NEWS SU BETTINO CRAXI – [ISBN-978-88-3305-256-4] © 2020, Edizioni Solfanelli del Gruppo Editoriale Tabula Fati
66100 Chieti – Via Colonnetta n. 148 Tel. 0871 561806 – 335 6499393
www.edizionisolfanelli.it / edizionisolfanelli@yahoo.it
Tratto dal giornale Pensa Libero (www.pensalibero.it) per gentile concessione dell’autore.