Politica

L’astensionismo è il grande partito unico in Europa

Mentre la destra esulta per aver mantenuto la propria posizione così come la sinistra per l’incremento ottenuto, non ci si preoccupa dell’unico, grande partito che ha tenuto banco in queste ultime elezioni: il disinteresse della maggioranza degli elettori. Un sintomo sempre più evidente di una pericolosa malattia che sta deteriorando in modo irreversibile ogni senso di responsabilità civile di quasi tutta la collettività. Una malattia che segna in modo preoccupante il profondo distacco che esiste da decenni tra cittadini e la politica che viene oramai considerata da i più come un sistema alieno dalla realtà quotidiana e, quindi, incapace di porsi come garante della comunità stessa.

Uno scollamento che pone in primo piano la grave crisi identitaria che sta investendo il sistema democratico di tutta l’Unione Europea. I suoi cittadini non si riconoscono più in esso è più che sostenerlo, se ne allontanano uscendo dalla sua orbita.

In tutta Europa, secondo i dati, ha votato un elettore su due.

Ma noi Italiani abbiamo fatto meglio!!

L’affluenza si è registrata a un punto in meno rispetto al 51 per cento di media in Europa.

E la percentuale è stata ancora meno per divenire pressoché nulla al Sud con un impietoso 43 per cento.

Da cittadini ci siamo lentamente e inconsapevolmente trasformati in nemici acquattati al di là di una barricata che con il tempo si è trasformata in un’altissima muraglia che non abbiamo più né la voglia né la forza di valicare.

Quello che c’è al di là non ci interessa più.

Dissennatamente, non ci rendiamo conto che noi e il sistema politico non siamo acerrimi nemici ma che, invece, siamo tutti dalla stessa parte della barricata e che stiamo combattendo la stessa battaglia.

Nemmeno il nostro diritto di eleggere in modo diretto i membri del Parlamento europeo è riuscito ad accendere in ognuno di noi la scintilla della partecipazione attiva. La disillusione ha prevalso e ha ammorbato ogni sentimento civile e lo ha trasformato in un profondo senso di smarrimento.

Però questo senso di smarrimento non porta da nessuna parte se non a credere che boicottando il voto, non votando, si possano risolvere le problematicità.

Disertare le urne non è equiparabile a un segnale di dissenso, non ha la stessa efficacia di una protesta concreta, è solo una castrazione del nostro diritto che produce effetti degenerativi per l’intera società democratica.

Non esiste il cosiddetto voto di protesta.

E’ solo una stupida illusione, un enorme sbaglio che ci si ritorce contro.

 Tutti i cittadini che hanno scelto di non votare, e gli italiani che l’hanno fatto sono stati veramente in tanti, per l’ennesima volta, non hanno capito che hanno perso l’occasione di far sentire la propria voce e hanno lasciato in mano ai pochi, che invece sono andati ai seggi elettorali, il potere di decidere anche per loro.

Ma si sa, poi noi siamo bravissimi a lamentarci di questo o di quel partito al governo.

E’ il nostro primo pensiero quando ci sediamo davanti alle nostre tastiere e vomitiamo insulti e odio contro il politico di turno, o ci accaniamo con violenza contro qualunque riforma legislativa che riteniamo non pertinente alle nostre esigenze.

Dietro agli schermi dei nostri computer, siamo tutti illuminati dal sacro fuoco della politica e dispensiamo proposte come se fossero inappellabili disegni di legge.

E ci dimentichiamo che noi questo diritto lo abbiamo affossato nelle pieghe della nostra irresponsabilità civile, il giorno in cui, invece di andare a votare e di sostenere la democraticità del nostro sistema elettorale, abbiamo preferito trascorrere una giornata al mare.

L’astensionismo si è paradossalmente confermato il primo partito in tutta Europa.

La democrazia ha perso!

in questo modo i seggi dei diversi governi europei, continueranno ad essere occupati non dalla maggioranza eletta dalla comunità civile nella sua interezza ma solo dalla sparuta percentuale dei votanti.

E in questa realtà distopica, in cui le destre europee continuano ad avanzare imperterrite, la nostra premier Giorgia Meloni ha confermato la vittoria con un risultato superiore a quello delle scorse elezioni politiche, tutti gli astensionisti, fieri e orgogliosi della loro “presuntuosa” decisione, ricominceranno con la solita, impietosa litania di insulti e diffamazioni quotidiane, così come le inutili proteste nelle piazze principali delle città.

Non si va a votare ma ci si arroga il diritto di contestate tutto quello che è il risultato del voto degli altri.

Ma chi vota decide.

Chi resta a casa non ha più questo diritto.

Articoli correlati

Back to top button