La vita vissuta nei versi dialettali di Salvo Basso
Lo spettacolo, dal titolo «U pueta è na cannila, sciuscia ccà», è andato in scena ieri presso Scenario Pubblico a Catania per la rassegna “Etna Folk Club” promossa dall’AME. Ad animare la serata un vero e proprio incontro tra le arti, seguendo il filo rosso dei versi del poeta di Scordia: dalla fotografia di Aldo Palazzolo all’accompagnamento musicale a firma della Pocket Poetry Orchestra, un momento di riflessione sull’eternità della poesia e la fugacità della vita.
Una serata all’insegna della poesia contemporanea, in cui la parola si fa musica, attualità, vivere quotidiano. Questa la cifra dello spettacolo «U pueta è na cannila, sciuscia ccà», svoltosi a Catania presso Scenario Pubblico – collocato all’interno della rassegna “Etna Folk Club” promossa dall’Associazione Musicale Etnea – e dedicato alla memoria del poeta Salvo Basso.
Ad accogliere lo spettatore nella prima parte della serata la proiezione di alcuni ritratti del fotografo siracusano Aldo Palazzolo: volti di uomini, donne, giovani, anziani, hanno “dialogato” con i versi estratti dal volume “U tempu cc’è” (che l’autore di Scordia, scomparso nel 2002, aveva pensato proprio in funzione di quelle immagini) i quali sono stati declamati da Biagio Guerrera. Ambiguità del corpo, sessualità vissuta in libertà. Sentimenti e riflessioni semplici e spesso ironici, quelli scritti da Basso.
Uno sguardo attento, ancorché critico, alla contemporaneità è stato anche il fil rouge che ha animato l’intervento del poeta inglese Murray Lachlan Young. Quest’ultimo, dopo aver ricordato il suo primo incontro con Basso, avvenuto prima ai Mercati Generali a Catania e poi all’Isola delle correnti, ha regalato ai presenti una propria performance di poesie e brani composti durante la pandemia: tra questi, “l’m going shopping”, un brano scritto in collaborazione con il gruppo techno Orbital. Sul palco anche il musicista Luca Recupero che ha tradotto in simultanea il testo in lingua italiana.
Cuore dell’esibizione è stata la performance di Guerrera insieme alla sua “Pocket Poetry Orchestra” (ensemble composto da Vincenzo Gangi alla chitarra, Giovanni Arena al contrabbasso, Marina Borgo e Riccardo Gerbino alle percussioni). Un alternarsi di versi suadenti, dolenti, densi di pensiero, in un viaggio sonoro dai colori mediterranei, come quello evocato dal brano che ha accompagnato “Canticanticu”, storia d’amore viscerale e passionale, o dai ritmi incalzanti della chitarra come in “Cominciannu a scriviri”. E poi “Camaffari”, “Ora mi o vvestu” e “Cu parta cche poeti”, in cui il poeta esalta l’atto stesso di continuare a scrivere come necessario alla vita. L’immagine evocata è quella della stagione estiva, del caldo che lo porta ad una riflessione sulla poesia intesa come viaggio profondo alla scoperta dell’essere e del mondo. Emozionante infine la lettura di “Mo frati guida bonu”, un inno alla vita che Basso sente scivolare via mentre fa la spola tra casa e ospedale.
L’ultima parte della serata ha visto tornare sul palco Lachlan Young che ha proposto la poesia “Everything is under control” (Tutto è sotto controllo), recitata a due voci con l’attore Carmelo Motta. In conclusione, poeti e musicisti hanno dato vita ad un momento di improvvisazione corale: un sentito tributo, che ha visto la lingua inglese mescolarsi al dialetto siciliano, al compianto Salvo Basso.