Eccellenze

La suora giornalista che, insegnando, lotta la mafia

Un importante premio nazionale, il Fair play for life, a Maria Trigila, che, nel 2006, fu la prima religiosa italiana a diventare giornalista professionista. Il riconoscimento per l’impegno con gli allievi del liceo classico Don Bosco Villa Ranchibile di Palermo, che hanno realizzato il corto “La verità vive” dedicato alle regole dell’informazione

È iscritta all’albo, come pubblicista, dal 1997, ma soprattutto è stata la prima suora italiana a diventare, nel 2006, giornalista professionista. E adesso ha ottenuto un importante premio nazionale, il Fair play for life, per il lavoro svolto come insegnante salesiana proprio sui temi dell’informazione.

Il riconoscimento è stato consegnato nel corso di una cerimonia svoltasi a Roma, nel salone d’onore del Coni, a fine giugno.Tra i giornalisti premiati, personalità del calibro di Andrea Purgatori, Osvaldo Bevilacqua, Agnese Pini. Che, come gli altri, hanno lungamente applaudito il cortometraggio “La verità vive”, proiettato durante la serata e dedicato alle corrette regole del giornalismo e alla lotta alla mafia a partire dall’insegnamento scolastico.

A ricevere il premio e a guidare, con una regista, il gruppo di ragazzi siciliani che hanno realizzato il corto – gli allievi del liceo classico Don Bosco Villa Ranchibile di Palermo – è stata suor Maria Trigila, nata a Caltagirone, nel Catanese, 68 anni fa, orgogliosa dei suoi studenti e della scuola in cui, da anni, lavora.

Nell’Istituto Don Bosco Villa Ranchibile, spiega, “si svolgono anche corsi d’informazione con laboratori in cui i ragazzi imparano anche a realizzare videoclip come quello presentato a Roma e che è stato applauditissimo”.

“Si fa un gran parlare di merito nelle scuole – aggiunge la religiosa – e questo premio, probabilmente, ha acceso i riflettori anche sul merito nelle scuole paritarie, che qualcuno vorrebbe ridurre a diplomifici e invece sono molto di più. Perché cercano di tirar fuori ai ragazzi, nello spirito di don Bosco, tutte le loro potenzialità per farli crescere, diventare migliori, arricchendo l’intera società”.

Il curriculum di Maria Trigila è ricchissimo: ha cominciato a insegnare nel 1986 a Caltagirone, la città di don Sturzo. Religione, all’inizio. Poi italiano, latino, storia e geografia. Come giornalista, dal 1995 al 2012 ha ricoperto, a Roma, il ruolo di capo ufficio stampa mondiale della Congregazione delle Figlie di Maria Ausiliatrice. E dal 1998 al 2013 è stata delegata Mondiale dei Salesiani Cooperatori e delegata per la Regione Italia- Medio oriente e Malta. Dal 2000 al 2012 ha fatto parte dell’equipe del Dicastero della famiglia Salesiana per l’organizzazione delle Giornate Mondiali Spirituali. Dal 2003 al 2012 ha fatto parte della Consulta Mondiale della Famiglia Salesiana. È stata inoltre direttore editoriale dell’organo di collegamento cartaceo ed elettronico nazionale “Città Ciofs/fp Formazione professionale”, caporedattore del giornale web www.vidimusdominum.org , ha diretto l’organo di collegamento elettronico internazionale @C’è posta per te@. È stata inoltre docente di Comunicazione nel Master dello Studio Teologico di Catania.

Ma non è finita: nel 2012- 2013 ha diretto l’Istituto Spirito Santo di Acireale, l’anno dopo la casa “Gesù Nazareno” di Roma, dal 2014 al 2017 l’Istituto Maria Ausiliatrice in Catania e dal 2017 a oggi è coordinatrice della Scuola di Lingua Italiana e Cultura della Comunità di Sant’Egidio, a Catania.

“Nell’insegnare l’italiano – spiega – ai ragazzi di Villa Ranchibile così come ai migranti di Sant’Egidio, ho mantenuto la stessa metodologia imparata in quella Scuola Sperimentale che seguiva le proposte della Commissione Brocca. Un percorso che consente di potenziare le capacità di ciascuno e cogliere il rapporto tra fondazione teoretica e scientifica, superando quelle impostazioni nozionistiche che non risolvono i problemi esistenziali”.

Per questo, suor Maria, appena concluso il suo servizio nella Curia generalizia di Roma, è rientrata nell’ambito scolastico, “inviata dai Salesiani per introdurre nel Liceo classico la dimensione Comunicazione, studiandone la funzione a partire dai classici e dalle opere degli scrittori”.

E i risultati sono stati ancora una volta eccellenti.

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