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La Rivoluzione in classe: l’Intelligenza Artificiale e il futuro dell’istruzione

L’intelligenza artificiale (IA) ha compiuto progressi significativi negli ultimi anni, innescando una trasformazione tecnologica rapida e inarrestabile, tale da renderne lo studio non più esclusivo oggetto d’interesse per gli esperti del settore informatico.

Il camponel quale si sono fatti più progressi, in termini di utilizzo dell’intelligenza artificiale, è quello medico e, in particolare, quello diagnostico. In questo settore esistono diverse evidenze scientifiche della loro affidabilità, in particolare nell’area oncologica, cardiologica e respiratoria. Dopo aver istruito una macchina nell’interpretare immagini fornite tramite radiografie, ecografie, TAC, elettrocardiogrammi o mediante esami provenienti dall’analisi di campioni di tessuti biologici (istologici), è divenuto possibile identificare, con un buon grado di affidabilità, patologie tumorali, cardiovascolari, respiratorie e anche dermatologiche.

Un’altra area sulla quale si sono concentrati gli studi è quella legata ai “sistemi di predizione”, in grado di identificare alcune patologie ancora prima che queste diano segnali. 

Certo, in tanti temono la perdita del rapporto medico-paziente, l’accantonamento dell’umanizzazione  delle cure, l’omologazione dei percorsi terapeutici, etc.  tanto è vero che l’utilizzo della IA, in campo medico, ma anche che in altri campi, è diventato  argomento di dibattito tra quanti si interrogano sulle sue implicazioni etiche e sulle applicazioni nella nostra vita di tutti i giorni.

Tali riflessioni sono legate ai modi in cui la IA imita alcuni processi mentali, come la capacità decisionale e l’apprendimento autonomo, i quali si suppone potrebbero, nell’arco di soli venti anni, delineare nuovi scenari socio-economici e lavorativi, così da renderne il suo studio e la sua comprensione ancora più cruciali per le generazioni future. Risulta innegabile, infatti, che proprio queste ultime si troveranno a dover convivere con forme di IA ancor più complesse, le quali assumeranno un ruolo centrale soprattutto nel mondo del lavoro.

Il dibattito ha spinto le Istituzioni Internazionali a favorire l’elaborazione di programmi per l’“alfabetizzazione” nei linguaggi dell’IA, in modo da consentire ai cittadini europei di domani di essere adeguatamente preparati per affrontare le sfide ambientali e le significative trasformazioni sociali previste dagli Istituti di Ricerca europei entro il 2030. L’obiettivo è che “nessuno venga lasciato indietro” (OCSE – Il futuro dell’educazione e delle competenze: Educazione 2030), promuovendo lo sviluppo di competenze chiave come: il pensiero computazionale, l’approccio multidisciplinare alla risoluzione dei problemi e la trasversalità delle competenze.

Emergono quindi alcune questioni fondamentali: in che modo l’Intelligenza Artificiale influenzerà il settore dell’istruzione? Quali saranno le sue ripercussioni sulla formazione delle nuove generazioni?

In effetti, l’IA introdurrà cambiamenti significativi nel panorama educativo, tra cui l’adozione di un approccio didattico focalizzato sull’inclusività, il quale supporterà gli studenti con Bisogni Educativi Speciali (BES) e Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) attraverso la personalizzazione del percorso di studio. Inoltre, l’impiego di tecnologie multisensoriali favorirà il processo di inclusione degli alunni con disabilità, attraverso esperienze uniche e calibrate sui bisogni dello studente.

Un’applicazione dell’IA già ampiamente sperimentata nelle scuole italiane prevede la creazione di esercizi supplementari, domande personalizzate e quiz virtuali, tutti progettati al fine di rafforzare le competenze in ogni campo di apprendimento. A questo si aggiunge l’accesso ai cosiddetti “Small Data”, che forniscono agli insegnanti l’opportunità di identificare i punti di forza e le aree di miglioramento nel percorso di studio dei loro studenti. Ciò consente di adattare l’insegnamento a ciascuno stile di apprendimento e di aumentare, attraverso un tutoraggio mirato noto come “Tutoraggio intelligente”, la consapevolezza degli studenti sui loro progressi scolastici e sulla loro crescita personale.

L’impiego dell’Intelligenza Artificiale in questo contesto trasforma l’esperienza di apprendimento in un percorso più coinvolgente e su misura. Strumenti come l’E-scheduling e l’Analisi Predittiva vengono utilizzati per ottimizzare la pianificazione delle lezioni e anticipare efficacemente le necessità individuali degli studenti e dell’intera classe. Un elemento innovativo aggiuntivo è dato dalle possibilità offerte dalla realtà aumentata: gli studenti, attraverso l’uso di visori e applicazioni correlate, possono immergersi in ambienti didattici all’avanguardia, stimolanti e inclusivi. Questo metodo, che integra elementi ludici alle conoscenze storiche, letterarie o scientifiche, risveglia la curiosità e alimenta il desiderio di approfondire ulteriormente un argomento che si è rivelato particolarmente interessante e coinvolgente.

Senza dubbio, la formazione dei docenti sull’uso responsabile dell’IA è di fondamentale importanza. Essi devono essere capaci di integrare efficacemente questo strumento all’interno della propria didattica quotidiana, promuovendo in classe opportunità di discussione tra gli studenti sui temi legati all’IA, inclusi i rischi e le implicazioni etiche che ne derivano. Questi momenti di dialogo consentiranno agli alunni di acquisire una competenza più approfondita nel campo della cittadinanza digitale, come previsto dalle competenze chiave dell’Unione Europea.

In molti casi, le scuole devono affrontare non solo problemi strutturali, ma anche la mancanza di risorse tecnologiche fondamentali, carenza spesso dovuta all’assenza di un piano di investimenti adeguato per l’acquisto di infrastrutture tecnologiche e annessi software. A queste difficoltà si aggiungono sfide etiche significative, un esempio è il fragile equilibrio tra tecnologia e interazione umana, poiché l’uso eccessivo di tecnologie basate sull’ IA potrebbe indurre i più giovani a preferire gli “amici digitali”, creati da appositi applicativi, a quelli reali. In aggiunta a ciò, demandare all’IA lo svolgimento di compiti di tipo alfabetico computazionale, potrebbe ridurre anche le capacità creative, di pensiero critico e ogni forma di esperienza collaborativa, alienando in quest’ultimo caso il giovane dalla realtà. Altro importante problema riguarda il fatto che non tutti i contenuti prodotti dall’IA mantengono un alto standard di qualità, infatti, occasionalmente, possono emergere dei bias algoritmici; questi rappresentano distorsioni cognitive originate da pregiudizi – che possono essere razziali, etnici o di genere – incorporati nel processo di apprendimento automatico delle informazioni. Se tali bias diventassero diffusi, potrebbero avere un impatto negativo, modellando in modo indesiderato comportamenti, ideologie e opinioni dei più giovani.

In definitiva, l’intelligenza artificiale sta aprendo nuovi orizzonti nel campo dell’istruzione, promettendo di rivoluzionare il modo in cui apprendiamo e insegniamo. Tuttavia, è fondamentale che non si perda di vista l’importanza dell’elemento umano. L’IA non è destinata a sostituire l’insegnante, ma piuttosto a potenziare le sue capacità, fornendo strumenti e risorse che possono personalizzare e migliorare l’esperienza di apprendimento. L’obiettivo non è creare aule senza insegnanti, ma aule in cui la tecnologia e gli insegnanti lavorino insieme per il bene degli studenti. In questo modo, l’IA può aiutare a costruire un futuro dell’istruzione che sia più inclusivo, efficace e stimolante per tutti.

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