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La revisione del PNRR dal 2023 a oggi: le principali novità e gli effetti delle riforme

Come oramai noto, nel corso del 2023 è stata avviata dal governo italiano una revisione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) approvata dal Consiglio europeo l’8 dicembre 2023. Di questa riforma non sono stati subito disponibili dati sufficienti per individuare le principali novità introdotte e, continuando sulla scia della scarsa trasparenza, non è stato dato particolare rilievo al fatto che la revisione del PNRR sta proseguendo anche nel 2024, con l’adozione di ulteriori modifiche (principalmente di carattere tecnico) approvate dal Consiglio europeo lo scorso 14 maggio.

A gettare luce sulle principali novità sono i dati forniti dalla relazione della Corte dei Conti del 9 maggio 2024 e i periodici aggiornamenti del Catalogo Open Data del sito governativo ItaliaDomani dedicato, appunto, al PNRR.

In primo luogo, la principale modifica, spesso richiamata nelle dichiarazioni dei membri dell’esecutivo, riguarda la destinazione dei fondi: sebbene la maggior parte delle risorse venga stanziata per le opere pubbliche, maggiori risorse vengono adesso utilizzate per concedere incentivi e sgravi fiscali per le imprese e i privati.

Inoltre, è previsto un incremento della spesa per l’acquisto o per la realizzazione di servizi, riguardante principalmente le politiche attive del lavoro e della formazione professionale, a cui si aggiunge un potenziamento delle misure legate alla sanità.

La Corte dei Conti, tuttavia, sottolinea nella sua relazione il potenziale rischio di questa scelta: la velocizzazione della spesa che si vuole ottenere con questa riconfigurazione potrebbe portare il governo a non essere in grado di rispettare la clausola che impone alle Amministrazioni centrali coinvolte nell’attuazione del PNRR di destinare almeno il 40% delle risorse alle regioni del Mezzogiorno.

In secondo luogo, la relazione della Corte dei Conti affronta brevemente le novità introdotte con la modifica del Piano richiesta dal governo italiano il 3 marzo 2024 alla Commissione e approvata da quest’ultima il 9 maggio 2024. Sulla base di quelle che vengono definite «circostanze oggettive», il governo italiano ha chiesto di modificare in totale 24 misure. Di queste, 23 verranno attuate secondo modalità alternative ritenute migliori per conseguire l’obiettivo originario. Invece, la 24esima modifica riguarda i Partenariati per la ricerca e l’innovazione – Orizzonte Europa: l’investimento è stato eliminato dal Piano perché ritenuto irrealizzabile a causa dell’evoluzione del mercato che ha reso la domanda insufficiente. Le risorse originariamente destinate a questo investimento, ovvero 200 milioni di euro, saranno utilizzate in parte per finanziare la già esistente riforma per la digitalizzazione della giustizia e in parte per finanziare un nuovo investimento, ovvero gli Accordi di innovazione. Sulla scia dei Partenariati per la ricerca e l’innovazione, gli Accordi di Innovazione dovrebbero servire a finanziare progetti di ricerca per la creazione di prodotti, processi o servizi o il miglioramento di quelli esistenti.

Infine, dai nuovi dati forniti emerge che i ritardi accumulati nelle prime fasi di attuazione hanno contribuito a rendere necessaria una revisione del Piano, anche in termini di riprogrammazione della spesa: posticipata la spesa di oltre 1,9 miliardi che avrebbe dovuto essere effettuata nel periodo 2020-2022 e rimandata una spesa di oltre 9,7 miliardi di euro che avrebbe dovuto essere realizzata nel 2023.

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