L'Opinione

La nostra Libertà di popolo non è un diritto scontato

“Siate sempre degli uomini liberi, degli uomini liberi in piedi… non dei servitori in ginocchio”.

Sandro Pertini

(tratto dalla raccolta di scritti e testi “Gli uomini per essere liberi”).

La storia ritorna sempre, puntuale come un orologio svizzero, a ricordarci chi siamo stati, ma soprattutto per non farci dimenticare quegli eventi tragici che hanno segnato in modo indelebile le nostre esistenze.

La sentita commemorazione del massacro compiuto nelle Fosse Ardeatine dai nazisti per rappresaglia, è proprio quella parte della nostra storia che riemerge ogni anno e che, al di là delle inutili strumentalizzazioni politiche che mirano a travisare e a deturparne la verità storica, si impone nella frenesia della nostra quotidianità non solo per rievocarne la disumana drammaticità, ma per ricordarci un valore indiscusso: la nostra Libertà di popolo.

Ma la Libertà non è un diritto scontato!

Se ne parla tanto, ma poi la si getta nel caotico calderone in cui girano vorticosamente le nostre giornate e ci si dimentica che se oggi viviamo liberi in uno stato democratico è perché i nostri nonni non si sono arresi e hanno difesa la Libertà senza alcuna indecisione, consapevoli della sua inalienabilità per ogni essere umano.

Se oggi siamo un popolo libero lo dobbiamo anche ai 335 civili uccisi barbaramente dalla brutalità nazista e al coraggio dei gappisti comunisti che a Roma in via Rasella il 23 marzo del 1944, affermarono la loro Libertà di Italiani posizionandovi un ordigno esplosivo che deflagrò al transito di una colonna tedesca del battaglione Bozen, provocando la morte di trentadue militari tedeschi.

E oggi non ha alcun senso discutere se si sia trattato di un attentato incauto e che sarebbe stato meglio aspettare l’arrivo degli anglo-americani, così come ventilato da chi, mal celando una impronta fascista, prova a difendere l’indifendibile.

Per chi non lo sapesse o fa finta di non saperlo, la Corte di Cassazione nel 1957 si è pronunciata in via definitiva sulla legittimità di questa azione: è stato un atto di guerra compiuto in difesa della propria nazione.

Invece di continuare a pretendere di sapere da quale parte stia la ragione e il torto, i nostri politici, dopo tutte le belle parole proferite ogni anno, dimostrino di garantire effettivamente questo diritto a ogni cittadino italiano, così come sancito dalla nostra Costituzione

Solo in questo modo potremo dare un senso a quanto accaduto ma soprattutto potremo rendere onore a chi è morto per esso.

Ognuno di noi ha il dovere di custodire e di preservare, giorno dopo giorno, questa nostra preziosa libertà anche se spesso, fagocitati nell’apatia della nostra società, dormiamo sonni beati sugli allori che ci sono stati consegnati da chi prima di noi ha sacrificato la sua vita e sempre più spesso la consideriamo come un diritto ormai acquisito che nessuno potrà mai toglierci.

Purtroppo la realtà smentisce questa nostra illusione. Il pericolo che ci possa essere una deriva autoritaria è sempre presente, spesso celato dietro proposte di legge o decisioni politiche che in apparenza appaiono innocue, ma che, invece, minano alla base l’inviolabilità di questo diritto.

Noi cittadini italiani abbiamo il compito di difenderlo, così come i nostri padri, di impegnarci affinché nessuna libertà venga mai compressa da rinnovate forme di accentramento di potere e da immobilismo politico .

Purtroppo il nostro passato ci insegna che è più facile di quanto si pensi che un governo possa deviare il proprio corso democratico in nome di presunti interessi politici.

Il diritto alla Libertà di un popolo è un diritto antico e connaturato al nostro stesso essere umani, un diritto rivendicato già nelle poleis greche e che, attraverso lotte di secoli, ha raggiunto il suo culmine nella Dichiarazione Universale dei diritti umani approvata dall’Assemblea generale dell’ONU nel dicembre del 1948.

Un momento importantissimo per il riconoscimento degli inviolabili diritti civili, politici e sociali di ogni individuo.

“Tutti gli uomini nascono liberi e uguali in dignità e diritti” sancisce l’articolo 1, in nome del quale ogni società può definirsi democratica.

Perché non è accettabile che un popolo sia sottomesso a una volontà politica prevaricante che comprima i suoi diritti e mortifichi la sua stessa dignità umana.

Cicerone del De Re Publica scriveva “la libertà…consiste nel non avere alcun padrone”.

E noi oggi siamo fieri dei nostri padri che hanno lottato contro la pretesa nazista di ergersi a nostri padroni.

Questo stesso anelito di libertà, deve continuare a stimolare la contemporaneità, essere una costante fonte di energia interiore che permetta di tutelare le nostre libertà e di vigilare affinché non ci sia mai alcuna intenzionale storpiatura nella loro interpretazione e attuazione politica e sociale.

E il compito della nostra storia è quello di perpetuare l’importanza e il valore di questa nostra Libertà, da nutrire non solo con i nostri pensieri ma soprattutto con le nostre azioni.

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