Storie Arcane

La grotta maledetta di Donna Villa

Nei pressi di Tindari sorge una misteriosa grotta, scavata nella roccia di un costone roccioso che cade a picco sul mare, a cui si accede attraverso uno stretto sentiero di campagna.
Le grotte, sin dai tempi antichi, hanno sempre suscitato timore per l’aura di segretezza che evocano. La penombra del loro antro è l’atmosfera prediletta per creature sovrannaturali, provenienti da dimensioni sconosciute, ma sempre malefiche e pronte a colpire in modo cruento gli esseri umani.
La grotta di Tindari sembra proprio testimoniare concretamente questa paura ancestrale. Al suo interno sono state ritrovati resti di ossa che hanno alimentato un racconto popolare mai sopito nel tempo.
Nel primo antro si trovano due piani, separati da una specie di solaio formato da fossili e ossa.
Ossa umane?
Nessuno lo sa.
Secondo alcuni studiosi queste sarebbero solo il risultato di una secolare corrosione chimica provocata dagli acidi dei molluschi marini, un tempo questa grotta si trovava a livello del mare.
Per gli abitanti del luogo non ci sono dubbi: sono ossa di uomini uccisi dentro questa grotta infernale. Quando si entra, ci si accorge che molte ossa sono sparse alla rinfusa a terra.
Questa grotta, un tempo lontano era abitata da una creatura infernale: Donna Villa.
La leggenda narra che questa donna era una potente maga che praticava la negromanzia e che si era rintanata dentro a questa grotta per vivere in solitudine circondata dalla propria magia malefica.
Nessuno aveva mai visto il volto di questa misteriosa donna, ma tutti in paese, conoscevano la sua cattiveria. Tutti sapevano che era una mangiatrice di uomini.
Con il suo canto da sirena, ammaliava i marinai che approdavano sulla costa.
Li incantava e li costringeva, contro il loro volere, a entrare all’interno della grotta.
Soggiogati godevano di brucianti notti di passione, si innamoravano perdutamente di lei e perdevano completamente il lume della ragione. Però, quando lei si stancava di loro, li uccideva ferocemente e volgeva le sue attenzioni verso una nuova preda.
Nessun paesano aveva il coraggio di avvicinarsi per paura di essere catturato.
Donna Villa era una vedova nera, insaziabile nella sua brama di uomini e, quando qualcuno riusciva a sfuggire al suo incantesimo, si trasformava in una vera furia devastatrice.
In preda alla collera usciva gli affilatissimi artigli, che caratterizzavano le sue mani, e li conficcava con furore nelle pareti della grotta. Con forza disumana, li faceva penetrare fino in fondo e spaccava la pietra. Non soddisfatta, afferrava le ossa dei poveri amanti uccisi e le lanciava in aria.
La sua ira funesta, secondo il racconto popolare, è testimoniata dai profondi solchi sulle pareti, perfettamente visibili ancora oggi, e dai resti di ossa sparsi a terra.
Gli anziani continuano a raccontare che, un tempo lontano, sul promontorio viveva questa donna così affascinante che nessuno poteva resisterle, una incantatrice e mangiatrice di uomini come la Maga Circe incontrata da Ulisse.
Una donna che, avrebbe, in tutti questi anni, accumulato un grande tesoro grazie a tutte le ricchezze che avrebbe rubato ai malcapitati caduti nelle sue grinfie.
Un tesoro nascosto, che nessuno ha mai ritrovato, ma che però ha sollecitato l’avidità di qualche coraggioso. Attratto dalla brama di ricchezza, ha trovato il coraggio di entrare e di esplorare nella semioscurità per trovare il nascondiglio segreto dove Donna Villa avrebbe conservato tutti i suoi averi.
Donna Villa è mai esistita?
Forse un tempo è vissuta da queste parti una donna libera di costumi che, approfittando dei suoi amanti, si è arricchita. Una donna non tollerata dal perbenismo comune, mal vista dalle altre donne. Per questo trasformata, nelle dicerie popolari, in una malefica incantatrice.
La verità non si svelerà mai, rimarrà sepolta dalla leggenda e continuerà ancora ad aleggiare nel lieve venticello che soffia, ignaro, sulle pareti rocciose della grotta e che porta con sé, un alito di mistero.

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