La grande testa di Penteo in mostra a Siracusa
La grande testa di Penteo, re di Tebe, protagonista della tragedia greca “Le Baccanti” scritta da Euripide, quale elemento scenografico di forte impatto, verrà posizionata al centro naturale commerciale di via Tisia e via Pitia. L’installazione saràcompletata con un sistema di illuminazione e una targa esplicativa con i loghi della Città di Siracusa e della Fondazione INDA.
Ma facciamo un passo indietro. La grande testa fu realizzata per la messa in scena di “Le Baccanti” – scritto dal drammaturgo greco antico – in occasione delle rappresentazioni classiche della Fondazione INDA ( Istituto Nazionale del Dramma Antico) del 2021 e da ieri hanno avuto inizio i lavori per il posizionamento dell’opera.Gli autori che la realizzarono sono Domenico Fiorino e Giuseppe Russo per il laboratorio di scenotecnicadell’INDA su disegno di Carlos Pedrissa, ilregista spagnolo, fondatore de La Fura dels Baus, che diresse la tragedia di Euripide.
«Per lunghi anni – dice il sindaco, Francesco Italia – si è discusso di integrare l’eccellenza dell’INDA con segni visibili e permanenti in città. I lavori di riqualificazione di via Tisia e via Pitia sono un’occasione imperdibile per iniziare a farlo concretamente. La splendida opera realizzata per “Le Baccanti” nel 2021, oltre a richiamare il rapporto viscerale tra Siracusa, il suo Teatro Greco e la Fondazione che da oltre 100 anni organizza la messa in scena delle tragedie antiche, è anche un tributo a tutte le maestranze che, con il loro lavoro, ogni volta trasformano il palcoscenico in un’opera d’arte unica».
Ma veniamo alla tragedia greca scritta da Euripide tra il 407 ed il 406 a.C. che morì pochi mesi dopo averla completata. Fu scritta mentre il drammaturgo greco antico era alla corte di Archelao, re di Macedonia. L’opera fu rappresentata ad Atene pochi anni dopo, si presume nel 403 a.C., sotto la direzione del figlio dell’autore, chiamato anch’egli Euripide. L’opera venne messa in scena nel contesto di una trilogia che abbracciava anche Alcmeone a Corinto (oggi perduta) e Ifigenia in Aulide. Questa trilogia di opere fruttò all’autore una vittoria postuma alle Grandi Dionisie di quell’anno.
Ma perché di Penteo, del re di Tebe viene realizzata solo la testa? Per questo bisogna inoltrarci nei meandri della tragedia, che nella parte finale vede proprio sua madre Agave ad infierire sul corpo del figlio Penteo, ma ubriaca, Baccante appunto, non se ne rende conto se non dopo, con orrore, quando Cadmo la fa rinsavire e le fa prendere coscienza dell’errore che ha commesso.