L'Opinione

La “finzione” delle dimissioni di Elisabetta Belloni

Le dimissioni anticipate dell’ambasciatrice Elisabetta Belloni da capo del DIS (Dipartimento delle informazioni per la sicurezza), la struttura di vertice e di coordinamento dei nostri servizi segreti, avranno valore dal prossimo 15 gennaio, cioè quattro mesi prima della naturale scadenza. Elisabetta Belloni dirigeva dal 2021 il DIS, quando a capo del governo c’era Mario Draghi. Una carriera, quella della Belloni, brillante (è stata la prima donna a organizzare il lavoro delle feluche della Farnesina e la prima “direttrice” dello stesso Dis).

Sia a destra che a sinistra sono state sempre riconosciute le qualità e la competenza della Belloni. La decisione di fare un passo indietro era già nell’aria da qualche tempo tanto è vero che alcuni suoi stretti collaboratori, negli uffici del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, avevano cominciato a fare le valigie assai prima del prossimo mese di maggio, quando il mandato quadriennale di direzione sarebbe scaduto e una riconferma di pari durata (stanti i 66 anni di età già compiuti dalla diplomatica) non sarebbe stata possibile.

La diplomatica avrebbe comunicato la sua decisione, due giorni prima di Natale, alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni e al sottosegretario Alfredo Mantovano, Autorità delegata per la sicurezza della Repubblica (ieri peraltro in audizione dal Copasir).  

Le indiscrezioni circolate dopo un’anticipazione di Repubblica hanno trovato conferma da parte della diretta interessata: «Ho maturato questa decisione da tempo, ma non ho altri incarichi. Al momento non c’è nulla, lascio e basta. Abbandono il posto di direttore del Dis il 15 gennaio».  Nessun attrito evidente con Palazzo Chigi, dunque, fermo restando che su alcuni dossier (tra cui il caso di Cecilia Sala e l’arresto dell’ingegnere iraniano a Malpensa) i punti di vista non siano sempre stati coincidenti. Peraltro, alcune testate giornalistiche hanno sottolineato lo scontro tra due prime donne “forti” (Giorgia Meloni prima donna a Palazzo Chigi e Elisabetta Belloni prima donna chiamata a dirigere il DIS) e i difficili rapporti  con Tajani e Mantovano.

E, non a caso, Luciano Canfora è stato tra i primi a parlare di “finzione” delle dimissioni e a sottolineare come, evidentemente, attriti e divergenze abbiano costretta la Belloni a dimettersi.

La stessa Belloni in un’intervista al Corriere della Sera, pur ribadendo che non lascia sbattendo le porte, ha dichiarato che quando erano cominciate a circolare i nomi dei suoi successori ha ritenuto opportuno dimettersi.

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